La Gmg di Papa Francesco
In questa giovane Rio per capire e imparare
A
guardarli con l’occhio un po’ superficiale del turista potrebbero
sembrare 'tipi da spiaggia'. Anche in questo caldo inverno brasiliano,
infatti, le spiagge di Copacabana e Ipanema sono gremite di gente che fa
il bagno, gioca a palla e pratica il footing. Una popolazione di
giovani, famiglie e bambini. Rarissimi gli anziani. Ed è un fatto che
sembra in aperto contrasto con i dati di un Brasile tutto proteso a
lavorare e produrre. Ma è una vera contraddizione, oppure per capire
veramente questo Paese bisogna andare al di là degli stereotipi?
L’impressione è che Papa Francesco, con la visita che s’inizierà domani,
e la Chiesa brasiliana, organizzando la Gmg, possano offrire le chiavi
di lettura giuste. Lapidarie, in questo senso, furono le parole
dell’arcivescovo della Chiesa carioca, Oranì Joao Tempesta, subito dopo
l’annuncio ufficiale dato da Benedetto XVI a Madrid: «Chi verrà a Rio –
disse due anni fa – capirà finalmente che non siamo soltanto calcio,
samba e carnevale. E troverà una fede giovane e gioiosa».
Fede e gioventù, dunque. Questo è in fondo il 'segreto' che si
avverte a pelle, girando per le strade di Rio de Janeiro. Fede piena di
speranza, lontana dal pessimismo, aperta invece al futuro e alla gioia
di vivere. Proprio quella fede che il Pontefice sta annunciando in
questi primi mesi di servizio petrino e che, si può essere
ragionevolmente certi, proporrà in questo viaggio nella 'sua' America
Latina, di cui conosce tutti gli aspetti, positivi e negativi. Il
Brasile del Duemila è un coacervo degli uni e degli altri. Da un lato
non è un Paese di vecchi, e dunque si ha come la sensazione che la Gmg
abbia per così dire trovato il suo habitat naturale. Evento dei giovani
per i giovani, in una nazione in forte crescita economica e demografica,
la prima Giornata mondiale di Papa Francesco è un appuntamento al quale
idealmente tutta la popolazione brasiliana potrebbe iscriversi, dato
che l’età media dei 200 milioni di abitanti è di 29 anni.
Perciò tutto ciò che il Papa farà e dirà nei prossimi sette giorni suona già come un messaggio da coniugare al futuro. Tuttavia, il Brasile che cresce a ritmi da capogiro, che è ormai la sesta potenza mondiale, avendo superato Italia e Gran Bretagna, e che ha raddoppiato negli ultimi anni il numero dei laureati chiede di essere guardato (come del resto tutto il Continente latinoamericano) anche nei suoi difetti.
Perciò tutto ciò che il Papa farà e dirà nei prossimi sette giorni suona già come un messaggio da coniugare al futuro. Tuttavia, il Brasile che cresce a ritmi da capogiro, che è ormai la sesta potenza mondiale, avendo superato Italia e Gran Bretagna, e che ha raddoppiato negli ultimi anni il numero dei laureati chiede di essere guardato (come del resto tutto il Continente latinoamericano) anche nei suoi difetti.
La tappa di Aparecida, da questo punto di vista, è un’ulteriore
chiave di lettura del viaggio, dato che lì fu scritto dai vescovi del
Celam (con il determinante contributo dell’allora cardinale Bergoglio)
un documentofotografia di quelle ombre che, al pari delle luci, il
Papa conosce bene. Delinquenza, droga, povertà, analfabetismo, squilibri
economici sono fenomeni ancora ben presenti e palpabili anche per le
strade di una Rio rimessa a nuovo per l’arrivo dell’ospite illustre e in
vista degli eventi sportivi dei prossimi anni. Così questo viaggio può
davvero diventare un aiuto a leggere la realtà brasiliana e continentale
sia senza la superficialità di chi riduce tutto al clima da spiaggia,
sia senza l’enfasi di chi, basandosi solo sul boom degli indicatori
economici, dimentica i problemi.
Papa Francesco possiede la conoscenza, la dimestichezza e la
statura morale per aiutarci a compiere una simile operazione. E il fatto
che in tutte le manifestazioni di questi giorni nessuno abbia mai
pronunciato neanche un solo slogan contro di lui e la Chiesa, dimostra
quanto il suo arrivo sia atteso. Del resto i giovani che scendono in
piazza contro la corruzione non possono ignorare che proprio alla
corruzione egli ha dichiarato, fin da quando era a Buenos Aires, una
guerra senza quartiere.
E allora che la festa cominci e che il segnale arrivi chiaro e
forte anche in casa nostra. Nell’Italia e nell’Europa della crisi e
dello scoramento, la lezione brasiliana e quello che il Papa dirà in
questi giorni possono aiutarci a trovare il bandolo di una matassa
sempre più aggrovigliata. Il messaggio in fondo è semplice: nessun Paese
può crescere se, come ha ricordato proprio Francesco, viene rubata la
speranza ai giovani. I brasiliani questo lo hanno capito. Altro che tipi
da spiaggia. Forse da loro possiamo, anzi dobbiamo, imparare molto.
Mimmo Muolo, L'Avvenire, 21 luglio 2013
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