Don Martins, direttore degli eventi di Rio, spiega la scelta dei luoghi dove si terrà la XXVIII Giornata
il filo rosso degli appuntamenti
Il percorso costruito dai giovani brasiliani per vivere i giorni con il Papa si apre con la vocazione, passando per l’ascolto della Parola, il cammino assieme a Gesù, esemplificato nellaVia Crucis. Quindi lo stare con Cristo nellaVeglia e la conclusione domenica con il momento missionario
DAL NOSTRO INVIATO A RIO DE JANEIRO
MIMMO MUOLO
Finora aveva toccato - e trasformato in luoghi della fede - ippodromi e aeroporti, parchi naturali e banchine di porto. Oltre a città intere, come era successo a Manila nel 1995. Mai però la Gmg aveva avuto per cornice una spiaggia. Succederà per la prima volta a Rio de Janeiro, dove una delle spiagge più famose del mondo, Copacabana, ospiterà tre dei cinque eventi centrali della Giornata (Messa di apertura, accoglienza del Papa e Via Crucis), proiettando sull’evento una suggestione fortissima.
La conferma viene da don Renato Martins, direttore degli eventi centrali, oltre che responsabile della pastorale giovanile della diocesi carioca. «Quando abbiamo proposto Copacabana al cardinale Stanislaw Rylko, (presidente del Pontificio Consiglio per i laici, cioè il dicastero vaticano che ha la responsabilità organizzativa delle Gmg, ndr), la sua prima reazione è stata di sorpresa – racconta il giovane sacerdote –. Poi però ci siamo tutti convinti che era una scelta giusta, anche perché sappiamo dal Vangelo sappiamo che Gesù sulle spiagge della Palestina ha compiuto atti particolarmente importanti. Ad esempio la conferma di Pietro: 'Pasci le mie pecorelle'. Ora Pietro viene qui per confermare a sua volta nella fede i giovani di tutto il mondo». Don Martins ci riceve nel suo ufficio al settimo piano del Palazzo della Curia arcivescovile, diventato il quartier generale del Comitato organizzatore locale (Col). Ma in questi mesi i suoi uffici 'veri' sono stati Copacabana e Guaratiba, il sito ribattezzato 'Campus Fidei' (Campo della Fede), che si trova all’estrema periferia della metropoli e dove si svolgeranno gli altri due eventi centrali: veglia con il Papa e Messa conclusiva della Gmg.«Lo stesso cardinale Rylko ci aveva chiesto di infondere in questi eventi – ricorda – tutta la creatività del popolo brasiliano. Pensiamo di esserci riusciti, anche perché abbiamo adottato un metodo di lavoro di largo coinvolgimento ». In altri termini, spiega il sacerdote, «sono stati gli stessi giovani delle parrocchie e dei movimenti di Rio, in una serie di riunioni, a dirci le loro aspettative, sulla base delle quali abbiamo costruito un percorso di fede. Per gli aspetti artistici e musicali, poi, ci siamo rivolti a veri esperti, messi a disposizione da Rede Globo, la maggiore tivù brasiliana. Così la loro professionalità si è incontrata con la nostra proposta e ne è venuto fuori un arricchimento reciproco. Pensi – sottolinea don Martins – che il direttore artistico degli eventi non andava a Messa da 30 anni. Da quando ha cominciato a lavorare con noi è tornato in chiesa».
Prodigi della Gmg. Che quando chiama, bisogna rispondere. La dinamica vocazioneascolto- cammino-incontro con Gesù-missione è infatti alla base anche dell’itinerario che passerà attraverso i cinque eventi centrali. Spiega don Martins: «La Messa di apertura della Gmg (il 23 luglio) sarà il momento della vocazione. La festa di accoglienza del Papa (il 25) sarà imperniata sull’ascolto della Parola di Dio, la Via Crucis del 26 rappresenterà il cammino che ogni fedele deve fare insieme a Gesù: non possiamo essere suoi discepoli, se non prendiamo la nostra Croce e lo seguiamo. Quindi – prosegue il responsabile degli eventi centrali – la Veglia del 27 sarà il momento della riflessione, della preghiera, dello stare con Cristo. E infine la Messa di domenica 28 luglio il momento missionario. Saremo all’estrema periferia della città. Per annunciare il Vangelo – sottolinea don Martins – dobbiamo spingerci, come dice il Papa, in tutte le periferie e esistenziali e geografiche del mondo».
Secondo il sacerdote, questa Gmg cambierà non solo i giovani brasiliani, ma anche il modo in cui i loro coetanei di tutto il mondo percepiscono la realtà del Paese. «Tutti potranno vedere che la nostra è una fede gioiosa, accogliente, contagiosa. Una fede che davvero può cambiare il mondo». Don Renato accenna anche alle manifestazioni di piazza che si sono svolte in molte città nelle ultime settimane. «Al di là delle violenze che sono sempre da condannare – afferma – vedo in queste manifestazioni, alle quali hanno partecipato pacificamente anche molti ragazzi del Col, il segno di una volontà di riscatto e la consapevolezza che i giovani devono essere il motore del cambiamento ». La Gmg sarà un ulteriore stimolo, in questo senso. La prima Gmg che inizia su una spiaggia, la prima a spingersi fino all’estrema periferia. «Come dire – conclude don Martins – che il 'Campus Fidei' è tutto il mondo».
L’Avvenire, 20 luglio
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