«Mi hanno detto di abortire mio figlio. Nell’ecografia
sorrideva. Non potevo togliergli il piacere della vita, breve o lunga che
fosse», così Katyia Rowe, 26 anni, ha raccontato al quotidiano inglese Daily
Mail.
di Benedetta Frigerio
«Tuo figlio non potrà mai camminare né parlare».
E una fitta sconosciuta deve aver trapassato il cuore, la
mente, l’anima di sua madre che lo stava aspettando da più di sei mesi.
Katyia Rowe, 26 anni, ha raccontato così al quotidiano
inglese Daily Mail:
«Eravamo devastati per il fatto che ci avevano detto che
nostro figlio aveva delle anomalie cerebrali così gravi che la sua vita sarebbe
durata poco».
Ma lo shock peggiore lo provoca il medico che, anziché
consolare la coppia cercando una via per accompagnare almeno per un pezzo di
strada i genitori e il figlio, propone ai coniugi l’aborto. Katyia e il marito
coetaneo però non si rassegnano, vogliono vedere il loro bambino.
E l’ecografia con gli ultrasuoni mostra un bimbo sorridente:
«Le ecografie successive erano state pensate – rivela la madre – per mostrarci
le disabilità del piccolo, ma al contrario quello che si vedeva era che si
stava godendo già la vita da lì dentro».
Per questo, anche se non sanno quanto sarebbe durata la sua
esistenza, mamma e papà pensano sia assurdo privare il figlio della vita:
«Sapendo che non soffriva, volevo che si godesse la vita come poteva, sia
dentro sia fuori dalla mia pancia».
FOLLI O UMANI? «Era vivo in quel momento, che senso aveva parlarne come fosse morto?», hanno detto i due al quotidiano inglese, mentre raccontavano di essere concentrati sui preparativi per la possibile nascita.
FOLLI O UMANI? «Era vivo in quel momento, che senso aveva parlarne come fosse morto?», hanno detto i due al quotidiano inglese, mentre raccontavano di essere concentrati sui preparativi per la possibile nascita.
«Io – racconta Katyia – che non mi sentivo per nulla una
donna materna mi sono resa conto del contrario: non mi interessava nulla se non
prendermi cura di mio figlio». E «non ho mai avuto un momento di dubbio».
Non ci è nemmeno voluta una particolare forza d’animo o una certa predisposizione. Solo attenzione a quello che aveva sotto gli occhi:
«Dovevo solamente guardare all’immagine dell’ecografia e
alla vita del piccolo in grembo per ricordarmi che stavo facendo la cosa giusta
dandogli una chance». Non sapere quanto sarebbe vissuto, racconta ancora la
madre, le ha poi permesso di godere al massimo ogni istante in cui sua figlio
c’era.
Il piccolo, infine è nato e vissuto nove ore. L’hanno chiamato Lucian.
Rassegna
Stampa Cattolica | Educazione & Famiglia tratto da... http://www.reginamundi.info/
FOLLI o UMANI? Io direi tutte e due, perchè in questa società che di umano ha sempre...sempre meno....credo che FOLLIA e UMANITA' si sposano amabilmente, dal momento che, appunto, chi sceglie d'essere UMANO sino in fondo è giudicato un FOLLE da tutti; ma sono convinto che il nostro cuore di pietra...sta pian piano cambiando e sta cedendo il posto al cuore nuovo di carne, quel cuore che il Signore ci ha promesso, quel CUORE davvero UMANO che...dà un senso alla VITA!!! Grazie di cuore per questa storia meravigliosa di vera fede, vero amore..vera UMANITA'!!!!
RispondiEliminaRoby