Nel Vangelo Gesù ha fatto molti incontri che hanno cambiato la vita a molte persone: ricordiamo i tanti miracoli che attraverso l’incontro della fede in Gesù hanno stravolto la vita dei miracolati. lebbrosi, zoppi, ciechi… o uomini e donne peccatori come Matteo, l’adultera, la Maddalena , Zaccheo…
Ma c’è un incontro di Gesù, vicino ad un pozzo, luogo di incontro di persone che semplicemente si recavano lì per attingere acqua e spesso facevano anche due chiacchiere: l’incontro con la Samaritana.
Gesù incontra la donna in un luogo del quotidiano, non strettamente religioso. La semplice richiesta di un po’ di acqua genera una discussione che causa un profondo e salutare sconvolgimento nella donna.
Quando ci siamo incontrati ciascuno desiderava qualcosa, attendeva, pensava…Se non fosse stato per la sete, Gesù e la samaritana non si sarebbero mai incontrati. Se non fosse stato per il desiderio di incontrare qualcuno che riempisse la nostra vita, noi non ci saremmo mai incontrati. Parliamo di quell’incontro, di quell’istante particolare in cui è nato qualcosa di nuovo e abbiamo accettato di dissetarci a vicenda. Ci siamo presentati all’altro cercando qualcosa, pieni di sogni, aspettative, idee sull’amore e sul nostro partner ideale, immagini su cosa avremmo potuto fare con la persona giusta.
La nostra sete ci spingeva già ad immaginare l’acqua che avremmo voluto, e la sete dell'altro che ci interrogava già sulla nostra capacità di dissetare, di amare.
Momento magico a cui seguono altri momenti di piccoli disagi, parole dette e non dette, discorsi generici che nascondono un subbuglio interiore, si cerca di conoscersi meglio…
Nell’incontro con Gesù la samaritana preferisce mantenere il discorso su luoghi comuni, fa finta di non capire, non vuole impegnarsi in discorsi troppo seri. Ma un po’ alla volta Gesù le fa intuire che l’acqua che ha da offrirle può davvero dissetarla.
La nostra relazione è l’incontro di “due acque”: l’ebbrezza del primo bacio lascia il posto al desiderio di conoscere sempre di più “l’acqua” che l’altro ha da offrire.
La samaritana incontra Gesù e al culmine dell’incontro è profondamente sconvolta da un cambiamento profondo, capisce l’annuncio di Gesù, il dono di Dio.
All’inizio della nostra storia abbiamo sperimentato una serie di dinamiche forti e coinvolgenti. Ricordiamo i luoghi, i passi, i passaggi, le parole, i discorsi, le emozioni; abbiamo desiderato incontrarci in altre dimensioni della vita, abbiamo sentito di avere qualcosa da dire di noi e da scoprire nell’altro sulla nostra esperienza di fede, perché Dio c’entra con la nostra storia esattamente come c’entra tutto ciò che definisce la nostra identità personale.
Dio c’entra perché ci siamo incontrati, come una sola carne, con Lui per prometterci davanti a Lui amore, fedeltà per tutta la vita; lo abbiamo incontrato nel sacramento del matrimonio, ha approvato e benedetto la mostra unione e noi gli abbiamo creduto, abbiamo ricevuto il dono di Dio che ci ha trasfigurati.
La samaritana , felice del dono ricevuto, lascia la brocca vicino al pozzo e corre ad annunciare a tutti quello che le era successo, di avere incontrato Gesù. il messia.
Il nostro essere qui oggi con il desiderio di festeggiare il nostro primo incontro, gli anni trascorsi insieme ci dice che Dio c’entra: anche noi abbiamo abbandonato qualcosa per formare una famiglia, ma contemporaneamente come cristiani assumiamo il compito di crescere nella fede e con la nostra vita annunciare il dono di Dio, nella persona di Gesù incominciando dalla nostra famiglia.
Forse c’è un motivo più profondo che ci fa pensare che Dio c’entra: il Dio nel quale crediamo è amore. Gesù è per noi modello d’amore; nell’incrociare la sua storia incontriamo una Persona che ha fatto dell’amore l’unico motivo della sua vita. Ci può essere, allora, sintonia tra il modo di ragionare di Dio e il nostro modo di ragionare da sposati.
Come coppia abbiamo con noi la sorgente stessa di questo amore, una Persona,Gesù, che può insegnarci ad amare, non solo per un giorno, un anno ma per tutta la vita nella gioia e nel dolore.
Anche se il gioco tra aspettative e realtà non finisce mai, due persone che si amano dovrebbero partire dal presupposto che non si completeranno mai in nessun modo, ma, nonostante questo, si amano e che solo Dio è in grado di colmare quello spazio della nostra fragilità. Il nostro amore potrà essere pieno solo se si lascia condurre e riempire del suo amore.
In questa giornata di festa ci troviamo in tanti, condividiamo lo stesso cammino, le medesime gioie e fatiche e sicuramente avremo qualche domanda: offriamo tutto al Signore, ringraziamolo per questi anni, chiediamogli aiuto per il nostro cammino futuro. Ciascuno nutra la fede degli altri e venga nutrito dalla fede e dall’esperienza degli altri.
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