Il nostro Paese è fermo a causa
della corruzione, la vita della
gente stessa è spezzata a causa di una
mentalità negativa molto più radicata di quanto possiamo
immaginare.
di Lorena Bianchetti , in
A SUA IMMAGINE
corruzione, è una piaga della
Chiesa”. È stato Papa Francesco a pronunciare queste parole durante
il viaggio di ritorno da Manila.
Il papa affronta spesso il tema della corruzione, una piaga che,
purtroppo, continua a
distruggere la società e il cuore stesso dell’essere umano: “È tanto difficile
che un corrotto riesca a tornare
indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta
tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose”, ha specificato sempre il
pontefice.
Il nostro Paese è fermo a causa
della corruzione, la vita della gente stessa è spezzata a causa di una
mentalità negativa molto più
radicata di quanto possiamo immaginare. L’ho già scritto su questo
giornale ma non dimentichiamoci
che, fino a qualche tempo fa, l’eroe, nella nostra società, era
il “furbetto”, quello capace di
evadere il fisco o di riuscire nelle sue imprese a suon di mazzette e
conoscenze.
Una sfiducia a priori da parte di
molta gente ha fatto pensare che, per andare avanti, per
crescere professionalmente o
socialmente non era tanto importante il talento unito all’impegno ma le
conoscenze giuste. La corruzione non è solo quella purtroppo documentata dai
telegiornali come conseguenza di realtà mafiose, ma anche quella che striscia,
subdola, nella quotidianità delle persone. Non si deve chiedere un favore
particolare per ottenere il permesso capace di far partire un’attività
professionale onesta e la burocrazia non può essere vista come un nemico da
buggerare per poter iniziare a sperare. Non ci si può sedere di fronte a un
meccanismo perverso, non lo si può subire perché “le cose tanto vanno avanti
così”; insomma, la corruzione non può e non deve essere un costume legalizzato
tacitamente.
L’onesto non deve sentirsi
ingenuo o non di carattere e non può avere la sensazione di essere
completamente abbandonato e
isolato. L’impunità di chi non sceglie la legalità non deve avere la
meglio e la condanna, anche dai
parte dei media del maledetto è fondamentale per ripristinare
un modello culturale capace di
sovvertire un pus che, purtroppo, ha segnato parte delle giovani
generazioni. Come ripartire? Con
l’impegno di tutti e specialmente delle figure istituzionali che
devono essere modello di pulizia
e correttezza.
Le cronache degli ultimi tempi
hanno innescato sfiducia e sono stati, psicologicamente, un
deterrente per chi non ha
l’interezza di scegliere il bene: “Se lo fanno loro, io non sono mica
stupido...”. Mi è capitato di
sentire frasi del genere! Dire “no” in modo fermo a tutto ciò che è evasione,
illegalità, corruzione deve essere spontaneo, automatico ogni giorno, anche
nelle cose più
piccole. Anzi, è da queste ultime
che si deve partire per non entrare in un circolo vizioso che non solo offende
la nostra dignità, le nostre capacità, ma che alimenta anche un meccanismo
perverso
capace, oltretutto, di spaventare
chi, dall’estero, vorrebbe investire nel nostro paese e quindi
bloccare la famosa crescita di
cui c’è tanto bisogno.
Lorena Bianchetti,
giornalista e conduttrice di A Sua Immagine
F A C C I A M O
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