martedì 3 marzo 2015

Un “no” deciso all’illegalità


Il nostro Paese è fermo a causa della corruzione, la vita della

 gente stessa è spezzata a causa di una
 
mentalità negativa molto più radicata di quanto possiamo 

immaginare.


Ricordiamo questo: peccatori sì, corrotti mai!

di Lorena Bianchetti , in  A SUA IMMAGINE


Dobbiamo chiedere perdono, quei cattolici, quei cristiani che scandalizzano con la loro
corruzione, è una piaga della Chiesa”. È stato Papa Francesco a pronunciare queste parole durante
il viaggio di ritorno da Manila. Il papa affronta spesso il tema della corruzione, una piaga che,
purtroppo, continua a distruggere la società e il cuore stesso dell’essere umano: “È tanto difficile
che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose”, ha specificato sempre il pontefice.

Il nostro Paese è fermo a causa della corruzione, la vita della gente stessa è spezzata a causa di una
mentalità negativa molto più radicata di quanto possiamo immaginare. L’ho già scritto su questo
giornale ma non dimentichiamoci che, fino a qualche tempo fa, l’eroe, nella nostra società, era
il “furbetto”, quello capace di evadere il fisco o di riuscire nelle sue imprese a suon di mazzette e
conoscenze.

Una sfiducia a priori da parte di molta gente ha fatto pensare che, per andare avanti, per
crescere professionalmente o socialmente non era tanto importante il talento unito all’impegno ma le conoscenze giuste. La corruzione non è solo quella purtroppo documentata dai telegiornali come conseguenza di realtà mafiose, ma anche quella che striscia, subdola, nella quotidianità delle persone. Non si deve chiedere un favore particolare per ottenere il permesso capace di far partire un’attività professionale onesta e la burocrazia non può essere vista come un nemico da buggerare per poter iniziare a sperare. Non ci si può sedere di fronte a un meccanismo perverso, non lo si può subire perché “le cose tanto vanno avanti così”; insomma, la corruzione non può e non deve essere un costume legalizzato tacitamente.

L’onesto non deve sentirsi ingenuo o non di carattere e non può avere la sensazione di essere
completamente abbandonato e isolato. L’impunità di chi non sceglie la legalità non deve avere la
meglio e la condanna, anche dai parte dei media del maledetto è fondamentale per ripristinare
un modello culturale capace di sovvertire un pus che, purtroppo, ha segnato parte delle giovani
generazioni. Come ripartire? Con l’impegno di tutti e specialmente delle figure istituzionali che
devono essere modello di pulizia e correttezza.

Le cronache degli ultimi tempi hanno innescato sfiducia e sono stati, psicologicamente, un
deterrente per chi non ha l’interezza di scegliere il bene: “Se lo fanno loro, io non sono mica
stupido...”. Mi è capitato di sentire frasi del genere! Dire “no” in modo fermo a tutto ciò che è evasione, illegalità, corruzione deve essere spontaneo, automatico ogni giorno, anche nelle cose più
piccole. Anzi, è da queste ultime che si deve partire per non entrare in un circolo vizioso che non solo offende la nostra dignità, le nostre capacità, ma che alimenta anche un meccanismo perverso
capace, oltretutto, di spaventare chi, dall’estero, vorrebbe investire nel nostro paese e quindi
bloccare la famosa crescita di cui c’è tanto bisogno.

 Lorena Bianchetti, giornalista e conduttrice di A Sua Immagine


F A C C I A M O 



Nessun commento:

Posta un commento