domenica 11 aprile 2010

Credo la chiesa una, santa, cattolica, apostolica

La Chiesa, come comunità dei discepoli di Gesù, comunità degli uomini come popolo di Dio, di tutti gli uomini, perché tutti creati a sua immagine e somiglianza, chiamata indistintamente a far parte del suo Regno; chiamata alla santità anche se peccatrice, fiduciosa nella misericordia di Dio che sa di che pasta siamo fatti ; apostolica perché basata sull’insegnamento degli Apostoli, testimoni della vita e dell’insegnamento di Gesù.

La chiesa di Cristo fondata su Pietro: “ Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” ( Mt 16,18)

A Pietro e i suoi successori il compito di tenere uniti nella fede tutti i seguaci di Gesù. Assieme al successore di Pietro, ai vescovi tutti formiamo un solo corpo, il popolo di Dio: la Chiesa,

La Chiesa è suddivisa in tante altre piccole chiese, che trovano al loro interno delle specifiche proprie, ma tutte unite dalla stessa fede e dallo stesso Signore.

Non si vuole qui fare un trattato teologico o biblico sulla Chiesa perché, penso, che tutti abbiamo una conoscenza di ciò che La Chiesa è, ma non tutti la pensiamo allo stesso modo quando si tratta di ciò che avviene nella Chiesa. Per capirci quando diciamo “Chiesa” indichiamo tutta la comunità cristiana a cominciare dal Papa fino all’ultimo dei fedeli, e a tutti coloro che ne faranno parte, a tutti gli uomini giusti che per motivi vari non ne fanno ancora parte. Questo perché deve stare a cuore di ogni discepolo di Gesù che tutti gli uomini giungano a Lui.

Per chi si occupa di catechesi è importante conoscere la Chiesa dal di dentro, nel suo camminare in mezzo al mondo; non avere la pretesa che tutto vada sempre bene perché sbagliare è proprio dell’uomo; sarebbe un falso ottimismo che non va da nessuna parte; desiderare una chiesa santa anche se peccatrice, perché la Chiesa è Santa perché Gesù, suo Capo è santo.

L’operatore di catechesi, dal Papa all’ultimo cristiano impegnato, deve tenere presente questo stato, conoscerlo per seminare nel terreno più adatto, evitare gli errori del passato.

In questo primo approccio lascio la parola, con alcune citazioni, a Ernesto Olivero, fondatore del Sermig di Torino, dal suo libro “ Il lungo cammino verso Dio”, in modo che ognuno si confronti in modo pratico e costruttivo, trovi delle risposte alle proprie ansie e aspettative ecclesiali.

“ Nelle stesse strutture della Chiesa ci sono tanti battezzati dalla mentalità pagana. Ma Gesù non ha mai rimandato indietro un pagano per il fatto che era pagano. Non ha mai rifiutato nessuno. A molti nella Chiesa piace soprattutto il potere. Ma la Bibbia è piena di personaggi di potere che diventano mezzo per il bene. Ciro, per esempio. La Chiesa raccoglie e accoglie tutta l’umanità, peccatrice com’è. Guai a quelli che pensano ai cristiani come a una società di puri. Non ci sarebbe Cristo, lì in mezzo. Invece nella Chiesa così com’è c’è Cristo, ieri, oggi, sempre”.

“Ci sono anche tanti santi e saggi che vivono nel nascondimento e che invece bisognerebbe conoscere di più perché ci aiutino con la loro santità e il loro discernimento”.

“Ci sono anche tante cose che non vanno, esse riflettono i nostri stessi limiti: l’attaccamento, il possesso, l’invidia, la gelosia, la vanità, la superbia…ci sono troppe disuguaglianze. Tutti i figli di Dio, donne e uomini con pari dignità, dovrebbero essere valorizzati nelle loro differenze, nelle loro specificità, nelle loro ricchezze,nei loro doni…

Uomini e donne di provata fede, saggi, buoni, competenti, potrebbero avere un ruolo importante in strutture necessarie alla vita della Chiesa”.

“Sarebbe bella una Chiesa in cui chi vuole farsi sacerdote fosse severamente vagliato da donne e uomini di Dio. Invece c’è ancora la caccia alla vocazione nei paesi poveri, nell’illusione di non far morire qualche congregazione, qualche istituto, qualche seminario”.

“La Chiesa è il luogo della misericordia e della riconciliazione, dove si sperimenta profondamente la presenza di Gesù nella nostra vita, di Gesù che guarda al mondo con la sua tenerezza”.

“La Chiesa è il luogo dove, così come siamo, cerchiamo con fatica e con fiducia rinnovata ogni giorno, di vivere i principi fondamentali del nostro credo: amare il fratello, porgere l’altra guancia, perdonare, avere fiducia contro ogni apparenza, vivere il dolore come un’avventura d’amore. Per questo la Chiesa non può essere il luogo dell’ipocrisia ma solo quello dell’accoglienza senza discriminazioni”.

“Si impara, si può imparare a essere Chiesa. Non c’è nessuna opposizione tra Gesù e la Chiesa, è la stessa cosa, la Chiesa è Cristo da vivere insieme con gli altri. Se non si è cristiani in mezzo agli altri, nella fatica delle relazioni umane di ogni giorno, allora non si crede all’Incarnazione, al Dio fatto uomo, all’Emmanuele in mezzo a noi. Si rimane dei teorici, degli gnostici, dei superbi dispersi nei pensieri del proprio cuore”.

“Perciò la sapienza della Chiesa ha previsto il padre spirituale, le comunità, le parrocchie, i gruppi, la famiglia, luoghi-chiesa, in cui piano piano crescere lungo tutta la vita, punti di riferimento della progressiva consapevolezza spirituale”.

“La Chiesa universale riflette quella locale e viceversa, e in ogni comunità (là dove sono due o più riuniti nel mio nome…) si comprende vivendo cosa significhi Chiesa. Una comunità che ha incontrato l’amore di Cristo e ha capito che è l’ultima parola sul mondo, la chiave della pace e dell’armonia dei cuori. Una comunità che vuole condividere con tutti il tesoro che ha trovato e che è Chiesa che sogna il Signore, Chiesa dove tutti partecipano, gerarchia con cui tutti possono dialogare; dove i sacerdoti non sono lasciati soli ma aiutati a vivere insieme, dove le comunità religiose accolgono chi soffre, dove nessuno è tagliato fuori”. Dal capitolo, “La Chiesa che c’è, la Chiesa che vogliamo

La chiesa siamo noi!

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