giovedì 22 aprile 2010

La fede per l'uomo che crede

La fede fa riferimento al Vangelo, alla Parola che da sempre annuncia Gesù Cristo. Nella Parola, la Bibbia e la predicazione, troviamo tanti motivi per credere e far crescere la nostra fede.

1 Cor 1,21 “ E’ piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione”,

Stoltezza della predicazione per chi non crede se non vede, per chi tutto vuole capire, spiegare con la sola ragione, per chi non vuole credere alla condanna della croce inflitta ai malfattori e fra questi ultimi, Gesù figlio di Dio.

Rom 1,16 “L’evangelo è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”

Potenza di Dio perché la fede è dono di Dio, è chiamata personale che esige risposte concrete. La fede è grazia data da Dio mediante il sacramento del Battesimo: diventiamo figli di Dio in Gesù Cristo e suoi eredi.

La fede nasce, cresce, nell’ascolto della Parola:

Rom 10,14: “Come crederanno in Colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati’

Rom 1,5 “ Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli per suscitare

l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo”.

Dei Verbum 1,4 “ A Dio che rivela è dovuta l’obbedienza della fede (Rom 16,26;1,5; 2Cor 10,5-6), per la quale l’uomo si abbandona a Dio liberamente, prestando il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà a Dio che rivela e dando il proprio assenso volontario alla rivelazione fatta da lui. Perché si possa prestare questa fede, è necessaria la grazia di Dio che previene e soccorre, e gli aiuti dello Spirito Santo, il quale muove il cuore e lo rivolge a Dio, apre gli occhi della mente, e dà a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità.

Affinché poi l’intelligenza della rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni”.

La fede apre l’uomo alle proposte del Vangelo

Mt 4,17 “ Convertitevi perché il Regno dei cieli è vicino”

Mt 5,1-12 Beati i poveri di spirito, i miti, quelli che hanno fame e sete di giustizia, i puri di cuore, gli operatori di giustizia, i perseguitati per la giustizia…

Mt 7,7-8 “ Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete , bussate e vi sarà aperto”.

Mt 7,21 “ Non chiunque mi dice Signore, Signore entrerà nel Regno dei cieli, ma colui che farà la volontà del Padre mio”.

Tutte le guarigioni effettuate da Gesù hanno un rapporto di vera fede: lebbroso, centurione, indemoniato, paralitico ,cieco…la tua fede ti ha salvato.

Mt 11,28-29 “ Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro…imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per la vita”.

Mt 12,50 “ Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli per me è fratello,

sorella e madre”.

Lc 18,17 “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me.

Lc 15,7 “ Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione”.

Tutta la Bibbia è una miniera di proposte per la nostra fede: nell’antico testamento seguiamo gli interventi di Dio presso il popolo da lui eletto, legato a lui da un patto di alleanza: io sono il tuo Dio, tu il mio popolo…

Nel nuovo testamento si compiono e si completano le promesse di Dio a Israele: nasce il nuovo popolo di Dio con la nuova alleanza con la morte e risurrezione di Gesù.

La Bibbia non è un romanzo: leggendo e riflettendo dobbiamo scoprire le meraviglie di Dio, confrontare la nostra vita con la verità che lo Spirito ci comunica e con la nostra professione di fede aderire all’amore di Dio per noi.

La fede si rende presente nei segni del Battesimo e della Cena

Battesimo e Cena sono due sacramenti pieni di doni : lo Spirito Santo ci riempie dei suoni doni e ci inonda di grazia.

L’angelo saluta Maria, la ragazza di sedici anni, colei che doveva diventare la Madre di Gesù,” Ti saluto, Maria, piena di grazia”, cioè piena dei doni del Signore, piena di Dio.

Il Battesimo cancella in noi ogni peccato compreso quello ereditario del peccato originale, ci rende illibati e santi al cospetto di Dio, ci conferisce “il dono dello Spirito Santo” (Atti 2,38), il quale “ora fa salvi anche voi, non lavando le sozzure del corpo, ma domandando per voi a Dio una buona coscienza, mediante la resurrezione di Gesù” (1 Pietro 3,21).

Col 2,12 “ Anzi con lui mediante il battesimo, siete stati sepolti e con lui siete risorti per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti”.

2Cor 1,12 “La nostra gloria, infatti è questa: la testimonianza della nostra buona coscienza di esserci comportati nel mondo , e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio, non con la sapienza umana, ma con la grazia di Dio”.

1Giov 3,18-19 “ Figlioli miei, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo i nostri cuori”.

1Cor 15,12-19 ”Se si predica dunque che Cristo è risuscitato da morte come mai alcuni di voi dicono che non esiste la risurrezione dei morti? Ma se non v’è risurrezione dei morti, nemmeno Cristo è risorto. Ora, se Cristo non è risorto, è vana la nostra predicazione, e vana è pure la vostra fede…Se non riponiamo la nostra speranza in Cristo risorto in questa vita, siamo i più miserabili di tutti gli uomini”.

La Cena per i cristiani è un sacramento, momento di grazia, alimento spirituale, momento di fraternità e comunione: ci unisce nella fede.

Siamo santificati dal sacrificio di Gesù, morto sulla croce per noi con spargimento di sangue.

Rinnoviamo ciò che Gesù ci comandò nell’ultima cena in sua memoria: rinnovare la nuova alleanza nel suo sangue, versato per noi.

Partecipiamo anche noi al sacrificio di Gesù, nutrendoci del suo corpo e del suo sangue.

Giov 6,48-53 “ Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna del deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo: Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo…- Come può costui darci la sua carne da mangiare?…In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita”.

Rom 6,13 “Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi strumenti di giustizia”

Rom 12,1,3-5 “Vi esorto fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio…Poiché come in un solo corpo abbiamo molte membra, e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo”.

La fede si concretizza nell’obbedienza all’azione di Dio in Gesù Cristo

Gesù è l’inviato di Dio ed è attraverso Gesù, il suo operato, la sua nuova legge, “non crediate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto ad abolire, ma a completare” (Mt 5,17), che Dio vuole la nostra obbedienza nella giustizia e nell’amore. Vuole che siamo il sale della terra, la luce del mondo, che accumuliamo tesori nel cielo, che non ci preoccupiamo delle cose terrene, di cercare prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia.

Riflettiamo sul rapporto di Gesù con chi si avvicina a lui: Gesù sa chi è davanti a lui, i suoi occhi penetrano i bisogni e i sentimenti dell’altro, vuole che l’altro faccia il primo passo, che abbia fede in lui, che prenda coscienza e decida di seguirlo. Dio non obbliga nessuno, ma vuole che noi lo accettiamo consegnandoci a lui.

Gesù si interessa a tutti, bambini, donne, uomini, peccatori, adultere e prostitute, farisei, ebrei, samaritani, mercanti, peccatori, contadini, soldati…nessuno escluso; a volte loda, stimola, rimprovera, inveisce, perdona…Non sarà difficile trovare una pagina che ci riguarda nella quale Dio parla ad ognuno di noi; una frase potrebbe sconvolgere la nostra vita.

Una testimonianza del Cardinale Carlo Maria Martini ci sia di esempio e stimolo: in Conversazioni notturne a Gerusalemme alla domanda perché crede in Dio? E come lo sente?, risponde:

“ I miei genitori mi hanno donato la fede in Dio, mia madre mi ha insegnato a pregare. A scuola per me sono stati importanti gli amici, mi hanno rafforzato nella fede. L’Italia, la mia patria, fa parte dell’Europa cristiana: basta aprire gli occhi per vedervi molte testimonianze della fede. Essendo gesuita, gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio mi hanno reso interiormente forte nel rapporto con Dio. Giovanni, il discepolo prediletto, è il mio accompagnatore nell’amicizia con Gesù. Nella mia vita molti compiti, anche le difficoltà, mi hanno mostrato che posso avere fiducia. La guerra, il terrorismo, le paure personali: quante volte sono stato salvato! Ho incontrato molte brave persone. La vita mi ha dimostrato che Dio è buono e prepara la strada per ciascuno di noi. E’ stato sempre mio dovere parlare della fede ed è stato il miglior modo per imparare. Spesso è sufficiente sapere ascoltare bene. Nella diocesi di Milano i giovani mi hanno molto aiutato a cercare risposte a nuove domande. Si impara a credere soprattutto avvicinando altre persone alla fede.

Sentire Dio è la cosa più semplice e al tempo stesso più importante della vita. Posso sentirlo nella natura, nelle stelle, nell’amore, nella musica e nella letteratura, nella parola della Bibbia e in molti altri modi ancora. E’ un’arte dell’attenzione che occorre apprendere come l’arte di amare o di essere capaci nel lavoro”.

E più avanti “ Senza la morte non saremmo in grado di dedicarci completamente a Dio. Terremmo aperte delle uscite di sicurezza, non sarebbe vera dedizione. Nella morte invece, siamo costretti a riporre la nostra speranza in Dio e credere in lui. Nella morte spero di riuscire a dire questo sì a Dio”.


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