domenica 27 giugno 2010

Il catechista ha un solo annuncio da fare: Gesù di Nazaret

Il catechista, operatore di catechesi deve Annunciare Gesù

La catechesi deve portare a conoscere Gesù e a decidersi per lui, aderire alla sua persona: è lui che plasma la nostra vita, la riempie e ne diventa la ragione attraverso la conoscenza, l’interiorità del suo messaggio, la docilità della fede attraverso l’amore.

Evangelizzare Gesù significa anzitutto presentarlo nella sua esistenza concreta e nel suo messaggio, quale fu trasmesso dagli Apostoli e dalle prime comunità cristiane. Egli appare come “l’Uomo perfetto”, che “ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo”. “Nessun uomo ha mai parlato come parla costui”, con autorità, con libertà e dolcezza, indicando le vie dell’amore, della giustizia, della sincerità. Nessuno ha parlato agli uomini del mistero di Dio, come Lui, rendendo ad essi possibile un’alta esperienza del Padre, che è nel segreto e vede nel segreto, che è pronto alla misericordia.(Rinn.Catechesi 59)

- Presentare Gesù nella sua esistenza concreta e nel suo messaggio

I vangeli sono la storia e la vita di Gesù: in essi troviamo l’insegnamento per la nostra vita cristiana nella Parola del Figlio di Dio e contemporaneamente l’esempio dell’uomo Dio. Non possiamo insegnare ad altri senza una conoscenza dei vangeli, senza possedere un discernimento dei messaggi che ci arrivano, senza avere fatti nostri i sentimenti di Gesù.

Pertanto:

- E’ necessario l’ascolto: “ le parole non sono tutte uguali, come le voci che esistono dentro di noi. Tra loro c’è una regina: la Parola. La parola è luce, pane: illumina, riscalda, nutre. Se l’accogli dissipa la tua oscurità. Tu dici chi sei, cosa fare, dove andare”.

- Nutrirsi è d’obbligo: la lettura. Al Libro, la Bibbia, come alla terra, chiediamo un supplemento di vita, un duplicato di identità. La lettura è speculare. Quando non sei felice, chiedi al testo davanti a te di dartela. Quando non hai amore, chiedi amore.

- Confrontarsi: è consegnarsi come fa il seme con la terra. “Per un giovane in cammino è pane avere un sacerdote saggio come guida. Il seme non è l’albero. Il seme deve accettare la sfida del terreno, deve scomparire e vivere nell’oscurità. Ha fiducia che dalla sua morte, nascerà qualcosa”.(don Carlo Terraneo, bollettino salesiano febbraio 2010)

Gesù attende la risposta della nostra parola alla sua Parola, la parola che abbiamo assorbito, la vita che lui ha vissuto tra noi, ha dato per noi.

- Presentare Gesù quale fu trasmesso dagli apostoli e dalle prime comunità cristiane

I Padri nelle loro catechesi fanno ampi riferimenti all’Antico e Nuovo Testamento: In questo modo da una parte si afferma che le promesse del Primo Testamento trovano attuazione nel Secondo, dall’altra che c’è un’unica storia di salvezza. Il primo trova compimento nel secondo, ma anche il Nuovo è illuminato dall’Antico. Il costante riferimento alle Scritture fa conoscere il Volto di Dio, suscita una risposta di fede, rende partecipi alla storia della salvezza; la preghiera ci fa desiderare, ci spinge a cercare il Volto di Dio.

Durante la nostra catechesi bisogna annunciare la salvezza, fare risuonare la Parola come primo annuncio.

Gradualmente esporre una rielaborazione dei fatti, non citare letteralmente, sottolineando la portata salvifica. Gli eventi dell’antico testamento, i personaggi devono man mano trovare significato e piena attuazione in Cristo e nella chiesa. Il racconto dei fatti deve evidenziare l’amore di Dio per gli uomini e la risposta degli uomini all’amore di Dio.

In questo modo la catechesi è un servizio alla Parola che segue il primo annuncio, accompagna nella crescita, rafforza durante la maturità cristiana:

“ Eri chiamato catecumeno ed eri come avvolto da un suono che riecheggiava esternamente; udivi la Scrittura, ma senza comprenderne la profondità. Quel suono ora, che sei accolto tra gli illuminandi, non ti avvolge più, ma riecheggia dentro di te, perché lo Spirito, dimorando in te, fa della sua mente una dimora divina”. ( Cirillo di Gerusalemme)

“ Quando si tratta dei santi e divini misteri della fede, non bisogna presentarne neppure la minima particella senza l’appoggio delle Sacre Scritture”. ( Cirillo di Gerusalemme)

La catechesi deve introdurre i credenti nella pienezza dell’umanità di Cristo, per farli entrare nella pienezza della sua divinità. Lo può fare in molti modi, muovendo da premesse e da esperienze diverse, seguendo metodi diversi, secondo l’età, le attitudini, la cultura, la problematica, le angosce e le speranze di chi ascolta. (Rinnov. Catech. 60)

Il vangelo fu annunciato all’uomo: Gesù ha per ognuno una parola di salvezza, conforto, speranza, amore. Seguendo Gesù si diventa uomo giusto.

“Chiunque segue Cristo, l’Uomo perfetto, si fa lui pure più uomo” Questa catechesi su Cristo è già una prima risposta ai problemi umani, anche per coloro che non hanno il dono della fede. Essa poi vuole abilitare i credenti a riferirsi costantemente alla vita e alla parola di Cristo, nel quale trovano la pienezza di ogni grazia e verità”.(id.61)

Gesù, Figlio di Dio ci chiama all’amore divino per avvicinarci alla sua divinità.


Questo Gesù, infatti, “Dio lo ha costituito Signore”. Egli stesso si è proclamato Figlio di Dio e si è appropriato il nome di Dio. È’ il “Figlio proprio” di Dio, “l’immagine del Dio invisibile ; “inabita in Lui corporalmente tutta la pienezza della divinità”. È il Verbo di Dio che si è fatto carne e che abitò tra noi; è il Dio unigenito che ci ha fatto conoscere il Padre”.(id.62”


Gesù è il Risorto...

“L’annuncio più completo e possente, che contiene ogni altra verità su Gesù Cristo, è quello sempre proclamato dagli Apostoli: “questo Gesù, Dio lo ha veramente risuscitato, e noi tutti ne siamo testimoni”. È la pasqua di Cristo: essa riprende e compie la pasqua del vecchio testamento; costituisce il centro dell’economia di salvezza del nuovo testamento, fondamento della Chiesa, primizia delle nuove terre e dei nuovi cieli”. (ib.67)

- Il catechista deve camminare insieme a Gesù

Il catechista è un chiamato speciale di Dio e come tale diventa un operatore di catechesi, un annunciatore, ma non un annunciatore qualsiasi, ma uno che fa risuonare, riecheggiare, rivivere la Buona Novella di Gesù, anzi Gesù stesso, è Gesù che ha posto la sua dimora presso di lui.

Parlare con cuore e intelligenza al cuore e alla mente di chi ascolta, in modo da mostrare che è l’amore di Gesù che spinge, che manda avanti il messaggio di vita eterna.

Nella preghiera fare rivivere la presenza di Gesù in noi in questo momento e nella vita: Gesù deve camminare assieme, vicino, come per i discepoli di Emmaus, ai quali spiegava le Scritture che si erano avverate, per poi farsi riconoscere al momento di spezzare il pane.

Gesù lascia ai suoi discepoli, il compito di diffondere il meraviglioso annuncio: tra questi ci sono, non ultimi, gli operatori di catechesi, i catechisti che insegneranno come cercare Gesù, come amare Gesù, come testimoniare Gesù. Seguire Gesù anche nel modo di annunciare il suo Vangelo perché chi meglio di lui poteva farlo?

Attenzione! “Non sono i vari inviti che educano e fanno sì che i ragazzi vengano da noi, ma è la curiosità sorta nel loro cuore che li spinge a venire e vedere dove abita il Maestro. Se il Maestro è l padrone del mio cuore, certamente i ragazzi ( e non solo loro) saranno incuriositi.
Ad ognuno spetta solo di testimoniarlo, di vivere la verità del nostro cuore. Lo stesso vale anche per le associazioni, i movimenti, gruppi ... congregazioni religiose. Se la loro vita non effonde la Verità, tanto da suscitare la meraviglia, vani sono gli inviti a farne parte”
( Ady, da forum di netcrim.org “I ragazzi e la fede”).



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