Nessuno accende una lampada per metterla sotto il moggio
Lc
11 33-35 “ Nessuno accende una lampada e poi la mette in un luogo
nascosto o sotto il moggio, ma sul candelabro, perché chi entra veda la
luce.
La lampada del corpo è il tuo occhio. Quando il tuo occhio è
semplice, anche il tuo corpo sarà luminoso; ma se è cattivo, tutto il
tuo corpo è tenebroso. Bada dunque che la luce che è in te non sia
tenebra”.
Quando ero ragazzo, sentivo dire spesso che “ gli occhi
sono lo specchio dell’anima”. Nei nostri occhi gli altri leggono la
nostra anima, il nostro essere uomini buoni o cattivi; il nostro sguardo
attento o distratto, presente o lontano, sguardo che sa ascoltare,
sguardo stanco o annoiato, sguardo che si illumina ovvero spento,
sguardo che ama o che odia. Chi di noi non fatto questa esperienza?
Gli
occhi sono luce che il nostro corpo emana e rivela il nostro essere,
luce che guida tutto il nostro corpo, le sue azioni fisiche e il nostro
spirito.
Il nostro sguardo può essere offuscato o illuminato, può
indicare bene o male dipende da dove lo puntiamo, cosa guardiamo, cosa
vogliamo. Gi occhi sono uno specchio di quello che abbiamo dentro di
noi, gli occhi parlano di noi.
Con gli occhi noi trasmettiamo noi stessi, gli occhi sono il nostro primo biglietto da visita.
“La
lampada del corpo è l’occhio”: gli occhi sono una spia che si può
accendere o spegnere; gli occhi vedono, ma soprattutto attraverso gli
occhi si vede, si può trasmettere luce, occhi che irradiano e invitano
ad un sorriso, occhi che si chiudono che nascondono qualcosa, rimangono
nel buio.
“Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande
sarà la tenebra!”: un abisso che nascondiamo dentro di noi, una luce
fatta morire, una strada da percorrere al buio che non possiamo vedere o
mostrare. La luce avvicina, la tenebra allontana. Gli occhi che non
lasciano entrare la luce sono specchio di un’anima che non ama.
“
Se il tuo occhio è semplice tutto il tuo corpo sarà luminoso”: occhi
che trasmettono luce, che illuminano la strada da percorrere, da
indicare ad altri. Gli occhi che permettono di fare entrare la luce sono
specchio di un’anima che ama, che irradia.
Cosa vuol dirci Gesù
usando questa parafrasi di luce e tenebra? E’ un invito a guardarci
dentro e specchiarci verso l’esterno. Chi siamo, cosa trasmettiamo, da
dove attingiamo luce o tenebra? Quale la nostra scelta?
L’apostolo
Giovanni ci dice che Gesù è la luce che illumina ogni uomo…in Lui è la
vita e la vita è la luce degli uomini. Gesù si propone all’uomo, lo
invita a seguire la Luce, Dio amore.
Ci invita ad essere luce da far
vedere, mostrare, testimoniare, luce che non va nascosta, luce che è e
dà vita, luce che dà, comunica e condivide amore. Amore che ama altri
fratelli, che fa crescere la comunità sull’esempio di Gesù che da
dodici, diventano settantadue, poi migliaia e…continua a crescere.
Gesù che
“ venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio”Giov 1,11-12.)
Gesù
si rivolge all’uomo, a tutto l’uomo, spirito e corpo, all’uomo libero
di scegliere il bene come il male, di abbracciare la luce o la tenebra,
di amare o odiare, e di conseguenza a tutta la persona e con la persona
il senso e la direzione profonda della vita: una vita luminosa o una
vita tenebrosa, farsi affascinare dalla luce o dall’inganno delle
tenebre?
“Se un tempo eravate tenebre, ora siete luce del
Signore, comportatevi perciò come figli della luce; il frutto della luce
consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito
al Signore e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre. Ma
piuttosto condannatele apertamente… Per questo sta scritto: “Svegliati, o
tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,8-14).
Ci affascini la Parola, la luce, l’Amore che rapisce e trascina.
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