Discernimento nello Spirito Di Padre Augusto Drago Nei miti antichi troviamo uno spunto che può aiutarci a capire che cosa significhi discernimento nello Spirito. L’incanto si trasformava in tragica sciagura: le sirene divoravano senza pietà gli sventurati marinai. Apollonio di Rodio racconta che, in vista dell’isola “bella dove le melodiose sirene incantano ed uccidono”, gli argonauti furono salvati da un canto così sublime da superare e vincere quello delle sirene. Era il canto di Orfeo, intonato con la sua meravigliosa ed epica cetra.
Cosa sarà mai questo canto? Chi vuole rappresentare nell’ambito del discernimento? Certamente è il canto, più forte e più melodioso che possa immaginarsi: il Canto dello Spirito, quello che proviene dal paese trinitario, là dove tutto è canto e danza d’Amore e di Luce. E quando abbiamo fatto le nostre scelte, in che misura possiamo essere certi che siamo guidati dallo Spirito? Per rispondere a queste domande importantissime per il nostro cammino spirituale, dobbiamo vedere prima di tutto, come lo Spirito si dona a noi ed opera in noi. Ci sono tre modi, che a loro volta determinano una triplice fedeltà. Il primo modo con cui lo Spirito opera in noi, è quello dell’illuminazione interiore o ispirazione. E’ per esempio, il caso delle profezie, del formarsi nel cuore e nella mente una parola interiore, o altro di simile. Il secondo modo è quello della mozione, o come la chiamano i teologi spiritualisti, “grazia di forza” che ti spinge ad agire in modo spirituale. Questi primi due modi sono di per sé inseparabili. Nella vita spirituale, prima di agire, occorre aver ricevuto la divina ispirazione o illuminazione interiore. Poi si agisce sotto la spinta della forza dello Spirito, il quale infonde all’anima il coraggio e la determinazione a fare ciò è chiamata a compiere. Se si dovesse agire solo con l’illuminazione interiore, senza aspettare la grazia della mozione, cadremmo nella fretta, nella precipitazione e quindi, potremmo rovinare l’opera di Dio in noi. Senza contare poi il fatto che, nell’agire, i protagonisti saremmo noi e non lo Spirito. Questi due modi pertanto devono rimanere l’uno consequenziale dell’altro. Il terzo modo è quello in cui lo Spirito opera mediante delle grazie mistiche, anche con segni visibili: basti pensare a quei santi che hanno ricevuta la grazia della stigmatizzazione, apparizioni, o altro di simile. Si tratta di anime che hanno ricevuto favori straordinari da parte di Dio.
Anzitutto l’ispirazione o illuminazione interiore non è un istinto. L’impulso è qualcosa di naturale, una disposizione, una spinta interna che appartiene all’indole, all’inclinazione abituale del proprio modo di essere e che sfugge alle volte al controllo della ragione e della mente, come quando si agisce o si parla d’istinto. Insomma è una disposizione umana, dove lo Spirito Santo non c’entra per nulla. Appartiene al mondo delle emozioni. L’ispirazione o illuminazione, è qualcosa di più profondo e di luminoso, che non può provenire dalla semplice natura umana, perché porta in sé il carattere di una realtà che non è nell’uomo. Ma anche qui occorre un sano discernimento. Quando La luce dello Spirito è luminosa, ma non sempre chiara in tutti i suoi elementi. Diventa chiara adagio adagio, secondo i tempi di Dio e la forza della preghiera che ci aiuta a sapere attendere che il Signore ci dia il significato pieno della sua ispirazione, e di ciò che essa significa per noi e per la nostra vita interiore. Le idee troppo chiare spesso non sono ispirazioni o illuminazioni interiori. Quando in una ispirazione c’è troppa chiarezza, o troppa illuminazione, non si può mai essere sicuri che ci troviamo davanti ad un dono dello Spirito. La vera luminosità è interiore. Produce pace e pazienza. Per questo diventa importante saper vigilare, spogliare il proprio cuore e la propria mente da ogni tentativo di volere spiegazioni, di volere comprendere tutto e subito. Il “tutto e subito” non appartiene a Dio! Quando si riceve una luce interiore da parte dello Spirito Santo, di solito il cuore e l’anima sono inondati di gioia e di pace. Non c’è tempo di chiedere né il come, né il perché, né il cosa significa. Come prima conseguenza l’illuminazione interiore genera la danza interiore della gioia che con Maria e come Maria, con il Magnificat, ci fà cantare a Dio un inno di lode, senza nulla chiedere o domandare. Si adora e si ringrazia lodando. Sono tre, in genere, i segni, che danno la sicurezza circa la provenienza dell’Ispirazione o dell’illuminazione. Essi provengono dallo Spirito Santo quando comunicano
Quando siamo dentro questa Luce interiore, Faccio un esempio. Mi metto in preghiera di profonda adorazione e mentre sto pregando ricevo una “visita” da parte del Signore. E’ una sua illuminazione. Egli si rende presente in me. A questo punto, se mi fermo, quasi estaticamente, lodo, adoro, ringrazio, canto. Ma se apro le porte all’immaginazione comincio a chiedermi: “Che cosa avrà voluto dirmi il Signore? E adesso cosa devo fare? Come devo agire?...”, e subito comincio ad agitarmi, perdo la pace, mi viene addosso una strana frenesia per mettere in pratica o cercare di fare quello che il Signore mi ha detto, insomma perdo la pace e con essa il frutto dell’illuminazione e della ispirazione. Essa prima di tutto non ci fa “perdere la testa”. Pubblicato da Pastorale&Spiritualità |
mercoledì 23 giugno 2010
Spirito Santo: mai letto una spiegazione così chiara e convincente
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