mercoledì 7 novembre 2012

Gesù risorto: il segno dei segni per chi crede



Vogliamo un segno da Gesù?

Dal vangelo secondo Luca (Lc 11,29-32)
Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è
una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno,
se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive,
così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del
giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li
condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la
sapienza di Salomone.
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono.
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

    Secondo Matteo ciò che accade in questo brano ( vedere 12, 22-42) si riferisce ad una disputa tra Gesù e i farisei che gli chiedevano un segno, un segno credibile della sua persona. Poi ci sono anche secondo Luca,come abbiamo appena letto folle che “si accalcavano” per vedere Gesù e anche i suoi segni miracolosi.
Giona era un  profeta inviato da Dio agli abitanti di Ninive, uomini carichi di malizia e sordi al richiamo di salvezza e alla giustizia. Durante il suo viaggio verso la città ha paura e cerca di portarsi lontano dove Dio non potrà trovarlo…Si imbarca, si paga il viaggio ma Dio suscita una tempesta…Giona viene buttato in mare a sua richiesta, perché Dio calmasse la tempesta in mare e salvasse i marinai. Giona finisce nel ventre di un grosso pesce ove rimane per tre giorni e tre notti…
Giona fu un segno per quelli di Ninive che si convertirono…il suo Dio aveva fatto calmato le onde come Giona aveva detto.

     La regina del Sud: la Regina di Saba. Una regina che un giorno si mise in viaggio, un viaggio lungo e faticoso verso Gerusalemme per conoscere Salomone e la sua sapienza.

     Le parole di Gesù, suscitate dalla domanda dei farisei “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”.
Non erano bastate le opere, le parole pronunciate da Gesù che destavano meraviglie perché “nessuno aveva mai parlato come Lui”, farisei increduli, folle sempre più assetate di prodigi: una “generazione malvagia” che non vede, non sente o che non vuol vedere e non vuol sentire…Ma ne chiedono ancora uno.

Un segno?


 Gesù dà IL SEGNO
Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre della balena, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Un segno sicuramente non compreso dai presenti
 E come Giona si sacrificò per salvare i marinai ch’erano in pericolo a causa della tempesta, così farà pure Gesù, il Cristo, l’Unto da Dio, il Messia, per la salvezza eterna degli uomini .

E’ il segno dei segni, che sarà il riferimento principale, il motivo per credere in Gesù, il Figlio di Dio: la Risurrezione, al terzo giorno dopo la sua morte.

Ninive si convertì dai propri peccati e si salvò.
La regina di Saba, straniera, riconobbe la grandezza di Salomone e la sua sapienza.
Gesù sembra non ottenere nulla, le sue parole sembrano cadere nel nulla:  

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone
Gesù! l’inviato di Dio, figlio di Dio. Non riconosciuto, non accettato e infine rifiutato, messo a morte, ecco colui che è più grande di Giona, colui che ha tribolato più della regina di Saba…

Non sappiamo se le ultime parole di Gesù furono accolte. Sembrerebbe dal come sono andate le cose, di no. A costoro spetterà un giudizio di condanna, a loro non è valsa la testimonianza di coloro che hanno creduto ai segni dati lori da Dio.
Ma quelle parole furono pronunciate non solamente per quei personaggi e per le folle presenti, ma a futura memoria per i secoli a venire. La parola di Dio una volta pronunciata entra nell’eternità, è per sempre.

Cosa spinge i cristiani di oggi ad allontanarsi da Dio?
ad allontanarsi di proposito da Dio a causa della sua parola, come Giona, una volta ascoltata ? le promesse di un mondo grandioso, la fatica di una strada stretta, la paura di essere beffeggiati, o il timore di non raggiungere lo scopo per cui Dio chiama?
Cosa spinge i ministri di oggi ad essere tiepidi nell’evangelizzazione? Perché spesso  sottovalutano l’uomo e le sue aspirazioni e i motivi nel trascurare le cose di Dio?

Il tempo che vivremo quest’anno, ANNO DELLA FEDE, sarà un tempo favorevole per la conversione, ci sarà una nuova Ninive?
O si aspetterà un nuovo segno clamoroso?
Non ci sarà nessun segno, il Segno lo abbiamo già nel presente, per sempre: Gesù Risorto.
Non possiamo pretendere altri segni al di fuori di quello datoci da Gesù.
Dirà Gesù: “Beati saranno quelli che pur non avendo visto…crederanno”.
La fede ci è stata donata gratuitamente, a noi rispondere con fiducia, come Maria all’annuncio dell’Angelo…

Il Card. Maria Maria Martin alla domanda “perché crede in Dio? E come lo sente?” Risponde:

“Sentire Dio è la cosa più semplice e al tempo stesso più importante della vita. Posso sentirlo nella natura, nelle stelle, nell’amore, nella musica e nella letteratura, nella parola della Bibbia e in molti altri modi ancora. E’ un’arte dell’attenzione che occorre apprendere come l’arte di amare o di essere capaci nel lavoro”.
 “ Senza la morte non saremmo in grado di dedicarci completamente a Dio. Terremmo aperte delle uscite di sicurezza, non sarebbe vera dedizione. Nella morte invece, siamo costretti a riporre la nostra speranza in Dio e credere in lui. Nella morte spero di riuscire a dire questo sì a Dio”.
Mi piace ricordare una frase della Santa di cui oggi si celebra il suo ingresso nel Regno dei cieli, Santa Teresa d’Avila, una santa innamoratissima di Dio che  non vedeva l’ora di raggiungerlo tanto grande era la sua fede nel Risorto: “ Yo muero porque no muero!” Mi sento  morire solo per il fatto di non poter morire” per raggiungere il mio diletto.
La paura che spesso sentiamo di fronte alla  morte è una cosa naturale, istintiva, attaccamento alla vita. ma il pensiero dell’eternità in Dio non dovrebbe farci gioire?...

E l’apostolo Pietro nella sua prima lettera: ci esorta ad una speranza viva in Gesù risorto:

“ Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia, non marcisce”.

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