Vogliamo un segno da Gesù?
Dal vangelo secondo Luca (Lc 11,29-32)
Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a
dire: «Questa generazione è
una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma
non le sarà dato alcun segno,
se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un
segno per quelli di Ninive,
così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa
generazione. Nel giorno del
giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli
uomini di questa generazione e li
condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della
terra per ascoltare la
sapienza di Salomone.
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si
alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si
convertirono.
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.
Secondo Matteo ciò che accade in questo brano
( vedere 12, 22-42) si riferisce ad una disputa tra Gesù e i farisei che gli chiedevano
un segno, un segno credibile della sua persona. Poi ci sono anche secondo
Luca,come abbiamo appena letto folle che “si accalcavano” per vedere Gesù e
anche i suoi segni miracolosi.
Giona era un profeta
inviato da Dio agli abitanti di Ninive, uomini carichi di malizia e sordi al
richiamo di salvezza e alla giustizia. Durante il suo viaggio verso la città ha
paura e cerca di portarsi lontano dove Dio non potrà trovarlo…Si imbarca, si
paga il viaggio ma Dio suscita una tempesta…Giona viene buttato in mare a sua
richiesta, perché Dio calmasse la tempesta in mare e salvasse i marinai. Giona
finisce nel ventre di un grosso pesce ove rimane per tre giorni e tre notti…
Giona fu un segno per quelli di
Ninive che si convertirono…il suo Dio aveva fatto calmato le onde come
Giona aveva detto.
La regina del Sud: la Regina di Saba. Una
regina che un giorno si mise in viaggio, un viaggio lungo e faticoso verso
Gerusalemme per conoscere Salomone e la sua sapienza.
Le parole di Gesù, suscitate dalla domanda dei
farisei “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”.
Non erano bastate le opere, le parole pronunciate da Gesù
che destavano meraviglie perché “nessuno aveva mai parlato come Lui”, farisei
increduli, folle sempre più assetate di prodigi: una “generazione malvagia” che
non vede, non sente o che non vuol vedere e non vuol sentire…Ma ne chiedono
ancora uno.
Un segno?
Gesù dà IL SEGNO
Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre della
balena, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della
terra.
Un segno sicuramente non
compreso dai presenti
E come Giona
si sacrificò per salvare i marinai ch’erano in pericolo a causa della tempesta,
così farà pure Gesù, il Cristo, l’Unto da Dio, il Messia, per la salvezza
eterna degli uomini .
E’ il segno dei segni, che sarà il riferimento principale,
il motivo per credere in Gesù, il Figlio di Dio: la Risurrezione, al terzo
giorno dopo la sua morte.
Ninive si convertì dai propri peccati e si salvò.
La regina di Saba, straniera, riconobbe la grandezza di
Salomone e la sua sapienza.
Gesù sembra non ottenere nulla, le sue parole sembrano
cadere nel nulla:
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone
Gesù! l’inviato di Dio, figlio di Dio. Non riconosciuto, non
accettato e infine rifiutato, messo a morte, ecco colui che è più grande di
Giona, colui che ha tribolato più della regina di Saba…
Non sappiamo se le ultime parole di Gesù furono accolte.
Sembrerebbe dal come sono andate le cose, di no. A costoro spetterà un giudizio
di condanna, a loro non è valsa la testimonianza di coloro che hanno creduto ai
segni dati lori da Dio.
Ma quelle parole furono pronunciate non solamente per quei
personaggi e per le folle presenti, ma a futura memoria per i secoli a venire.
La parola di Dio una volta pronunciata entra nell’eternità, è per sempre.
Cosa spinge i cristiani di oggi ad allontanarsi da Dio?
ad allontanarsi di proposito da Dio a causa della sua
parola, come Giona, una volta ascoltata ? le promesse di un mondo grandioso, la
fatica di una strada stretta, la paura di essere beffeggiati, o il timore di
non raggiungere lo scopo per cui Dio chiama?
Cosa spinge i ministri di oggi ad essere tiepidi
nell’evangelizzazione? Perché spesso sottovalutano
l’uomo e le sue aspirazioni e i motivi nel trascurare le cose di Dio?
Il tempo che vivremo quest’anno, ANNO DELLA FEDE, sarà un
tempo favorevole per la conversione, ci sarà una nuova Ninive?
O si aspetterà un nuovo segno clamoroso?
Non ci sarà nessun segno, il Segno lo abbiamo già nel
presente, per sempre: Gesù Risorto.
Non possiamo pretendere altri segni al di fuori di quello
datoci da Gesù.
Dirà Gesù: “Beati saranno quelli che pur non avendo
visto…crederanno”.
La fede ci è stata donata gratuitamente, a noi rispondere
con fiducia, come Maria all’annuncio dell’Angelo…
Il Card. Maria Maria Martin alla domanda “perché crede in
Dio? E come lo sente?” Risponde:
“Sentire Dio è la cosa più semplice e al tempo stesso più
importante della vita. Posso sentirlo nella natura, nelle stelle, nell’amore,
nella musica e nella letteratura, nella parola della Bibbia e in molti altri
modi ancora. E’ un’arte dell’attenzione che occorre apprendere come l’arte di
amare o di essere capaci nel lavoro”.
“ Senza la morte non
saremmo in grado di dedicarci completamente a Dio. Terremmo aperte delle uscite
di sicurezza, non sarebbe vera dedizione. Nella morte invece, siamo costretti a
riporre la nostra speranza in Dio e credere in lui. Nella morte spero di riuscire
a dire questo sì a Dio”.
Mi piace ricordare una frase della Santa di cui oggi si
celebra il suo ingresso nel Regno dei cieli, Santa Teresa d’Avila, una santa
innamoratissima di Dio che non vedeva
l’ora di raggiungerlo tanto grande era la sua fede nel Risorto: “ Yo muero
porque no muero!” Mi sento morire solo
per il fatto di non poter morire” per raggiungere il mio diletto.
La paura che spesso sentiamo di fronte alla morte è una cosa naturale, istintiva,
attaccamento alla vita. ma il pensiero dell’eternità in Dio non dovrebbe farci
gioire?...
E l’apostolo Pietro nella sua prima lettera: ci esorta ad
una speranza viva in Gesù risorto:
“ Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che
nella sua grande misericordia ci ha rigenerati mediante la risurrezione di Gesù
Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si
corrompe, non si macchia, non marcisce”.
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