Emergenza Haiti
La CISV ha un legame importante anche con Haiti, sebbene non vi abbia mai lavorato direttamente.
Alessandro Demarchi e Marco Bello sono infatti stati volontari nella perla
delle Antille. Nel maggio scorso hanno effettuato
una missione per verificare le possibili condizioni di lavoro per una ONG di sviluppo
come la nostra. Di ritorno hanno raccolto le testimonianze di haitiane e haitiani sul futuro del loro paese.
E’ nato così un libro patrocinato
da CISV, ProgettoMondo MLAL e Haititalia
(associazione di migranti). I proventi delle
vendite contribuiranno a finanziare i progetti
della CISV ad Haiti visto che la nostra associazione
sarà presto presente nel Paese insieme
a Progetto Mondo MLAL.
Per conoscere meglio i temi affrontati da questa pubblicazione, abbiamo rivolto alcune domande agli autori
Perché questo libro?
«Sui mass media italiani (ma anche stranieri) a parte rare eccezioni, non si è mai presentato il punto di vista degli haitiani di fronte alla tragedia del 12 gennaio. Le testimonianze erano sempre quelle del cooperante, del funzionario delle Nazioni Unite o del missionario.
Noi abbiamo voluto invertire questo schema.
L’idea è stata quella di mettere in luce le caratteristiche del popolo haitiano e sottrarre al lettore l’idea stereotipata di un popolo sfortunato che può vivere solo con l’aiuto delle grandi potenze.
Per far questo si presenta il punto di vista di personaggi leader della società
haitiana a diversi livelli.
Vogliamo far conoscere Haiti attraverso una lente diversa: quella di un Paese che rinasce, della popolazione locale che vi abita e ne è la linfa vitale.
Mostrarne il vero volto facendo parlare gli haitiani che vogliono essere protagonisti
di questa ricostruzione: sociologi, intellettuali,
artisti, donne impegnate nei movimenti femminili,
politici, giornalisti, religiosi,
personalità del mondo vudù, leader contadini.
In ogni capitolo si presenta un personaggio e
il suo punto di vista sulla ricostruzione e sul
futuro del paese. A livello narrativo si costruisce
il racconto intorno alla figura del personaggio
e il suo ruolo nella società haitiana».
Parlando di Haiti si pensa a terremoto, colera, uragani, calamità di ogni genere.
Non viene in mente che ci possa essere una società civile organizzata.
«Ad Haiti i movimenti sociali, sono stati fondamentali
in alcune fasi della storia. Intendiamo il movimento contadino, quello femminista
e quello operaio, le associazioni per la difesa dei diritti umani, i media indipendenti, e molti altri.
I movimenti degli anni ’70-’80 riuscirono a cacciare il dittatore Duvalier e a portare un loro membro a capo del Paese.
Fu un caso molto significativo a livello di America Latina,
di uno Stato in cui il potere era diventato emanazione
della base. Ma anche un esempio troppo “scomodo” per i vicini Stati Uniti.
Questa esperienza fu repressa nel sangue e si fece
di tutto per indebolire la società civile.
Oggi assistiamo a una tragedia dopo la tragedia.
La comunità internazionale, Usa in testa,
con la "scusa" della ricostruzione sta mettendo
l futuro del Paese sotto tutela. Gli sta, di
fatto, rubando l'indipendenza. E il popolo haitiano
rischia, ancora una volta, di restare escluso
anche dai piani per il proprio sviluppo.
Ma la società civile fa sentire la sua voce e
noi siamo andati a raccoglierla».
Una parte del libro è riservata agli haitiani
in Italia, perché?
Gli haitiani qui da noi non sono molti. Ma, per loro caratteristica, sono molto legati al Paese di origine.
In questa fase di ricostruzione, la diaspora (come la chiamano) può essere fondamentale per un appoggio economico e intellettuale.
Certo i numeri importanti sono gli haitiani di Stati Uniti, Canada e Francia. Ma
gli haitiani d’Italia si sono subito attivati con sensibilizzazioni sul Paese e raccolte fondi per dare assistenza.
È una realtà, quella dei migranti, che fa parte della nostra società, ma
allo stesso tempo ci permette di capire meglio anche Paesi lontani come Haiti.
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NB: Prossimamente altre notizie su CISV,comunità di servizio di nvolontariato.
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