Papa Francesco: "Le donne prime testimoni della Resurrezione". Parlano una biblista e una teologa: "Importanti le implicazioni ecclesiali"
"Il Papa ha
pronunciato una catechesi attuale e aggiornata, dimostrando di conoscere bene
la letteratura su questi temi biblici che noi donne abbiamo elaborato negli
ultimi trent'anni".
Così, Maria Luisa
Rigato, biblista e teologa, docente emerita alla Pontificia Università
Gregoriana, commenta le parole di Papa Francesco all'Udienza generale
del 3 aprile. Nella sua prima catechesi del tempo pasquale il Papa ha
ricordato che "le donne sono state le prime testimoni della
Resurrezione". "Si tratta di un concetto introdotto dal
Concilio che è stato provvidenziale in questo senso spiega la Rogato - perché
prima si parlava solo delle 'pie donne' che vanno al Sepolcro e non si
sottolineava il loro ruolo 'giuridico' di testimoni.
Ho apprezzato molto anche
l'invito alle nonne, le mamme, le zie a testimoniare, evangelizzare le nostre
comunità! Le catechiste devono essere più preparate e consapevoli nel loro
ruolo di annunciatrici del 'kerygma'. E' un potere di dare testimonianza che
ci viene dal Vangelo". "Dobbiamo ricordare - aggiunge la Rigato
- che tutti i titoli ministeriali usati nel Nuovo Testamento, 'apostoli',
'discepoli', 'testimoni', non sono esclusivi per gli uomini, ma inclusivi al
femminile".
"Per quanto riguarda le
implicazioni ecclesiali di questo concetto e la ridiscussione del ruolo delle
donne nella Chiesa -aggiunge la biblista - è importante che oggi si
discuta non 'sulle donne', 'delle donne', ma 'con le donne', perché la
Chiesa è fatta di uomini e donne".
"La catechesi del Papa sulla
Resurrezione ci ricorda che la storia della Chiesa ha visto sempre le donne
presenti in modo attivo e fedele" aggiunge Serena Noceti, teologa,
vicepresidente dell'Associazione teologica italiana.
"Eppure la loro parola è stata poco riconosciuta e
considerata. Le nonne, le mamme e le zie hanno trasmesso di generazione in
generazione la fede. Ma lo loro è stata sempre una parola rivolta in un
contesto privato, familiare o, al limite, parrocchiale". "Oggi però,
- aggiunge la teologa - penso che le pagine bibliche citate dal Papa, che ci
rimandano al mattino di Pasqua, richiedano una riflessione più ampia a
livello ecclesiale. Soprattutto alla luce del Concilio che ha sancito per le
donne nella Chiesa cattolica un ritorno a una parola significativa e
autorevole.
E' una fatica ancora oggi per
la Chiesa riconoscere come una parola 'costituente' quella delle donne,
eppure, come dimostrano i testi neotestamentari le donne nelle prime comunità
erano straordinariamente attive e presenti". (A cura di Fabio
Colagrande).
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Bell'incontro di catechesi quello di mercoledì scorso. Come donna non posso che sentirmi "onorata" dalle parole di Papa Francesco, ma sono convinta che il popolo di Dio per poter annunciare a tutti il Vangelo, abbia bisogno sia di uomini che di donne... l'unione fa la forza, al di là dell'essere uomo o donna! Dani
RispondiEliminaHai ragione Dani. Anche il Papa e modestamente anc'io, siamo convinti di quanto dici: ma le parole del papa sono piaciute a tutte le donne. Papa Francesco ha dato una spinta in più e spero che tanti sacerdoti l'abbiano capito e tanti uomini,tante famiglie forse capiranno meglio il lavoro che tante donne svolgono nelle parrocchie in silenzio, spesso con problemi che tutti conosciamo e con sacrificio.
RispondiEliminaBeh, devo dire la verità: quando è un Papa ad interessarsi delle donne, fa più piacere rispetto ad altri personaggi, o almeno per me che sono credente è così! Nella mia parrocchia siamo tante donne a dare un servizio, nella catechesi in primis, ma anche nella caritas o in altri ambiti come i ministri straordinari dell'Eucarestia. E ognuna ha la sua famiglia alle spalle e i suoi problemi di tutti i giorni, ma se posso "spezzare una lancia" a favore della categoria, forse quel qualcosa che ci rende diverse dagli uomini è la sensibilità che di solito in noi donne è più abbondante... ovviamente poi ci sono le eccezioni sia negli uomini che nelle donne! Dani
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