martedì 12 aprile 2011

Non ho tempo, ovvero il morbo dell'indifferenza

Indifferenza e superficialità :Il morbo dell'indifferenza




Molte persone sono colpite dal morbo dell'indifferenza, agli occhi delle quali manca lo stupore della vita.
Non ho tempo! E' preoccupante il modo con cui affrontiamo la vita odierna.


Molta gente che incrociamo lungo il cammino di questa vita e con la quale riusciamo a malapena intrattenerci per un frettoloso scambio di informazioni ed idee, ci fa intuire di essere colpita dal morbo dell'indifferenza. "Ho molto da fare" -"Non ho tempo per leggere", per esempio, sono le dichiarazioni più comuni.


E' strano che non si riesca a capire che la nostra vita ha un senso che si può cogliere solo nel silenzio, nella riflessione e nella meditazione quotidiana. Si trova sempre uno spazio per i programmi televisivi, per il bar, per il calcio, per la lettura dei quotidiani e settimanali di tutti i tipi, soprattutto sportivi, per la grigliata o i vari momenti di socializzazione.


Quando si comincia ad affrontare qualche argomento esistenziale, nel quale si riflette seriamente sul perché della nostra vita e sull'interiorità...molte persone spesso esternano disagio o stizza. Provate ad invitare conoscenti, colleghi di lavoro e amici alla presentazione di un vostro libro che tratta i grandi interrogativi dell'esistenza per il quale avete speso molti anni di fatiche e risorse e che ha richiesto tantissimo tempo, raccoglimento e solitudine. La risposta è quasi per tutti la stessa : "Mi dispiace, ma non ho tempo".


E' proprio un paradosso: nella società della "cronolatria" ( il culto del tempo), non si trova più " tempo" per fermarci e riflettere sul perché di quello che facciamo e sul reale senso della nostra vita.
Forse abbiamo smesso di interrogarci? O forse ci nascondiamo dietro a dei pretesti per soffocare nell'attivismo più esteriore il vuoto interiore che ci perseguita!


La mia preoccupazione più sincera è che si diventi ogni giorno più superficiali e ciò comporta anche la freddezza nei rapporti umani e l'indifferenza verso lo Spirito che può agire solo là dove trova il buon terreno dell'umiltà e della disponibilità interiore.


Penso che solo la radicale conversione interiore di ogni uomo, che porti ad una reale e sincera apertura verso lo Spirito potrà salvare questa povera umanità dalla "catastrofe inaudita" che lo stesso Italo Svevo profetizzava nel finale della "Coscienza di Zeno" : "Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie".


Pier Angelo Piai, riportatato da friulicrea.it
                       
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