Non servono le parole per dire che si ama,

È proprio nell’unione che l’uomo e la donna divengono
immagine di Dio, che per sua natura è amore, comunione.
Un incontro per crescere nella consapevolezza che l’amore
coniugale è Amore con la A maiuscola.
Pubblico ancora una volta, perché
molto semplice e chiaro un articolo dalla rivista della comunità di Nomadelfia,
“ Nomadefia è una proposta”: un esempio di come trattare l’argomento della sessualità
e scoprire la sua bellezza e la volontà di Dio nel creare l’uomo e la donna.
Buona lettura.
IL PROFUMO DEL PANE
Si chiama Piera Di Maria ed è una ginecologa sessuologa che
vive e lavora a Palermo. I Nomadelfi e gli adolescenti della comunità hanno
avuto occasione di incontrarla il 10 ottobre, per assaporare insieme a lei il
mistero della sessualità umana ed impara re quali ferite possa nascondere.
Ma perché la sessualità può nascondere delle ferite? Perché
qualcosa che per sua natura dovrebbe essere bello e santo, spontaneo e
coinvolgente, può diventare difficoltoso e problematico?
E soprattutto, perché la cosa dovrebbe essere oggetto
dell’interesse del mondo cattolico?
La risposta è che la contrapposizione fra sessualità e
santità è la fonte di una vera e propria emergenza educativa. E dalle carenze
educative, si sa, non possono che scaturire dei mali sociali.
Da una parte, un clima culturale in cui il sesso è ancora un
tabù. Dall’altra un mondo che, rifiutando
quel tabù, si è ribellato contro tutti i valori
tradizionali, cancellandoli in toto anziché conservarli,
una volta ripuliti dal loro manto di sessuofobia. Così la
libertà è diventata mercificazione, e dalla mercificazione alla banalizzazione
il passo è breve. Il corpo ha perso il calore, il pro fumo della persona amata;
non è più il mezzo attraverso cui un uomo e una donna si parlano con un
linguaggio unico e fecondo che li realizza e li completa, rendendoli un “noi”. Il
sesso si riduce ad, una funzionalità biologica come le altre, che può espletarsi
con chiunque. Un gioco, un modo per “accendere la serata”.
Per dirla con le parole di Piera, la cultura contemporanea
ha gettato una coltre di fumo grigio su un mondo fatto di colori e di sfumature.
Un partner vale l’altro, un rapporto prematrimoniale ed uno matrimoniale sono
identici. E in questo fumo grigio, i ragazzi sono lasciati soli.
È compito del mondo cattolico prendere atto di questa
carenza educativa. È quello che ha fatto Piera nel corso della sua storia personale.
Una storia che inizia con la scoperta del matrimonio come vocazione della
Chiesa, non una vocazione di serie B, ma una via di santificazione, con un suo
specifico e importante ruolo sociale. Poi la specializzazione in ginecologia e
la scoperta che, per molte delle sue pazienti, la bellezza della sessualità è
qual cosa di oscuro, incomprensibile. La scoperta che, per molti, la promessa della
felicità insita nella corporeità è stata tradita, e che la pienezza della vita
matrimoniale non si è mai realizzata.
E qui si apre la strada alla sua vera vocazione: diventare
sessuologa, per aiutare quelle persone, per eliminare dalla vista di molti, specie
adolescenti, quella coltre di fumo grigio che ha nascosto i colori.
Ma è una carenza educativa che si combatte anzitutto in famiglia.
Perché – spiega Piera – ciò che fa la differenza sono i
messaggi impliciti, che traspaiono dall’atteggiamento, dall’espressione del viso,
dal tono della voce.
È un lavoro che inizia fin da piccolissimi, fin da quando il
bimbo è nella pancia della mamma. È, infatti, in quest’epoca che si inscrivono
nella memoria i ricordi e le emozioni più profonde e più pervasive, che sono
anche quelle a cui è più difficile dare un nome una volta adulti.
“Quando andavo a trovare mia nonna” racconta Piera “entrando
sentivo il profumo del pane appena sfornato".
"Non c’era bisogno che mi dicessero che c’era, perché
ne sentivo il profumo”.
Quando nella coppia c’è armonia, c’è l’amore cristiano che
libera il corpo e lo rende capace di godere della gioia a cui è vocato, i
bambini lo percepiscono, lo vivono. E dall’esperienza si impara più che da
mille lezioni.
Federica P.
Quando una ragazza vede un
giovane, sente un trasporto verso di lui, e lui sente un trasporto verso di
lei. È uno stimolo, è una cosa di Dio, non è del diavolo: è una cosa di Dio questo
trasporto dell’uomo verso la donna, della donna verso l’uomo.
Ci ha creati così.
Adamo quando ha visto Eva così
bella è stato entusiasta, ha ringraziato il Signore.
Il fatto del cristianesimo è
questo: questi stimoli sono diretti ad un fine altissimo, quindi bisogna
saperli portare là. Se un uomo vuole unirsi alla donna e sposarsi, allora stia
nella legge di Dio.
Quell’altro vuole essere padre,
vuole essere madre in un senso più vasto e dice:
“Io sacrifico questi istinti
e mi dedico ad una paternità più vasta”; ecco Nomadelfia
che ha questo spazio.
E la donna dice: “Io ri mango
vergine e nella mia verginità genero figli nell’amore”.
Allora esercita la maternità e
genera figli come la Madonna.
don Zeno 6 febbraio 1951
Nomadelfia (GR), 10 ottobre
2014. Incontro con Piera Di Maria.
Piera Di Maria con don
Ferdinando e Silvia di Nomadelfia.
Da Modulo di contatto 31
RispondiEliminaL'Amore è vivere insieme per anni e non accorgersi delle rughe che avvolgono il suo volto .L'Amore è commuoversi ancora quando lo guardi dopo anni insieme e ti sembra solo ieri, l'Amore è camminare ancora mano nella mano per avere voglia di fare lo stesso percorso insieme.L'Amore è dirsi Buonanotte con l'attesa del domani.L'Amore è recitare insieme il Padre Nostro tenendosi per mano per RingraziaLo del dono ricevuto.Saluti Vincenza
Cordiali saluti,
Vincenza |