domenica 2 febbraio 2014

Invochiamo la Pace del Signore sul mondo delirante





La pace dei profeti


Don Tonino Bello - Discorso all’Arena di Verona del 30 aprile 1989 - 3ª parte


... La pace è il contrario della garanzia. Esigere garanzie significa diffidare, e questa diffidenza genera di nuovo guerre. Cercare sicurezze significa volersi mettere al riparo. Pace significa affidarsi interamente al comandamento di Dio, non volere alcuna garanzia, ma porre nelle mani di Dio Onnipotente, in un atto di fede e di obbedienza, la storia dei popoli... Chi rivolgerà l’appello alla
pace così che il mondo oda, che sia costretto a udire?...

Solo la Santa Chiesa di Cristo può parlare in modo che il mondo, digrignando i denti, debba udire
la parola della pace, e i popoli si rallegreranno perché questa Chiesa di Cristo toglie, nel nome di Cristo, le armi dalla mano dei suoi figli e vieta loro di fare la guerra e invoca la pace di Cristo sul mondo delirante.

Carissimi amici, come per la ricerca di Dio abbiamo detto che non intendiamo svilire lo sforzo della fatica razionale, anzi la incoraggiamo e la sosteniamo, ma sentiamo anche il dovere di indicare il totalmente Oltre e il totalmente Altro di Dio, sulla base di ciò che Cristo ci ha rivelato di Lui, così per quanto riguarda il mistero della pace, col più grande rispetto per lo sforzo che il mondo laico sta compiendo, e con la gioia più grande nel vederci accomunati come credenti accanto a tanti camminatori di ogni fede, sentiamo il dovere di dare il nostro contributo specifico, originale, coraggioso!


E il nostro contributo è quello di essere segno dell’inquietudine, richiamo del “non ancora”, stimolo
dell’ulteriorità. Spina dell’inappagamento, insomma, conficcata nel fianco del mondo. Per una Chiesa coraggiosa e profetica. Riconosciamolo.
Come Chiesa siamo ancora fermi alla pace dei “filosofi”, e non ci decidiamo ad
annunciare finalmente la pace dei “profeti”. È vero, sì, che i “profeti” debbono
tenere conto delle lentezze con cui i “re” elaborano le mediazioni e le fanno camminare nella prassi quotidiana. Ma non tocca ai profeti operare riduzioni in scala. E sarebbe ben triste che a provocare cadute di tensione, per quel che riguarda l’annuncio della pace, dovessero essere proprio loro.

In certe comunità si spiano annidamenti di “discordanze” col magistero ufficiale, a ogni
svolta di frase. Talvolta, per frenare la valanga inarrestabile della profezia, si fa uso maldestro e ingeneroso perfino di estemporanee espressioni del Papa, resecate dal loro contesto e scorniciate dal genere letterario confidenziale e bonario con cui sono state pronunciate. E non si tiene conto, invece, di tutto il magistero audace e non ancora dissepolto di questo Pontefice, che ormai in
ogni suo discorso ci sprona ad “affrontare la tremenda sfida dell’ultima decade del secondo millennio”, con l’imperativo etico della solidarietà, e va denunciando in tutto il mondo, come nessun altro, le “strutture di peccato” che opprimono i poveri!

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