DIRE PACE AL MONDO
Don Tonino Bello - Discorso all’Arena di Verona del 30
aprile 1989 - 4ª parte
In piedi, allora, costruttori di pace. Non abbiate
paura! Non lasciatevi sgomentare dalle dissertazioni che squalificano come
fondamentalismo l’anelito di voler cogliere nel “qui” e nell’“oggi” della
Storia i primi frutti del Regno. Sono interni alla nostra fede i discorsi sul
disarmo, sulla smilitarizzazione del territorio, sulla lotta per il cambiamento
dei modelli di sviluppo che provocano dipendenza, fame e miseria nei Sud del
mondo, e distruzione dell’ambiente naturale.
Fin dai tempi dell’Esodo, non sono più estranee alla Parola
del Signore le “fatiche di liberazione degli oppressi dal giogo dei moderni
faraoni. Coraggio!
Non dobbiamo tacere, braccati dal timore che venga chiamata
“orizzontalismo” la nostra ribellione contro le iniquità che schiacciano i
poveri. Gesù Cristo, che scruta i cuori e che non ci stanchiamo di implorare,
sa che il nostro amore per gli ultimi coincide con l’amore per lui.
Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si
devono vendere ma neppure costruire, che la politica dei blocchi è iniqua, che
la remissione dei debiti del Terzo Mondo è appena un acconto sulla restituzione
del nostro debito ai due terzi del mondo, che la logica del disarmo unilaterale
non è poi così disomogenea con quella del vangelo, che la nonviolenza attiva è
criterio di prassi cristiana, che certe forme di obiezione sono segno di un
amore più grande per la città terrena...
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