Carissimi,
lo so che di tempo ne
avete da vendere...
Sono decenni che venite
sottoposti ad analisi puntigliose, senza che se ne ricavi gran che. E sulla
vostra pelle sono visibili i lividi lasciati da infiniti prelievi, senza che
ancora si profili la più pallida ipotesi di terapia per quel male oscuro che si
chiama disoccupazione. Non c'è che dire: le prospettive non sono proprio tali
da tenervi su di morale. E mi sento demoralizzato anch'io. Tantissimo...
Quanta tristezza! Ma
perché vi scrivo?
Sostanzialmente per tre
motivi.
Anzitutto per dare
spessore alle vostre speranze. Coraggio! Un giorno o l'altro le cose
cambieranno. Sono in tanti a pensare che non potranno andare avanti così per
molto tempo... Ma è indispensabile che la solidarietà reciproca la viviate
prima voi, al punto da anteporla perfino alla vostra riuscita personale.
Guardatevi dall'insidia di chi, sfruttando gli istinti di sopravvivenza, cerca
di tenervi separati nelle rivendicazioni, magari con contentini a macchie di
leopardo. E tenetevi lontani dalla logica del “si salvi chi può”, o
“dell'ognuno per sé e Dio per tutti”. La quale logica, anche se vi dà
l'apparenza del successo immediato, si ritorcerà domani sui vostri
figli...
La seconda cosa che voglio
dirvi è questa: non vendetevi a nessuno. Anche a costo di morire di fame.
Resistete tenacemente alle lusinghe di chi pensa di manipolarvi il cervello
comprandovi con quattro soldi. Attenzione, perché di questi osceni tentativi di
compravendita morale ce ne sono in giro parecchi. Anzi, alle vostre spalle c'è
tutta un'orchestrazione di sfruttatori del disagio che vogliono ridurvi a «zona
denuclearizzata». Ad automi, cioè, espropriati di quell'intimo nucleo di
libertà da cui si misura la grandezza irripetibile di ogni uomo...
E infine voglio dire una
cosa di cui forse solo i credenti potranno capire il paradosso. La vostra
condizione, nonostante il vuoto pauroso delle tasche, vi conferisce un enorme
potere d'acquisto sui mercati generali della redenzione...
Con voi, titolari della
beatitudine che assicura sovrumani appagamenti a chi ha fame e sete della
giustizia, la Chiesa oggi promette di essere solidale affinché sulla steppa
della vostra desolazione maturino presto frutti di libertà.
Vostro + don Tonino, Vescovo
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