mercoledì 4 gennaio 2012


Io la vela, Tu il vento di Ernesto Olivero




La vela che vuole catturare il vento sta sempre in  alto aperta, distesa

e non importa se mostra i buchi di qualche incertezza o di qualche

infedeltà. Va avanti e non indietro.


La forza degli Arsenali ruota intorno al sì di migliaia di persone. Sono le decine di migliaia di persone disposte a dare tempo, denaro, professionalità. Tanti sì che si uniscono a quelli di chi ha donato tutta la vita. Nella Fraternità del Sermig c’è chi ha detto sì da giovanissimo.
A volte qualcuno mi chiede come sia possibile, come mai la nostra avventura continui ad affascinare tante persone. Anche io sono incantato a vedere certi sì. Sono incantato a pensare che certi amici, tanti amici, non hanno mai detto di no durante la vita. In tante occasioni mi sono accorto del sì di un amico che, pur stando male, era al suo posto e faceva il suo dovere, con la stessa grinta, con la stessa disponibilità come se fosse in piena forma. Non ci sono tante spiegazioni, se non una: le avventure di Dio si allargano, vanno là dove devono andare, perché i sì si uniscono ad altri sì. I sì per sempre diventano una vela e più la vela è larga più il vento la porta là dove vuole.

Un giorno, ricordo che vennero da me alcune persone a parlarmi di vocazione. Le aspettavo con gioia, ma mi accorsi subito di come, piuttosto che prendere il largo, stessero cercando di indirizzarsi verso un ormeggio: per esempio, un problema. Non ne ero sorpreso. Capita spesso che rimandiamo una chiamata che ci riguarda perché c’è un problema che ci frena. I problemi ci sono, inutile negarlo, fanno parte della vita, fanno parte della vocazione di ognuno, ma non sono la vocazione. Spesso nascono da egoismi non smascherati, dall’illusione che ci stiamo già consumando per Dio. Con la nostra intelligenza dovremmo smascherare queste nostre bugie e riderci sopra.

La vela che vuole catturare il vento sta sempre in  alto aperta, distesa e non importa se mostra i buchi di qualche incertezza o di qualche infedeltà. Va avanti e non indietro.
Sovente disponiamo la nostra vela in modo che il vento non la possa alimentare e preferiamo dare spazio ancora una volta all’illusione.

Per me la vita è amore. L’amore vero spinge sempre, l’amore vero fa ricominciare anche quando è appesantito dalla stanchezza e dalle delusioni. Per l’amore come per la vita la vela è importante. Se non c’è la vela il vento non ci porta al largo: Dio è il vento, io la vela. Da parte sua, l’amore resta sempre amore, come la vela resta sempre la vela. Bisogna difenderla perché, senza vela, il vento non ci porterà né al largo né a casa.

Con questa certezza, ogni uomo può cambiare attraverso il sì che ha detto. Nella mia esperienza, ho visto ragazzi qualunque diventare giganti. Ho visto impegni di due ore alla settimana portati a cento: novantotto ore in più di conoscenza, di riflessione, di amore. Una trasformazione che porta a scoprire la bellezza del dono di sé, della possibilità di alleviare una fatica, di consolare una persona triste. Una trasformazione che ti fa salvare un ragazzo solo perché lo hai conosciuto e gli hai dato una speranza per non uccidersi. Una trasformazione che ti fa vedere con chiarezza che nella solitudine non c’è un ponte, ma la strada della tua vita. Una trasformazione impossibile, umanamente parlando. Possibile, solo perché il sì è detto a Dio. Non a se stessi, ma alla felicità di fare felici gli altri”. da “Una chiesa scalza”.




Una trasformazione che ti fa vedere

con chiarezza

che nella solitudine

non c’è un ponte,

ma la strada della tua vita.




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