I salmi: vita e preghiera di un popolo eletto
I salmi sono un libro dell’Antico Testamento, sono espressione della vita del popolo d’Israele, sono la preghiera del popolo di Dio.
Un popolo che vince le guerre per intervento divino finché rimane fedele a Dio che mai rinnega l’alleanza, perdona e castiga secondo le vicende del suo popolo, ma esige fedeltà e obbedienza alla sua legge.
Il dono della legge segue al patto che Dio stabilisce con il suo popolo e vincola Dio e popolo al rispetto dell’alleanza. Ciò che risalta è che Dio è sempre fedele, ma l’uomo no!
La preghiera espressa nei salmi rivela esattamente la condizione umana, come singolo e come popolo: all’idolatria segue il castigo di Dio, al pentimento il perdono. Possiamo dire che nei salmi troviamo richieste a Dio e risposte da Dio: supplica, speranza, rinnovo della fede e fiducia in Dio, lamenti, assenza di Dio, lode, ringraziamento, adorazione: Dio risponde sempre con bontà e misericordia.
Nei Salmi tutti i sentimenti umani diventano preghiera.
L’uomo si rivolge a Dio col suo linguaggio corrente, con le sue abitudini, con i suoi modi di pensare e di fare nel suo vivere quotidiano; vede in Dio l’essere onnipotente che interviene nel mondo con modi e azioni dal fare umano: castiga, lotta contro i nemici per farli morire, per toglierli “dalla faccia della terra”. Dio è visto come un essere superiore al servizio dell’uomo fedele. Dio è giudice, premia, castiga; è “scudo”, “roccia” che difende e salva dal male, è arbitro e giudice del conflitto esistente nel mondo tra il bene e il male.
La fede biblica è celebrazione delle azioni di Dio verso il suo popolo, fiducia ancorata al concetto di fede e lode interessata, è convinzione che Dio ha a cuore il suo popolo.
La preghiera, espressa nei salmi, a volte poeticamente con parole e frasi simboliche, parla di presenza di Dio, di pentimento e di perdono, di fede e di speranza, di lode e di ringraziamento, di solitudine, di silenzio di Dio. La preghiera biblica è il riconoscimento della pochezza dell’uomo e l’onnipotenza di Dio, è professare e meditare le grandi opere di Dio. Nella preghiera dei salmi vediamo riscritta, in forma diversa, la storia dell’uomo orante che è la storia del popolo d’Israele: la preghiera è un dialogo con Dio in cui Dio ha parlato per primo; l’uomo interviene con i suoi problemi e i suoi interessi per sollecitare l’intervento di Dio, forza e misericordia. Forse un Dio fatto a misura dei bisogni dell’uomo?
La preghiera dei salmi è tutto questo, ma la cosa che più chiama l’attenzione è il desiderio di un popolo che vuole conoscere la volontà di Dio espressa nei suoi comandamenti, conoscenza che desidera vedere il volto di Dio, essere in Dio previo una purificazione totale del cuore. E questa è la novità: l’uomo aspira ad avvicinarsi a Dio, conoscerlo sempre meglio per unirsi a lui.
Il linguaggio dei salmi non sempre è appropriato al nostro modo di parlare, pensare e agire: “I salmi ci si presentano come antiche preghiere formulate con un linguaggio totalmente differente dal nostro, frasi incomprensibili, simbolismo e immagini che, al giorno d’oggi non dicono più niente. Ignoriamo il contenuto cui si riferiscono, tratta di situazioni che non abbiamo vissuto Fino a quando non approfondiamo la nostra conoscenza dei salmi, non riusciamo a scoprire la nostra vita umana. Se scavassimo in profondità sia nei salmi come nella nostra vita, ci renderemmo conto che si tratta di vasi comunicanti la cui base è comune: l’uomo che cerca il senso della vita, l’uomo che si confronta col Mistero e trova in Dio riflesso nei mille drammi della sua esistenza.
I salmi sono nati dalle mille situazioni esistenziali che l’uomo continua a sperimentare anche oggi: gioia e tristezza, malattia e guarigione, guerra e pace, persecuzione e abbandono, fiducia e frustrazione, dolore, amore e morte”. Mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, settimana biblica, 27/09/2007.)
Nella meditazione cerchiamo le verità che Dio con la rivelazione vuole farci conoscere. I salmi sono Parola di Dio, ma anche parole, preghiere dell’uomo a Dio. Dai salmi dobbiamo cogliere gli atteggiamenti di vera religiosità che il salmista unitamente al popolo ebreo seppero incarnare: noi ci vedremo diversi?
Nei salmi troviamo tutti i termini della teologia ebraica, teologia intesa come discorso su Dio e confronto di vita nell’osservanza della legge divina: potremmo definire questa teologia anche teologia pastorale in quanto capace di indicare un cammino verso Dio, evitando il male, abbracciando la fede e la fiducia in Dio.
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I salmi ci insegnano a confrontare la nostra vita con i sentimenti del salmista, copiare la sua disposizione d’animo, sentire la presenza di Dio nella nostra vita, imparare a parlare e dialogare con Dio, attendere e sapere ascoltare le risposte di Dio, conoscere Dio, cercare il Volto di Dio e stare alla sua presenza.
I salmi, abbiamo detto, sono parola di Dio e preghiera dell’uomo, scritti per ispirazione di Dio per fare conoscere all’uomo, all’umanità, il suo volere che è sempre un bene perché è l’amore che spinge Dio a parlare all’uomo: i salmi diventano così un modello della vita e della preghiera di tutti gli uomini.
E’ importante tener presente, a nostro vantaggio di uomini di oggi che abbiamo conosciuto la rivelazione di Gesù, che gli ebrei hanno conosciuto Dio che sta nell’alto dei cieli, a cui obbedire, da cui poter ottenere grazie, perdono, prodigi, assistenza.
Sicuramente hanno intravisto l’amore di Dio per l’uomo, ma non l’amore che gli uomini devono avere per Dio.
Con Gesù il rapporto di Dio verso l’uomo cambia, la legge rimane, ma completata con la rivelazione di Dio Padre, che è amore e pretende amore.
Con Gesù l’amore di Dio per gli uomini diventa comunione, amore non più a un senso solo, Dio per gli uomini, ma anche amore dell'umanità per Dio per mezzo di Gesù.
Giov14,21-24 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui.
Gli disse Giuda, non l’Iscariota: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?” Gli rispose Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato”.
Confrontando la nostra preghiera con quella del salmista, ci accorgeremo che molte cose ci sono in comune: siamo uomini, donne, con le stesse necessità, ma con un’altra cultura, con altre conoscenze e
con qualche rivelazione in più. Sarà una preghiera che esprime, come per il salmista e il popolo ebreo, la nostra storia personale o di comunità. Dio guarda alla nostra vita, al nostro presente e al nostro futuro.
Dio ci ha parlato per primo insegnandoci quanto è necessario per seguirlo con i suoi comandamenti. Nella preghiera rispondiamo come il salmista a questi insegnamenti ricordando le meraviglie che il Signore ha compiuto nei nostri riguardi: parleremo dei nostri guai e tensioni, valuteremo la nostra fede nel Signore, la nostra speranza nelle sue promesse, conosceremo le meraviglie dell’opera di Dio degno d'essere lodato, ringraziato. Inoltre sarà interessante apprezzare l’amore di Dio per l’uomo, e infine il nostro amore per Dio che è la risposta più bella che possiamo dare a Dio.
Ricordo le parole di Giovanni Paolo secondo alla conclusione del Giubileo del 2000.
Ogni parrocchia “diventi un’autentica scuola di preghiera, dove l’incontro con Cristo non esprima soltanto una richiesta di aiuto, ma anche: ringraziamento, ascolto, fino a un vero innamoramento del cuore”.
Dal libro “l’uomo biblico alla ricerca del volto di Dio” di enzo riili
Di salmi sono composte le preghiere delle lodi, dell'ora media e dei vespri.
RispondiEliminaLe prime volte trovavo molta difficoltà a riconoscermi in queste preghiere, proprio perché apparentemente lontane dalla mia vita. Imparando a leggere meglio ho scoperto che queste preghiere sono molto belle e giustamente si usano per la preghiera.
Inoltre se un salmo parlasse di qualcosa che non stiamo vivendo possiamo sempre pregarlo per altri che invece stanno vivendo una particolare emozione. Così impariamo anche la dimensione comunitaria della preghiera.