venerdì 10 febbraio 2017

Non sono venuto ad abolire , ma a dare pieno compimento: Gesù spiega le beatitudini.

Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà”


Sesta domenica del T.O. -Anno A-12 febbraio 2017

Le letture di oggi, diverse tra loro, portano un insegnamento: la Sapienza, che non è dei dominatori di questo mondo.
Siracide, prima lettura, ci ricorda che Dio ci ha creati liberi: "Ho messo davanti a te la vita e la morte. Come tu sceglierai così avverrà”.

L'apostolo Paolo che, come abbiamo visto, aveva esaltato la sapienza umana, ora parla di coscienza, di una sapienza che non è di questo mondo, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.

Infine nel vangelo Gesù parla di una morale della coscienza che sostituisce la morale della legge: “fu detto, ma io vi dico”. La parola “coscienza” nella Scrittura indica il cuore, il centro dell'essere umano, dello spirito umano, della sua capacità di intendere e di volere. “Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà”.(Sir)

Nel Vangelo che ascolteremo si parla di una morale della coscienza, che sostituisce la morale della legge: "fu detto, ma io vi dico". Gesù allude alla morale dei farisei, che Egli condanna perché riguarda un comportamento esterno, una morale esteriore che non sempre corrispondeva a una spontaneità interiore.
La parola "coscienza" nella Scrittura indica il "cuore", il centro dell'essere, il punto di unificazione delle molte facoltà dello spirito umano.l'intendere e volere.
“Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà”.(Sir)
La morale del Vangelo è la morale del cuore. E' ciò che viene dal di dentro che contamina l'uomo, non ciò che viene dal di fuori.
Se osserviamo le leggi senza che nemmeno una scintilla di amore si alzi dal nostro profondo, questo non arriva dal centro del nostro essere, è una morale esteriore. La morale evangelica è rivolta soprattutto al pricipale precetto dell'amore, che riguarda il prossimo e in particolare il prossimo che per qualche motivo ce l'ha con noi. Il vero tempio è l'uomo vivente, il vero culto a Dio è l'amore per il prossimo bisognoso.



Dal libro di Siracide 15,15-20

Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

Siracide, ci ricorda che Dio ci ha creati liberi: "Ho messo davanti a te la vita e la morte. Come tu sceglierai così avverrà."
In questo testo si ribadisce che di fronte al bene o al male."al fuoco o all'acqua, alla vita o alla morte" l'uomo è chiamato a scegliere responsabilmente. Pertanto, egli non dica: "Mi son ribellato, per colpa del Signore...Egli mi ha sviato...; perché non ha bisogno di un peccatore!"
In tutto il brano,c'è sempre una terza presenza: Dio, che non si impone, ma che è interessato all'uomo e alle scelte positive che egli fa.”I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini”.
Siracide indicava ai suoi alunni il cammino della vita, insegnva la Torah, la sapienza di Dio.

Dalla prima lettera ai Corinti: 2, 6-10

Tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l'ha conosciuta; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto:
Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
Dio le ha preparate per coloro che lo amano.
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.




Paolo parla di perfetti, di sapienza, di mistero: torna per un attimo al vocabolario filosofico greco che piaceva anche ai Corinzi. Recupera la categoria della sapienza, trattando della vera sapienza quella che si inserisce all'interno dell'agire di Dio.La fede dei Corinzi era nata non grazie alla sapienza, ma era scaturita dalla croce di Cristo, grazie alla potenza dello Spirito Santo, che avevano potuto agire grazie alla povertà di Paolo.

La vera sapienza è stata svelata ai veri perfetti: Perfetti si definivano i membri di un gruppo di credenti che affermavano di possedere una conoscenza superiore agli altri, conoscenza elargita loro da un dono particolare di Dio. L'apostolo va oltre: La vera sapienza è stata svelata ai veri perfetti, cioè a quanti hanno lasciato agire in sé lo Spirito Santo (e tra di loro Paolo mette anche se stesso).
La sapienza è ignorata dai potenti che altrimenti“non avrebbero crocifisso il Signore della gloria”.
La sapienza di Dio, è nel mistero, è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria, scrive ancora l'apostolo Paolo. Essa appartiene a Dio, è contenuta nel suo disegno eterno, elaborato prima della creazione del mondo e che aveva come obiettivo la glorificazione di tutti gli esseri umani, cioè la loro partecipazione alla gloria di Dio.

La sapienza di Dio era nascosta, ma qualcuno l'ha potuta conoscere. Tra chi non l'ha conosciuta vi sono i dominatori di questo mondo, cioè coloro che furono responsabili della morte di Gesù. Non è che sia stato negato loro di conoscere la sapienza. Piuttosto con la loro durezza di cuore non hanno voluto aprirsi alla Sapienza e a riconoscere che Gesù era davvero il Signore della gloria.
Paolo e i veri perfetti si sono messi in ascolto e lo Spirito Santo ha rivelato loro tutto quello che dovevano conoscere della vera sapienza di Dio. Non c'era messaggero migliore dello Spirito Santo, poiché Egli conosce meglio di chiunque altro le profondità di Dio, ciò che di più intimo e nascosto è nel cuore del nostro Creatore

Dal vangelo secondo Matteo 5,17-37


La Legge e il suo compimento
17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. 20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Collera e riconciliazione
21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: «Stupido», dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: «Pazzo», sarà destinato al fuoco della Geènna.
23Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
25Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!

Adulterio e fedeltà
27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
31Fu pure detto: «Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto del ripudio». 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

Sì, sì; no, no
33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: «Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti». 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: «Sì, sì», «No, no»; il di più viene dal Maligno.


Essendo opera di Dio, la Toràh non può essere né smentita né contraddetta. «La
Scrittura non può essere annullata» - ha dichiarato Gesù (Gv 10,35) - perché Dio non può
avere ripensamenti o rinnegare quanto ha detto in passato o apportarvi correzioni. Il
cammino da lui tracciato dall'Antico Testamento ha validità perenne.
Nella prima frase del vangelo di oggi Gesù ribadisce questa verità: Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

Se Gesù sente il bisogno di chiarire la sua posizione, significa che qualcuno ha avuto
l'impressione che egli, con il suo comportamento e con le sue parole, stesse demolendo le
convinzioni, le attese e le speranze di Israele, basate sui testi sacri.
Gesù era rispettoso delle leggi e delle istituzioni del suo popolo, ma le interpretava in
modo originale; il suo punto di riferimento non era la lettera del precetto, ma il bene
dell'uomo.
Tuttavia, più che la sua mancata osservanza delle prescrizioni dei rabbini, ciò che creava sconcerto era il suo messaggio, la nuova Toràh che aveva proclamato sul monte, una Toràh che sconvolgeva i principi e i valori su cui era fondata l'istituzione religiosa e civile d’Israele: le beatitudini.
Sono queste beatitudini la nuova proposta, la nuova giustizia che porta a compimento,
conduce alla perfezione quella antica, quella che gli scribi e i farisei, bisogna
riconoscerlo praticavano in modo esemplare.

Nella seconda parte del vangelo (vv. 20-37) vengono presentati quattro esempi del
balzo in avanti, richiesto a tutti coloro che vogliono entrare nel regno dei cieli. Si tratta
di quattro disposizioni che si ritrovano nell'Antico Testamento e che non vengono
smentite, ma spiegate in modo originale: Giustizia, Collera e riconciliazione, Adulterio e fedeltà, Sì, sì; no, no.Gli esempi che porta sono sei, ma il vangelo di oggi ne riprende soltanto quattro, gli altri due ci verranno proposti domenica prossima


A questo punto vi invito a rileggere e riflettere sui quattro punti. Il mio commento vi annoierebbe, sarebbe troppo lungo, ma sono sicuro che capirete perfettamente ciò che vuole dire Gesù ad ognuno. Mi raccomando: invocate sempre, accostandovi alla Parola, di invocare lo Spirito Santo.

"Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio

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