Dalla
meditazione del Papa tenuta nel Sinodo dei vescovi ho estratto dei punti che mi
sembra siano anche l’indicatore programmatico di questo anno della fede: li
propongo con qualche mia riflessione come preparazione e attenzione a quanto
avverrà durante questo anno che spero sia di benedizione per tutta la Chiesa. (
In grassetto le parole del Papa)
“il Crocifisso è per eccellenza il segno
distintivo di chi annuncia il Vangelo: segno di amore e di pace, appello alla
conversione e alla
riconciliazione”.
Questa
affermazione richiede a chi preposto all’evangelizzazione per ministero, per
vocazione o soltanto per chi crede di essere cristiano “adulto” un serio esame
di coscienza: ci credo veramente fino a ritenermi un testimone della mia fede?
“la nuova evangelizzazione, orientata
principalmente alle persone che, pur essendo battezzate, si sono allontanate
dalla Chiesa, e vivono senza fare riferimento alla prassi cristiana”.
In
questo sinodo i vescovi riuniti avranno il coraggio e l’umiltà di riconoscere
le cause di questo allontanamento, riconoscere le colpe di un’evangelizzazione
del passato che non ha tenuto conto dei cambiamenti del mondo contemporaneo? Le
colpe non sono solo dei cristiani.
L’Assemblea
sinodale che oggi si apre è dedicata a questa nuova evangelizzazione, per
favorire in queste persone un nuovo incontro con il Signore, che solo riempie
di significato profondo e di pace la nostra esistenza; per favorire la
riscoperta della fede, sorgente di Grazia che porta gioia e speranza nella vita
personale, familiare e sociale.
Spero tanto
che non si facciano tante parole ma proposte concrete da attuare al più presto
in tutte le diocesi e particolarmente nelle parrocchie, proposte di lavoro che
trovino consenso e forza, tenacia nella loro realizzazione .
“Il
tema del matrimonio, propostoci dal Vangelo e dalla prima Lettura, merita a
questo proposito un’attenzione speciale….il matrimonio, costituisce in se
stesso un Vangelo, una Buona Notizia per il mondo di oggi, in particolare per
il mondo scristianizzato”.
.
Valorizzare
dunque la famiglia, senza paura di fallimenti (perché questa esiste!)
accontentandosi di pochi passi alla volta: l’evangelizzazione di massa non
produce molti frutti. Penso in questo momento ai tanti catechisti e ai tanti
parroci e alla loro difficoltà.
“C’è
un’evidente corrispondenza tra la crisi della fede e la crisi del matrimonio”.
Il mea
culpa in questo caso è d’obbligo: le strutture create anni fa non hanno
funzionato o meglio non hanno dato i frutti desiderati…troppi battesimi sono
ancora celebrati per la famiglia e amici e non nella comunità cristiana; tanti
matrimoni celebrati non tengono conto della formazione cristiana, la frequenza
ai corsi prematrimoniali sono un patentino matrimoniale.
Lo
sguardo sull’ideale della vita cristiana, espresso nella chiamata alla santità,
ci spinge a guardare con umiltà la fragilità di tanti cristiani, anzi il loro
peccato, personale e comunitario, che rappresenta un grande ostacolo
all’evangelizzazione, e a riconoscere la forza di Dio che, nella fede, incontra
la debolezza umana. Pertanto, non si può parlare della nuova evangelizzazione
senza una disposizione sincera di conversione. Lasciarsi riconciliare con Dio e
con il prossimo (cfr 2 Cor
5,20) è la via maestra della nuova evangelizzazione. Solamente purificati, i
cristiani possono ritrovare il legittimo orgoglio della loro dignità di figli
di Dio, creati a sua immagine e redenti con il sangue prezioso di Gesù Cristo,
e possono sperimentare la sua gioia per condividerla con tutti, con i vicini e
con i lontani.
Si predicherà meno dei doveri e degli obblighi dei cristiani, e predicare invece
l’amore di Dio per loro, quell’amore che traspare in ogni pagina dei vangeli, in
ogni passo e parola della vita di Gesù quale richiamo ad una decisione libera e
convinta?
La
vera purificazione avverrà soltanto se si riuscirà a far scoprire e accettare
l’Amore di un Dio che ama e vuole essere corrisposto.
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