|
Di
buon mattino, il primo giorno dopo il sabato,
vennero
al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro:
"Chi
ci rotolerà via il masso all’ingresso del sepolcro?".
Ma,
guardando, videro che il masso era già stato rotolato via,
benché
fosse molto grande.
(Mc 16, 2-4)
|
«“Ho desiderato ardentemente di celebrare questa Pasqua con voi, di mangiare
questa Pasqua con voi”.
Sono le parole che Gesù disse prima dell’ultima cena
proprio nel Giovedì Santo. E anch’io ho desiderato ardentemente di mangiare
questa Pasqua con voi; e Gesù dice “prima che io me ne vada”. Ma io non so se
me ne andrò, chissà come piacerebbe a me, l’anno prossimo, di poterci trovare
ad una solenne smentita, e poter dire: “guarda, ti ricordi che differenza?” e
allora renderemmo grazie al Signore. Per adesso, via, andiamo avanti, con
grande gioia.
Io ho voluto prendere la parola per dirvi che non bisogna avere le lacrime,
perché la Pasqua
è la Pasqua
della speranza, della luce, della gioia! Dobbiamo sentirlo! Io lo sento
veramente, perché è così, perché il Signore è risorto, perché è al di sopra di
tutte le nostre malattie, le nostre sofferenze, le nostre povertà; è al di
sopra della morte. Quindi ditelo! Ecco, aggiungo un altro compito a casa:
ognuno di voi a qualcuno, a qualche parente che non sta bene, a qualche
ammalato. Ditelo: che stai lì…? Lo sai che c’è Gesù vicino a te!? Certo, chi
sta a letto la luce del sole domani la vedrà attraverso le finestre – Io, oggi,
ho ringraziato il Signore e ho detto: “Da quanto tempo non vedo il sole!” –
Comunque, anche se non vedrete la luce del sole direttamente, e la vedrete
attraverso le finestre – e gli alberi accarezzeranno le vostre porte e
sentirete il canto degli uccelli da fuori – non importa, non importa!
Ci sarà il tripudio, il tripudio pasquale, la gioia pasquale, che penetra
come la luce sotto le fessure della porta a raggiungere tutti; e raggiunga
soprattutto voi, che godete di buona salute, che potete aiutare gli altri, che
date una mano a coloro che soffrono.
Voglio dire: mi raccomando, domani, non contristate - per nessuna amarezza,
di casa vostra o per qualsiasi altra amarezza – non contristate la vostra vita!
– “Al risorto non è lecito stare se non in piedi, in piedi!” - lo dicevano i
padri della Chiesa.
Vi faccio tanti auguri, tanti auguri di speranza, tanti auguri di gioia,
tanti auguri di buona salute, tanti auguri perché, a voi ragazzi, ragazze, i
sogni fioriscano tutti. Tanti auguri perché nei vostri occhi ci sia sempre la
trasparenza dei laghi e non si offuschino mai per le tristezze della vita che
sembra ci sommergano.
Vedrete come, fra poco, la fioritura della primavera spirituale inonderà il
mondo, perché andiamo verso momenti splendidi della storia, non andiamo verso
la catastrofe. Ricordatevelo!
Non sono allucinazioni di uno che delira per la febbre. E’ vero, andiamo in
alto, andiamo verso punti risolutori della storia, verso il “punto Omega” Gesù,
che è il “punto Omega”, cioè la “zeta”. Potete dirlo… L’ultimo punto
dell’alfabeto. In Italiano è “Zeta”, in latino è “Zeta”, in greco è “Omega”, in
ebraico “Tau”; il “Tau”, che molti di voi hanno, è l’ultima lettera
dell’alfabeto ebraico. E noi andiamo verso l’ultima lettera dell’alfabeto, non
verso la fine, ma verso l’inizio! Quindi, gioite!
Il Signore vi renda felici nel cuore, le vostre amicizie siano sincere. Non
barattate mai l’onestà con un pugno di lenticchie. Poi vorrei dirvi tante cose,
soprattutto vorrei augurarvi la pace della sera, quella pace che si sentiva un
tempo quando ci si ritirava vicino al focolare. La pace della sera, quella che
possiamo sentire anche adesso, se noi recideremo un pò dei nostri impegni così
vorticosi, delle nostre corse così affannate.
Coraggio! Vogliate bene a Gesù Cristo, amatelo con tutto il cuore, prendete
il Vangelo tra le mani, cercate di tradurre in pratica quello che Gesù vi dice
con semplicità di spirito.
Amate i poveri perché è da loro che viene la salvezza, ma amate anche la
povertà. Non arricchitevi, non arricchitevi! Non vale. Nel gioco della vita è
sempre perdente chi vince sul gioco della borsa.
Vi abbraccio tutti, ad uno ad uno, e in modo particolare, dal momento che
avete fatto questo sacrificio stamattina, voi della mia comunità parrocchiale,
a partire da Don Gigi, il parroco della mia comunità parrocchiale, e voi delle
comunità vicine…
Grazie per questa vicinanza, che mi fa sentire il vostro calore, il vostro
affetto. Io, per parte mia, non posso fare altro che ripagarvi con la mia
preghiera e col mio sacrificio.
Ai miei sacerdoti vorrei ribadire tutto quello che nell’Omelia è stato
detto, ma ad uno ad uno, nessuno escluso, neppure qualcuno col quale ci può
essere stato qualche motivo di screzio, perché c’è sempre.
Vorrei dire a tutti, ad uno ad uno, guardandolo negli occhi: ti voglio bene!
Così come, non potendo adesso stringere la mano di tutti, devo ritirarmi, e,
quindi, mi dispiace, di non poter dare la mano a tutti, però, venendo vicino a
voi, così, personalmente voglio dire:
Ti voglio bene!
Auguri di Buona Pasqua!»
Nessun commento:
Posta un commento