E' veramente bello, in questa domenica che precede l'inizio della santa
quaresima, accostarci alla Parola del Signore riuniti attorno al Vangelo.
Esso ci ricorda come il Dio a cui fermamente crediamo, il Dio Padre del
Signore nostro Gesù Cristo, è il Dio delle novità, il Dio delle nostre
ripartenze! Egli ci sorprende sempre.
Il suo agire supera sempre le nostre aspettative! La novità più bella, la
lieta notizia per eccellenza, è certamente quella del perdono del peccato.
Ci ricorda il soffio di un sorriso che ricrea la vita.
Là dove c'è perdono, non esiste più peccato: inizia una nuova vita!
Si riparte con il soffio dello Spirito Santo, verso nuovi lidi: le strade di
Dio che ci conducono alla piena realizzazione della nostra salvezza.
E' bello credere a questo Dio!
La fonte del perdono è sempre l'amore. Tutto l'universo obbedisce alle leggi
dell'Amore!
"amate, amate, il resto è nulla!" Così scriveva La Fontaine.
Dio per primo obbedisce alle leggi dell'Amore, perché
essenzialmente è AMORE!
Perciò ama, perdona, dimentica, ricrea, dona nuova vita e nuova bellezza!
"Non ricordate le cose del passato, non pensate più alle cose antiche.
Ecco io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia! Non ve ne
accorgete?"
Così ci dice il Signore nella prima lettura di questa domenica.
Le cose del passato sono ciò che già il Signore ha fatto di bello e di
grande.
Ebbene, il suo Amore è così grande che supera continuamente se stesso. Allora
aspettiamo sempre le novità di Dio, senza essere attaccati alle cose del
passato!
Aspettare le novità dell'Amore, è dare un senso dinamico alla vita, aspettare
significa confidare, sperare con una speranza certa, perché l'Amore di Dio
non viene MAI MENO!
Alla luce di queste parole, allora siamo in grado di leggere la pagina del
Vangelo di Marco che ci è proposta in questa settima domenica del tempo
ordinario.
Gli esegeti hanno sempre sottolineato l'assoluta originalità del racconto
marciano.
Esso è totalmente pieno dello stile letterario proprio di Marco.
Egli più che narrare, dipinge, scolpisce ciò che scrive e ce lo rende in
maniera assolutamente plastica.
Vediamo allora insieme i singoli passaggi.
Intanto notiamo subito che questa è la prima delle cinque dispute con i
farisei e con gli scribi.
La prima, questa, inizia con la rivelazione del dono più grande da parte di
Dio: il perdono dei peccati. L'ultima disputa termina con il complotto contro
Gesù ordito dai farisei e dagli erodiani.
Gesù entra di nuovo a Cafarnao.
Nella prima volta si era recato presso la sinagoga.
Ora invece Marco ci dice che si trova dentro una casa. Già qui abbiamo una
grande novità.
La "casa" nelle prime comunità cristiane era il luogo dove si
riuniva l'assemblea.
Dunque una "ecclesìa", una Chiesa. La casa è il Simbolo della
Chiesa.
Ci troviamo davanti ad un racconto già contestualizzato. C'è il passaggio
dalla sinagoga alla Chiesa. Con ciò Marco ci dice che Gesù, davanti
all'assemblea, sta per compiere un atto liturgico. Quale? Quello del perdono
dei peccati!
Questo avviene nella Ecclesìa! In essa c'è la presenza del Signore, sempre
vivo ed operante, e compie il più grande prodigio che si possa immaginare:
perdonare il peccato.
Il seguito del racconto è quanto mai descrittivo e qualche volta appare anche
buffo.
Ma non è così: ogni gesto ha il suo significato.
C'era tanta gente in quella Ecclesìa! Non si poteva raggiungere la persona di
Gesù.
Nella Ecclesìa si annuncia prima di tutto la Parola. Poi si
amministrano i sacramenti.
Poi si compiono i grandi prodigi di Dio.
Ed ecco che si recarono da Lui, portando un paralitico sorretto da quattro.
Attenti: Marco non ci dice chi siano i "quattro". Solo le
traduzioni aggiungono "persone", "portantini" o altro.
Marco dice semplicemente: portato da quattro!
Sorge subito la domanda: chi erano questi quattro? Le risposte sono tante.
Ma io personalmente preferisco il richiamo al libro del Profeta Ezechiele,
dove al capitolo primo, del versetto 4 , ci parla di quattro esseri viventi:
non hanno un nome. Il profeta ci descrive solo le loro sembianze. Portano
l'Arca dell'Alleanza, il luogo dove abita il Volto dell'invisibile Signore!
Allora il senso mi appare chiaro: i quattro di Marco sono coloro che portano
l'arca dell'alleanza. L'arca dove si rende manifesta la presenza del Signore.
Il paralitico: ecco l'Arca della alleanza, ecco dove abita il Signore: nel
paralitico, in questo ammalato paralizzato nel corpo, simbolo di ogni
paralisi immobilizzante del peccato.
Il peccato che abita l'umanità.
Ma il Signore non ha paura dell'uomo peccatore: lo cerca!
Ha paura solo del peccato: per questo lo sconfigge con la forza del suo
Amore!
Sono i quattro che hanno fede. Il paralitico non può averla: il suo corpo è
come ingessato ed immobile. Spiritualmente parlando la paralisi è quella del
cuore, dell'anima e della mente: tanto ingessati e resi immobili dal peccato
da non poter pronunciare la parola gridata del "Salvami Signore". I
quattro hanno una funzione particolare e speciale: come quelli descritti dal
profeta Ezechiele, così anche questi quattro portano l'immobilizzato davanti
a Gesù, sia pure in maniera teatrale, e fanno tutto quello che dovrebbe fare
il povero paralitico.
La paralisi diventa immagine e simbolo di tutte le conseguenze del peccato:
indurimento del cuore, paralisi mentale, incapacità comunionale e simili.
L'uomo non vive più, vegeta! Cosa bisogna fare?
Raggiungere l'Autore della vita perché dia un nuovo inizio, una nuova
ripartenza, dia una nuova creazione! Ma come fare? C'è tanta gente. La fede
non conosce ostacoli!
La scena del tetto e del buco praticato in mezzo ad esso, non è affatto
teatrale come dicevo prima! E' la forza creativa della fede che trova sempre
nuove possibilità per giungere comunque a Gesù
E poi Marco vuol farci comprendere che quel gesto ha qualcosa di violento in
sé.
Spaccare il legno del tetto, praticare un buco sulla verticale dove
precisamente sta Gesù, ha un senso particolare. Il senso è questo: a volte
l'Amore si esprime con una "sapiente violenza"!
Significa che i quattro vogliono fare "violenza al cuore di
Gesù"una santa violenza perché il cuore di Dio si pieghi sull'uomo morto
e riviva.
E questa santa violenza ha il suo frutto:
la tenerezza di Gesù: "FIGLIO, TI SONO RIMESSI I PECCATI!"C'è tanta
tenerezza in queste parole di Gesù. La tenerezza dell'Amore. Tutti si
aspettavano il miracolo della guarigione.
Ma Gesù ha un altro progetto prioritario, assolutamente prioritario: dare la
vita nuova, ad un uomo che non è più tale restituire, con il perdono, una
rinascita che è infinitamente più grande di una guarigione fisica!
Perché parla così? Si chiedono i farisei seduti sui tronetti. Perché parla
così il nostro Gesù?
Semplicemente per farci capire che quando parliamo di guarigione essa non
deve essere riferita solo alla malattia del corpo. C'è prima di tutto una
guarigione più grande: rinascere ad una nuova vita, fatta di vera ed
autentica umanità, ritornare ad essere "uomo" nel pieno senso del
termine. E ciò è possibile solo se si vince e si debella il peccato che
uccide la vita e preclude ogni possibilità di amare secondo lo spirito
dell'AMORE!
Poi la guarigione fisica diviene il segno del potere divino che Gesù ha di
rimettere i peccati.
Il racconto di Marco diviene epifanico: mostra chiaramente la divinità di
Gesù, dal momento che solo Dio può rimettere il peccato. Gesù è il Signore di
tutto l'uomo.
Infine c'è la triplice insistenza posta sul lettuccio."Alzati prendi il
tuo lettuccio e và!"
Ed Egli sotto gli occhi di tutti, prese il lettuccio o barella e se ne andò.
Perché questa insistenza sulla barella? Perché torna " a casa sua"
con la barella?
Intanto "la casa sua" non è da intendere come un ritorno fisico
alla casa dove il paralitico abitava. "Torna a casa tua e prendi la
barella!"
Tornare a casa sua significa tornare in se stesso, nella sua interiorità.
Adesso puoi entrare nel tuo cuore e visitarlo ed avere la gioia di vederlo
sgombro dal peccato, libero e bello! Ma introduci anche il lettuccio,la
barella.
Perché? Perché tu possa ricordare, attraverso la barella, ciò che eri e ciò
che ora la grazia di Dio ti ha fatto diventare. La barella è il simbolo
dell'antica bruttezza. L'Ora presente è l'ora del rendimento di grazia!
Questo deve avvenire nella santa assemblea ecclesiale: Rendere grazie a Dio
perché siamo perdonati e perdonati perché siamo amati! Fratelli e sorelle:
come è bello, tenero, affettuoso l'amore che il Signore ha per noi!Come
potremmo pensare, sia pure per un solo istante, di poter vivere senza di
esso?
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