Il cristiano uomo
insolito
di M.Delbrêl, 1962
Nella
misura in cui un cristiano professa la sua fede e tenta di viverla, egli
diviene insolito per i credenti e i non credenti. Il motivo è che il Vangelo,
sino alla fine dei tempi, non cesserà di essere la buona novella così per i
giudei come per i Gentili.
L’insolito del cristiano è
unicamente e semplicemente la sua somiglianza con Gesù Cristo.
La somiglianza con Gesù
Cristo inserita in un uomo col Battesimo e che attraversando il suo cuore gli arriva
come a fior di pelle....
Questo “insolito” non è
conferito al cristiano dall’essere un uomo notevole e notato. Non è la
realizzazione clamorosa di un uomo cristiano. É il Cristo, sempre lo stesso
Cristo, che mostra il suo volto attraverso quello di un uomo.
Non solo egli crede in
Dio, ma deve amarlo come un figlio ama un padre amatissimo e onnipotente, nello
stesso modo del Cristo.
Non solo dipende da Dio,
ma è sovranamente libero nella volontà di Dio.
Non solo è fratello del
suo prossimo vicino, ma del prossimo universale.
Non solo è fratello
legale, ma fratello reale; al medesimo livello: egli non discende verso alcuno,
è senza distanza; egli è il prossimo di tutti, non si alza né si abbassa - è
sullo stesso piano; senza privilegio e senza diritto, senza superiorità...
Non solo non rende il
male, ma perdona e dimentica; non solo dimentica, ma rende bene per male...
Non solo divide ciò che ha
di suo o in sé, ma dà l’unica cosa che Dio gli ha dato in proprio: la sua vita.
Non solo accetta di non
somigliare a un eroe ma di non esserlo...
Non solo mette tutte le
sue forze nel proprio compito, ma ignora a che serva codesto compito; non solo
ignora chi l’ha cominciato e lo continua, ma ignora l’opera di Dio nella quale
esso è utilizzato.
Non solo combatte ma è
mite, perché ciò che Dio onnipotente e amatissimo ha cominciato o continua,
sempre Lui porta a compimento con potenza e amore. Egli attende da Dio con una
fiducia inesauribile ciò per cui lavora con tutte le forze e che le sue forze
non possono realizzare.
Non solo egli ama la vita
perché Dio l’ha creata, ma è felice di vivere una vita che è eterna per tutti
gli uomini.
Non soltanto è felice di
vivere, ma è felice di morire: perché morire è nascere all’eternità...non soltanto
perché la creazione è figlia di Dio, ma perché la sua bellezza, per quanto
sabotata, è indistruttibile.
Non soltanto agisce nel
tempo, ma attende i frutti d’eternità il cui seme egli semina nel tempo. E
questa è la sua speranza.
Non soltanto è felice
perché vive a causa di Dio e per Dio, ma perché vivrà e farà vivere i suoi
fratelli con Dio per sempre.
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