giovedì 23 febbraio 2012

È indispensabile essere disposti a rinnovare il cuore








Mt 6,1-6.16-18
...Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
 
...In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
...«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
...Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
...E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

    Le ceneri aprono il tempo della quaresima, questa primavera dello spirito ci invita a rompere la corteccia del cuore che i rigori invernali dell'egoismo, possono aver indurito.
Una difesa istintiva, che molto spesso siamo tentati di erigere di fronte alle prove della vita,
ma che blocca la gioia della fioritura e la ricca stagione dei frutti, per cui siamo creati.

L'invito che sentiremo domani nelle letture liturgiche, è a lacerare il cuore. Un termine che richiama la sofferenza dello strappo da cui a primo acchito si vorrebbe fuggire.
Ma a leggerlo in profondità, accostandolo ad altri passi biblici, vi troviamo non un invito alla morte ma alla vita, alla pienezza della vita!!
Infatti solo strappando dal nostro cuore tutto ciò che ci chiude a Dio ed alla sua Parola, possiamo sperare di veder fiorire la nostra esistenza verso l'eternità.
Ecco, dunque, cos'è la quaresima: un tempo veramente propizio per scavare in profondità, rimuovere quanto rischia di soffocare la parte più autentica di noi stessi, quella che attinge direttamente alla Sorgente, ossia a Dio.

Il seme divino della carità, che Dio ha posto nelle nostre anime, aspira a crescere, a manifestarsi in opere e a produrre frutti che in ogni momento corrispondano ai desideri del Signore.
È indispensabile quindi essere disposti a rinnovare il cuore, a ritrovare, nelle nuove situazioni della nostra vita, la luce e l'impulso della prima conversione.
Questa è la ragione per cui dobbiamo prepararci con un approfondito esame di coscienza, chiedendo aiuto al Signore, per poterlo conoscere meglio e, di conseguenza, per conoscere meglio noi stessi
La conversione è cosa di un istante; ma la santificazione è opera di tutta la vita.
Per questo è necessario attraversare ogni anno questo percorso di purificazione e di crescita, per poter giungere alla Pasqua rinnovati completamente.

Il vangelo ci ha ricordato come possiamo farlo, grazie a tre pratiche che, sin dal tempo degli apostoli, esprimono lo sforzo del cristiano per avvicinarsi alla perfezione: l'elemosina, la preghiera ed il digiuno
Tre pratiche fondamentali, già conosciute nell'Antico Testamento, ma che dai discepoli, dice Gesù, devono essere compiute in modo diverso.
Infatti quando facciamo qualcosa di bene, subito nasce in noi il desiderio di essere stimati per questa buona azione, di essere ammirati: di avere cioè la ricompensa, ricompensa falsa però perché è la gloria umana, la nostra soddisfazione, il nostro piacere che vengono premiati.
Il Signore ci chiede di fare il bene perché è Bene !

Fare l'elemosina, pregare, digiunare, devono mirare solo a questo: ricollegarci al Padre, metterci in contatto con Lui, farci entrare nel suo campo visivo.

Il testo del vangelo di Matteo continua la meditazione del Discorso della Montagna. Nella prima parte del discorso Gesù sconvolge il concetto di giustizia come lo avevano sempre considerato i dottori della legge ed i farisei: l’osservanza della legge e quindi la pratica della giustizia non deve avere il fine di ottenere l’elogio degli uomini.

L’elemosina, la preghiera ed il digiuno,  erano le tre opere di pietà dei giudei.
Gesù critica coloro che praticano la pietà e le opere buone per essere visti dagli uomini. Gesù non desidera che la pratica della giustizia e della pietà vengano usate come mezzo di autopromozione dinanzi a Dio e dinanzi alla comunità.

Fare l'elemosina, pregare, digiunare non mirano che a questo: ricollegarci al Padre, metterci in contatto con Lui, farci entrare nel suo campo visivo
Dal punto di vista didattico Gesù dice prima come non deve essere e poi subito insegna come deve essere:
-  Devo fare l’elemosina in modo tale che nemmeno io devo avere la sensazione di stare facendo una cosa buona che merita una ricompensa da parte di Dio e degli uomini
-  Bisogna pregare in segreto come anche Gesù pregava spesso di notte e non gli importava l’opinione degli altri.

 Dio è un Padre misericordioso che accoglie la mia preghiera e mi accoglie e quindi non a partire dal fatto che gli altri mi apprezzino come una persona pia che prega. Semplicemente mi accoglie perché desidera convertire il mio cuore, vuole riscattare la mia vita, vuole aprire i miei orizzonti verso l'eternità.

    Allo stesso modo il digiuno deve essere vissuto non come pratica esteriore ma come parte di un cammino di accesso al cuore di Dio che si apre davanti a noi, rinunciare a qualcosa di puramente materiale per arricchirci di spiritualità; per capire che non di solo pane ha bisogno l'uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio.
Mortificare dunque i nostri istinti più umani e materialistici, per raggiungere il senso d'infinito che cerchiamo
L’elemosina, la preghiera ed il digiuno non servono dunque per comprare il favore di Dio, ma sono la risposta di gratitudine all’Amore ricevuto e sperimentato.
Dalla Chat di Pastorale&Spiritualità



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