mercoledì 22 dicembre 2010

SEMPLICEMENTE COSI', di don Tonino Bello

Lettera di Natale




Caro Gesù,


quest’anno voglio scrivere a Te. Per tanti motivi.


Prima di tutto, perché so che tu mi leggerai di sicuro e che la mia lettera non rischierà di finire come le tue. Ce ne hai scritte tante, e sono tutte lettere d’amore, ma noi non le abbiamo neppure aperte. Nel migliore dei casi, le abbiamo scorse frettolosamente e con aria annoiata.
Poi, perché so che Tu vai sempre al nocciolo, o alla radice, e sei imbattibile a leggere sotto le righe. E anche stavolta, ne sono certo, sotto le righe sai scorgere il mio cuore gonfio di paure e di speranze, di preoccupazioni e di tenerezze.

Poi, perché tu rispondi sempre e non passi mai nulla sotto silenzio. Non c’è volta che Tu ti rifiuti di ricambiare il saluto o di accusare ricevuta. Con gli altri, lo sai, non sempre è così. Più che la “ricevuta”, sembra che accusino il “colpo”.


Ma, soprattutto, scrivo direttamente a Te, perché so che a Natale ti incontrerai con tantissime persone che verranno a salutarti. Tu le conosci a una a una. Beato Te, che le puoi chiamare tutte per nome. Io non ci riesco.


Dal momento, però, che passeranno a trovarti, se non nell’eucarestia e nei sacramenti almeno nel presepe, perché non suggerisci loro, discretamente, che non te ne andrai più dalla terra e che, pur trovandoti altrove per i tuoi affari, hai un recapito fisso nella tua Chiesa, dove ti potranno incontrare ogni volta che lo vorranno?
E a proposito di “recapito”, non pensi che la tua Chiesa, il cui grembo hai deciso di abitare per sempre dopo aver abitato per nove mesi quello di tua Madre, abbia bisogno di qualche restauro?
Si tratterà, caro Signore, di restauri costosi, perché da ricca deve diventare povera, da superba deve divenire umile, da troppo sicura deve imparare a condividere le ansie e le incertezze degli uomini, da riserva per gli aristocratici deve divenire fontana per il villaggio.
Chi è profano in certe faccende pensa che sia un restauro quasi senza spese, sotto costo, perché si tratta di ridurre invece di crescere. Io invece so che occorre uno di quegli stanziamenti fortissimi della tua grazia, perché, se no, non se ne farà nulla.
Visto che mi sono messo sulla strada delle “raccomandazioni”, posso approfittare dell’amicizia per fartene qualche altra?
Aiuta me e tutti i miei fratelli sacerdoti a lasciarci condurre dallo Spirito, che è Spirito di servizio e non di potere, Spirito di fratellanza e non di parte.
Dona ai laici della nostra Chiesa la gioia di Te, che fai “nuove” tutte le cose. Ispira in essi i brividi dei cominciamenti, le freschezze del mattino, l’intuito del futuro.
Esorcizza nelle nostre comunità la paura del volto, l’impressione che si campi solo sulle parole, il sospetto che, di ardito, amiamo solo le metafore.


Metti nel cuore di chi sta lontano una profonda nostalgia di Te.
Asciuga le lacrime segrete di tanta gente, che non ha il coraggio di piangere davanti agli altri.
Entra nelle case di chi è solo, di chi non attende nessuno, di chi a Natale non riceverà neppure una cartolina e, a mezzogiorno, non avrà commensali.
Gonfia di speranze il cuore degli uomini, piatto come un otre disseccato al sole….


… Ricordati, Signore, di chi ha tutto, e non sa che farsene; perché gli manchi Tu.


Buon Natale, fratello mio Gesù, che oltre a vivere e regnare per tutti i secoli, muori e sei disprezzato, minuto per minuto, su tutta la faccia della terra, nella vita sfigurata degli ultimi.


Ti stringo al cuore.






Da “Parole d’amore, preghiere” edizioni la meridiana

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