LA missione della Chiesa è quella di mostrare nell’unità che Gesù non è sparito tra le nuvole
ASCENSIONE
DEL SIGNORE
13
MAGGIO ANNO B - 2018
dal
Vangelo di Marco 16,15-20
In
quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in
tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà
e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà
condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che
credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove,
prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non
recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi
guariranno».
Il
Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e
sedette alla destra di Dio.
Allora
essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva
insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la
accompagnavano.
Commento di don Giovanni Berti ( GIOBA)
Qualche
giorno fa sono stato al cinema a vedere l’ultimo film della serie
dei supereroi della Marvel, “Avengers, infinity war”. E’
davvero un super film, che sta avendo anche parecchio successo, e che
mette insieme tutti o quasi i supereroi dai poteri incredibili che
appaiono nei fumetti prima e poi nei vari film che sono stati
prodotti negli anni passati. Ironman, Capitan America, dottor
Strange, Spiderman, i Guardiani della Galassia, Hulk, Thor e tanti
altri si trovano a combattere insieme contro un super cattivo,
Thanos, che minaccia di sterminare gli abitanti di mezzo universo,
Terra compresa.
Ognuno
dei personaggi mette in campo i propri poteri in una lotta che come
dice il titolo stesso del film, è infinita non solo cronologicamente
ma anche perché coinvolge l’universo intero. Quello che lega
personaggi così diversi non è una tranquilla sintonia di carattere
e di provenienza, ma il comune scopo di salvare l’universo. Nel
racconto emerge infatti chiaramente come sono davvero molto diversi e
corrono continuamente il rischio di scontrarsi tra loro stessi, di
non capirsi nelle mosse da fare, e di cadere in gelosie e
incomprensioni. Spesso è proprio la loro profonda differenza che li
porta a rallentare e fallire anche nelle battaglie decisive contro il
male. Pian piano però comprendono che solo unendosi insieme in un
comune amore per gli esseri umani e per tutti gli esseri viventi,
potranno davvero fare qualcosa per l’universo.
Gesù
nel Vangelo sta per iniziare una fase nuova della sua azione nel
mondo. È la fase nella quale lui non sarà più visibile e operante
come lo è stato negli ultimi anni e subito dopo la resurrezione.
Gesù, il risorto, ora “sale” in cielo, cioè torna nella
dimensione divina che è differente da quella umana. Nella dimensione
concreta e storica degli uomini rimangono i suoi discepoli (quelli di
allora e noi oggi). Sono proprio i discepoli con le loro profonde
differenze (come lo sono tutti gli esseri umani tra di loro) a dover
affrontare le sfide della testimonianza del Vangelo nel mondo e nella
storia. Sono loro che sono chiamati a portare con le parole e con i
gesti, la presenza di Gesù nella realtà degli uomini. Non è un
compito facile e richiede davvero un “superpotere” speciale per
affrontare il male, le diversità culturali e linguistiche, i veleni
spirituali che spesso inquinano i rapporti tra le persone, le
difficoltà della vita fisica e anche la morte, che rimane sempre
all’orizzonte di ogni esperienza umana.
Ai
discepoli è dato il super potere comune dello Spirito Santo,
dell’Amore totale di Dio che permette loro di affrontare la
testimonianza con successo, e cambiare così pian piano il mondo
perché non sia distrutto dall’odio, dal male, da tutto ciò che
nega l’amore, cioè Dio stesso.
Come
gli Avengeres contro Thanos nei fumetti e nei film, anche noi
discepoli nella storia vera, fuori dalle pagine disegnate o dallo
schermo del cinema, siamo chiamati ad unirci veramente, non
permettendo che le normali diversità che sperimentiamo ci dividano e
ci portino a scontrarci tra di noi.
Papa
Francesco, parlando nei giorni scorsi a Loppiano davanti a coloro che
si riconoscono nell’esperienza dei focolarini di Chiara Lubich, ha
parlato di unità tra gli uomini che è possibile e necessaria e che
non significa uniformità: «Cultura dell’unità, non
dell’uniformità, che è il contrario dell’unità»
E’
proprio vero che il cristiano crede profondamente che in Cristo,
anche provenendo da luoghi, tradizioni, esperienze diverse, è
possibile unirsi nell’amore.
La
missione della Chiesa è dunque quella di mostrare nell’unità che
Gesù non è sparito tra le nuvole, ma continua ad essere presente in
modo nuovo in noi, e attraverso le nostre mani, le nostre parole, le
nostre azioni, i nostri progetti, continua ad operare nel mondo per
salvarlo e renderlo luogo di resurrezione e di vita.
L’amore
è davvero un superpotere potentissimo, nell’infinita lotta per la
salvezza dell’universo
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