mercoledì 9 maggio 2018

...ERA IL CELLULARE A POSSEDERE LUI, LA FORZA DELLA RICCHEZZA..


Incontri con la Parola di don Luciano




No. 253 - Padrone o schiavo?

(1 Timoteo 6, 17-18)




«Ai ricchi in questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi, di non riporre la speranza sull'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché ne possiamo godere; di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere pronti a dare, di essere generosi, mettendosi così da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera».


E' venuta a trovarmi una persona. Vive anche lui qui in Kenya, ma in uno dei posti più esclusivi della capitale. Ha dovuto fare una telefonata e mi ha mostrato con orgoglio il suo cellulare - un modello così sofisticato che l'unica funzione che ancora gli manca è cuocere la pastasciutta. L'ho invitato in città, a visitare la nostra attività con i ragazzi di strada, e abbiamo preso il "matatu", il pulmino sovraffollato che qui serve da trasporto pubblico. Ma il mio ospite era nervoso: ogni cinque secondi si toccava la tasca per assicurarsi che non gli fosse stato rubato il costoso cellulare. E una volta arrivato dai nostri ragazzi di strada, sovente la sua mano sfiorava la tasca, preoccupato che qualcuno dei nostri ragazzi non gli sfilasse il prezioso gingillo. All'inizio pensavo che il mio ospite possedesse un cellulare, invece era vero il contrario - era il cellulare a possedere lui!

Dio ha qualcosa da dirci a questo riguardo in 1 Timoteo 6, 17-19
:

Sono parole rivelate, ossia dicono la verità su di noi e sulla nostra vita. Dio ti dice di «non riporre la speranza sull'incertezza delle ricchezze». Quello che per il mio ospite era la paura di perdere il suo tesoro, il cellulare, non è che un pallido accenno di quello che capita a tutti noi quando attacchiamo il cuore alle ricchezze. Dio dice nel Salmo 61,11: «Alla ricchezza, anche se abbonda, | non attaccate il cuore». Quando accumuliamo dei beni, dobbiamo poi spendere un mucchio di energie per non perderli. Col risultato di un interessante fenomeno - di essere posseduti dalle nostre ricchezze, invece che possederle. Conosco dei giovani che avrebbero fatto un bene infinito se avessero ascoltato la chiamata del Signore a servirLo come volontari in terra di missione; hanno posposto dicendo: "Adesso il lavoro... adesso la fidanzata...". Nel frattempo hanno assunto uno stile di vita che non può accontentarsi di una manciata di euro al mese. La missione li sta ancora aspettando ma le loro ricchezze hanno preso il sopravvento.


Prova a pensare: hai dei beni o una posizione su cui devi consumare le tue energie per mantenerli?
Possiedi il tuo lavoro o è il tuo lavoro che ti sta possedendo? O i tuoi soldi? O la tua automobile? O il tuo conto in banca? Si diventa schiavi delle proprie ricchezze in maniera impercettibile. E ti ritrovi continuamente far scivolare la mano sulla tasca per assicurarti che il tuo prezioso tesoro sia ancora lì, il che rende assai difficile godersi la vita.


Dio non dice che è sbagliato possedere ricchezze,
ma che è sbagliato farsi possedere da esse. «Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Matteo 6,21). La Sua ricetta per la libertà è questa: per prima cosa non riporre la tua sicurezza sulle ricchezze, che è quello che ci dice in 1 Timoteo. Non basare la tua identità su quello che possiedi. Riconosci che i beni in tuo possesso, di qualsiasi tipo, sono un dono del Signore, e che Lui ha il diritto di darteli o toglierteli. E sappi che Lui è sempre un Padre provvidente, che ha cura dei Suoi figli. E in secondo luogo non affannarti dietro ai beni terreni. Gesù ci ha assicurato che il Padre nostro sa quello di cui abbiamo bisogno e ce lo darà, a patto che mettiamo al primo posto la Sua volontà, che cerchiamo il Suo Regno e non il nostro. «Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Matteo 6,31-33). Non tenere per te le tue ricchezze, di qualunque tipo esse siano. Renditi conto che Dio te le ha date perché tu le usi a beneficio di altre persone. Ti sono state date perché tu le dia, non perché tu te le tenga!


Quando sai che le tue ricchezze ti sono state donate da Dio, e quando ti rendi conto che ti sono state date perché tu possa migliorare la vita di altre persone, puoi finalmente rilassarti e smettere di far scendere la mano sulla tasca per controllare se ancora ci sono. Per dirla con Gesù, hai barattato una cosa incerta per un tesoro certo: «Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma» (Luca 12,33). Vivi libero e sereno quando la tua sicurezza è Gesù, non le cose che hai!
Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto

don Luciano

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