Nel giro di pochi giorni ho partecipato ad un
matrimonio e ad un funerale: amore e morte! Due eventi normalmente opposti con
aspetti in comune: ci sono gli amici, i parenti, i conoscenti, i curiosi; ci sono i fiori
e
la musica; si piange in entrambi, c'è chi ama e chi è amato.
Nel giro di pochi giorni ho partecipato ad un matrimonio e
ad un funerale: amore e morte! Due eventi normalmente opposti con aspetti in
comune: ci sono gli amici, i parenti, i conoscenti, i curiosi; ci sono i fiori
e la musica; si piange in entrambi, c'è chi ama e chi è amato. Cosa li
differisce: la progettualità, la festa, la gioia, il "per sempre". In
entrambe le celebrazioni è stato letto "l'Inno all'Amore" di San Paolo
tratto dalla I Lettera Corinzi: «L'amore è paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore, non si vanta, non si
gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non
tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della
verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L'amore non avrà
mai fine».
A proposito di Bibbia mi ha sempre colpito la frase del
Cantico dei Cantici che recita "forte come la morte e l'amore",
proprio in un libro che parla di una storia d'amore; anche qui, infatti, i due
termini sono accostati e mostrati come simili. Dov'è lo scarto? Possibile che
non ci sia differenza? Avrei voluto leggere invece "forte più della morte
e l'amore" e sarebbe bello avere come titolo principale su ogni
quotidiano: «Oggi l'amore ha vinto la morte!». Impossibile, utopia? Ho
incontrato persone in cui l'insinuarsi del dolore e poi della morte non hanno
fatto altro che rafforzare l'amore. Ho visto in loro dedizione completa e
totale dell'uno verso l'altra senza far vincere la disperazione e la rabbia pur
nella malattia. Ho conosciuto chi ha trasformato "il lamento in
danza", cedendo sì alla morte, ma abbracciata dall'amore e dall'amicizia.
Ho sentito piangere il cuore, infrangersi, ma non venire trafitto dalla morte
perché la freccia dell'amore non gli ha dato dimora. Così l'amore vince la
morte con le carte del "per sempre", del ricordo che si fa memoria,
del sentimento che il tempo non fa svanire, dell'abbraccio fra cielo e terra che
vivifica, della speranza dell'eternità.
Si piange e si soffre, è inevitabile; si chiede il perché,
si grida a Dio, è giusto! Questo è anche pregare! Ci manca un pezzo di vita, di
quotidianità, di futuro, una parte di noi va con chi non c'è più. Ma provare
questo non è forse amare? Scrive Baldovino di Canterbury nei suoi
"Trattati": «Forte è la morte, che è capace di privarci del dono
della vita. Forte è l'amore, che è capace di ricondurci ad un miglior uso della
vita. Forte è la morte, che è in grado di spogliarci del vestito di questo
corpo. Forte è l'amore, che è capace di strappare le nostre spoglie alla morte
e restituircele».

DONBOSCOLAND.it
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