Vangelo Mt 13, 31-35
Possiamo aiutare Dio a costruire il Regno dei Cieli?
Un uomo prese un granello di senape e lo seminò nel suo campo...
Una donna prese il lievito e lo mescolò con tre misure di farina….
Dal vangelo secondo Matteo 13,31-35
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno
dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo
campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più
grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli
del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Tra le parabole del
Regno queste due sono le più belle, le più significative e interessanti. Gesù
colpisce la nostra immaginazione mentre parla, rivela cose nascoste ad un
popolo che aspetta la rinascita e gli antichi splendori d’Israele. Cosa avranno
capito?
Come siamo
fortunati noi oggi! Tutto ci è più chiaro, abbiamo tanti mezzi a nostra disposizione
per capire sempre di più, approfondire l’ultima delle rivelazioni fatte da Dio:
Gesù il Messia, la Parola
fattasi uomo, il nuovo Re, Re di un regno che dobbiamo scoprire e fare nostro,
gettare le basi, divulgare, fare crescere, il Regno di Dio che è in mezzo a noi
( Lc 17,21) una presenza reale che solo gli occhi della fede e la speranza di
un cuore che palpita ci fanno vedere.
Immaginiamo cosa
può diventare un granello di senape, il più piccolo di tutti i semi: una fede
piccola come lo stesso seme lo può sapere, parole di Gesù…Un piccolo seme che
diventa un grande albero…una fede piccola come quel seme è capace di spostare
una montagna…Siamo chiamati a cose grandiose che nascono da piccole cose.
Sì perché Dio non
ci chiede miracoli, ma ci dice che possiamo farli, se siamo uomini di fede.
Un albero enorme
dove trovano rifugio gli uccelli del cielo, fanno il loro nido, si moltiplicano
e allietano i passanti con i loro canti: tutto questo perché un giorno un uomo
prese un seme e lo seminò nel suo campo…un uomo di buona volontà con poca
fatica ma che ha creduto nel creato e la sua forza, ma soprattutto nel
Creatore.
Spostiamoci in una
casa qualsiasi dove una volta si faceva il pane in casa: la donna prendeva il
lievito mescolandolo alla farina e con pugni e mani forti pestava e girava e
rigirava l’impasto finché tutto non si fosse impregnato della forza del lievito.
Il regno dei cieli
è simile al lievito che una donna…prese e mescolò in tre misure di farina: ed
ecco il pane che sfama, rinforza, dà vita, aiuta a crescere, riunisce attorno
ad un tavolo la famiglia di Dio.
Prima un uomo,
adesso una donna: azioni diverse, risultati analoghi, si creano le condizioni
per la nascita e la crescita del Regno dei cieli.
Dopo averci fatto
il dono di Gesù, Dio si serve di noi, di uomini e di donne normalissime ma che
accettano di prendere un’iniziativa, a partire da quello che normalmente fanno
nella vita: a nessuno è chiesto l’impossibile, Dio non sarebbe Dio…
Il Regno dei cieli
è in mezzo a noi, nasce e cresce con noi fino a diventare una nuova e grande
realtà.
Sappiamo che se il
seme non muore non nasce la pianta, abbiamo visto che il lievito scompare per
dare vita ad un’altra sostanza: questo è il primo passo, forse fin troppo
facile…Ci siamo chiesti qualche volta se il seminatore o la donna che impasta
la farina abbiano avuto qualche dubbio sul loro lavoro? Credo di no, perché
hanno creduto nella realtà delle cose, come noi abbiamo creduto nella forza e
dono del Battesimo che ci fa cristiani!
Le preoccupazioni arrivano
dopo, nel far crescere: l’agricoltore la sua pianta che va innaffiata, forse
raddrizzata, potata ecc… la donna per il lievito prima per scioglierlo nella
farina e successivamente badare alla lievitazione giusta, al forno che sia alla
temperatura ottimale, e infine al buon uso del prodotto…noi a prestare
attenzione alla realtà della nostra vita cristiana, la realtà evangelica
dell’amore mirata alla nostra formazione e contemporaneamente proiettata verso
la comunione con gli altri.
Da soli non riusciamo
a far nascere un Regno, come non si contribuisce alla sua crescita: senza
l’umiltà di una fede e fiducia in noi stessi e in Colui che regna e regnerà non
andremo molto lontano.
L’esperienza ci
parla della pazienza dell’agricoltore nel seminare e nel raccogliere: i nostri
risultati saranno quelli che Dio vorrà non quelli che noi spesso desideriamo e
che arrivino anche in fretta.
Nella nostra
formazione avremo bisogno dell’aiuto divino, nel rapporto con gli altri la
pazienza e l’umiltà nell’annuncio e non ultimo il rispetto della libertà e i
tempi di crescita altrui che non sono mai uguali per tutti.
Come le parabole
sono testimonianza di vita, così il nostro cammino di fede, il nostro
rincorrere il Regno di Dio, convinti che possiamo e dobbiamo farcela, perché “
lo straordinario di Dio si nasconde nelle cose ordinarie e comuni di ogni
giorno”: questo ci insegnano le parabole di Gesù, da fatti comuni e ordinari
dobbiamo arrivare a guardare lontano, ad un Regno che incomincia in questo
mondo e avrà il suo culmine nei Cieli dei Cieli, la dimora eterna di Dio.
La nostra vita
terrena è tempo di fede e di speranza: sappiamo e crediamo che il vero amore lo
abbiamo intravisto, ma lo troveremo quando tutto sarà compiuto fino all’ultima
lettera della rivelazione.VIENI, SIGNORE GESU’!
A Madre Teresa fu
chiesto se avesse assistito a qualche miracolo in vita sua, ecco la risposta: “
Ogni giorno avviene una specie di miracolo. Non passa giorno senza qualche
delicata attenzione da parte di Dio, senza qualche segno del suo amore e del
suo affetto. Il miracolo più grande di tutti è che Dio si serva di tali
nullità, di esseri tanto insignificanti come noi per compiere l’opera del suo
amore!”.
Scriveva Padre
Raniero Cantalamessa nel suo libro “Gesù Cristo il Santo di Dio”: “Non è
vero affatto che l’eternità ( Regno dei cieli) è quaggiù soltanto una promessa
e una speranza. E’ anche una presenza ed una esperienza".
Nessun commento:
Posta un commento