sabato 11 novembre 2017

Ricominciare da Dio passa dal riappropriarsi del Suo stile.

Ascoltiamo Dio che passa

Non lasciamo passare invano il periodo di avvento: aspettiamolo nell'ascolto della Parola che attende sempre una risposta da ognuno di noi, nel silenzio della preghiera.
I due temi trattati in precedenza VOGLIAMO RIPRENDERE I NOSTRI INCONTRI e ENTRIAMO NELLA LOGICA DELLA SEQUELA DI GESU' CRISTO hanno avuto lo scopo di rinfrescare la nostra disponibilità alla voce dello Spirito Santo e accettare la sequela di Gesù guardando ai poveri, ai poveri che soffrono pazientemente: parliamo dei poveri che sono vicini alla miseria materiale e ai poveri che sonnecchiano al richiamo di Dio.
Questa domenica propongo alcuni pensieri di don Mauri Cristiano, rettore presso Collegio arcivescovile Alessandro Volta, Como.
Leggiamo attentamente questi suoi pensieri, facciamoli nostri fino a sentire la presenza di Dio accanto a noi: un Dio che passa e che ascolta.



Un Dio che passa, che ascolta
È un Dio che passa.
Che ascolta il grido dell’uomo. Che fa della persona una priorità assoluta. Che è ricco di pietà.
Che include chi è ai margini. Che pazienta con chi è duro di cuore. Che non si spaventa delle lentezze degli uomini.
Che trasforma in risorsa ciò che pare ostacolo. Che non considera nulla e nessuno come oggetto di scarto. Che riempie il vuoto di chi ha chiede il vero cibo.
È un Dio che cerca la relazione. È un Dio in cammino.

«Sì o no?»


Il Vangelo annuncia il Dio che brucia dal desiderio di unirsi a noi e che non attende altro che il via libera della nostra volontà perché la comunione con Lui sia piena, così come la nostra gioia.
È il linguaggio della comunione, non della trattativa commerciale. Della passione, non della giurisprudenza. Della libertà, non della coercizione.
Si sceglie un’appartenenza. Si decide «chi sei».
Proprio per questo, il sì è sì, e il no e no. Il nostro, come il Suo.
In mezzo non sta la virtù, sta la mediocrità.

«Intelligenza e purezza»


Risuonano con sempre più frequenza linguaggi da battaglia anche sulle bocche di tanti credenti. Toni aggressivi, linguaggi violenti, espressioni di irrisione, parole di discriminazione, atteggiamenti di superiorità, discorsi minacciosi.
Va ribadito sempre e senza possibilità di mediazione che tutto ciò non trova posto in alcun modo nel Vangelo.

Ricominciare da Dio passa dal riappropriarsi del Suo stile.

Dio parla sempre

abbastanza forte per

un'anima che vuole

ascoltarlo

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