La chiesa del futuro
In un’intervista fu fatta questa domanda a Hans Kung: “ Quale visione della chiesa ha lei per il nuovo millennio?
Risposta:
“Io l’ho spesso descritta: non una chiesa amante del passato, ma una chiesa riferita alle origini e al presente. Una chiesa non ristretta in maniera confessionalistica, bensì aperta ecumenicamente. Una chiesa non egocentrica ma universale. Una chiesa non patriarcale, ma solidale.
Per me, interamente alla luce del Nuovo Testamento, la chiesa è una comunità di persone credenti e non un apparato, non una gerarchia né una organizzazione. In certe circostanze la chiesa può anche essere un piccolo gruppo: se essa fa quello che Gesù ha voluto, è veramente la chiesa. “ Quando due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”, questo egli ci ha promesso.
Sulla chiesa locale, sulla comunità, io non ho idee romantiche. Sono però sicuro che, se fossi stato parroco, avrei lavorato affinché la parrocchia si aprisse per renderla ospitale. Dovrebbe semplicemente divenire manifesto che una chiesa, per esempio in una periferia, è un centro vitale, in cui hanno luogo gioiosi servizi religiosi, ma in cui gli spazi parrocchiali, a certe condizioni, vengono messi a disposizione anche di altri gruppi…
Chiesa e comunità devono, quindi, essere oggi trasparenti ed invitanti. Ci sono molti giovani e adulti, che suonano uno strumento, che forse suonerebbero volentieri in chiesa. Ci sono molte persone, che hanno capacità organizzative, che farebbero volentieri qualcosa per la parrocchia. Ci sono laici ben istruiti che, per loro speciale desiderio, farebbero volentieri una predica.
Al concilio ho abbozzato il discorso per il cardinale Suenens “ sui carismi”. Ciò è qualcosa che ha caratterizzato le comunità paoline: che ognuno abbia il suo carisma, la sua vocazione, il suo dono, che viene esercitato anche nella comunità. Paolo dice: “ L’uno ha questo dono, l’altro quell’altro”. Uno può dirigere bene e l’altro può provvedere agli ammalati, e il terzo può consolare bene. Ognuno ha il suo carisma. In fondo, la chiesa è una comunione, in cui gli uomini hanno il sentimento che essa sia arrivata là dove possono esserci uomini. Che faccia piacere vivere in questa comunità, in questa comunione.
Che ciò sia liberante e non si abbia il sentimento che uscire da questa chiesa, dai suoi servizi religiosi e dalle sue istituzioni sia ancora più difficile che entrarci”.
Hans Kung , Perché un’etica mondiale? Queriniana
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