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domenica 4 dicembre 2011

Natale:tutti insieme Nord e Sud del mondo


NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE 
 Di Don Tonino Bello



Benvenuti a questa  stupenda e magica
notte di Natale, della quale così ha scritto 
Giovanni Guareschi:

“E tra mille anni la gente correrà a seimila km l’ora 
su macchine a razzo superatomico e per fare cosa?
Per arrivare in fondo all’anno e rimanere 
a bocca aperta 
davanti allo stesso Bambinello di gesso 
che in una di queste sere, 
il compagno Peppone ha ripitturato col pennellino”. 
(“Mondo piccolo”)

1.   Questa notte auguro a ciascuno di voi  
tanto e tanto stupore. 
Vi auguro di “rimanere a bocca aperta” 
davanti a un “bambinello di gesso”
Vi auguro “occhi di bimbo”, pieni di meraviglia. 

Occhi che sanno vedere oltre, 
che sanno vedere l’invisibile; 
che sanno vedere Dio, l’infinito in un Bambino.
Vi auguro lo stupore che ha provato a diciotto anni, 

quando era lontano dalla fede cristiana, 
Paul Claudel:
Nel 1886, a Parigi, durante i vesperi di Natale, 
Claudel entra nella cattedrale di Notre Dame. 
Che cosa l’abbia spinto tra le imponenti 
navate gotiche non si sa, 
forse l’irresistibile e delicata attrattiva del natale. 
Il rito inizia. Mentre le preghiere si alternano,
i colori delle vetrate vibrano ai riflessi delle luci 
che le accarezzano. 
Il coro intona il canto del Magnificat: 
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito 
esulta in Dio mio salvatore, 
perché ha guardato l’umiltà della sua serva”. 
Claudel si arresta e volge in alto lo sguardo, 
conquistato da quelle parole. 
In quell’istante tutto diventa chiaro. 
Claudel rinasce come folgorato da un lampo. 
La conversione, improvvisa, si impossessa di lui 
e prova per la prima volta 
l’esperienza di Dio come un “tu”.

2.  Vi auguro poi di saperdare del tu a Dio”.

Mi piace definire così il Natale:  

Natale è dare del tu a Dio
è parlare a Dio, con Dio, 
non solo parlare di Lui alla terza persona. 
La terza persona dice lontananza, 
separazione, trascina una distanza. 
La seconda persona dice abbraccio, 
incontro, intimità, amicizia.
3.     Vi auguro di capire che Natale non è 
un punto di arrivo ma di partenza.

Natale non è un “punto a capo”: Natale è “due punti”
si apre, si deve aprire poi tutto un discorso.
Dobbiamo tutti prendere coscienza con lucidità 

e determinazione 
che a Natale non si arriva, dal Natale si parte. 
Per troppi cristiani tutto finisce a Natale, mentre tutto 
dovrebbe cominciare da lì: conta il giorno dopo Natale.

Gesù è venuto non perché tutto restasse come prima, 
ma perché cambiasse la vita di tutti. 
Natale è rinascere noi e far nascere un mondo nuovo.
Natale è qualcosa di nuovo che nasce dentro di noi, 

nel nostro cuore, nel santuario della nostra libertà. 
E’ il nostro cuore che fiorisce, che guarisce 
e che fa di noi le vere luci di Natale, 
le vere stelle di Natale.

Mi sto convincendo di anno in anno che il Natale è 

e deve essere 
la festa degli adulti, un’esperienza di adulti. 
Da piccolo ho scoperto che i doni di Gesù Bambino 
li portavano i genitori. 
Da adulto sto scoprendo sempre di più 
che i doni più importanti li porta Lui, Gesù Bambino. 
Auguro anche a ciascuno di voi questa scoperta.





E a Gesù Bambino 
chiedo 
per me e per voi
quest’anno due doni 
in particolare:
     

  la fedeltà e il coraggio della gratuità 
e della generosità



Fedeltà

Fedeltà al vangelo, ai valori cristiani, 
fedeltà ai valori umani della libertà, 
della giustizia e della pace.
Stupenda una testimonianza di una nota leader 

politica italiana 
ed europea, Emma Bonino:
Durante l’oscurantismo talebano molte donne 
sono riuscite a non piegarsi, 
hanno curato malati in ospedali simili a tuguri 
e mandato avanti scuole clandestine, 
convinte che solo l’istruzione poteva 
rendere liberi i loro figli e le loro figlie.
Ne ho conosciute tante, so per certo 

che nelle loro mani è riposta 
la speranza per il futuro. 
Una volta a Kabul una di loro, ex medico, 
mi ha confessato che la sua più grande umiliazione 
era vedere crescere sua figlia ignorante. 
Poi si è sollevata il velo 
e ho visto il suo bellissimo viso truccato. 
“Ma a che ti serve, le ho chiesto, 
se non ti vede nessuno?”. 
“Serve a me, vuol dire che sto resistendo”.

Il coraggio della gratuità, della generosità

Natale è la festa del dono, dei doni. 

Natale è la festa del dono di Dio, 
del grande dono che ci fa Dio: Dio ci regala 
se stesso, in Gesù di Nazareth; 
ci regala la sua vita divina, 
una vita che vincerà la morte.

  A quanti però l’hanno accolto,
  ha dato il potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12)
E il Natale è l’invito a farci dono, 

a farci prossimo, 
a dire meno volte “io”e più volte “tu”, “noi”. 
Come ha cantato con intelligenza Giorgio Gaber:
Sarei certo di cambiare la mia vita 

se potessi cominciare a dire “noi”
(La canzone dell’appartenenza)

Natale è sentire, 

è capire che l’umanità è una sola, 
è unica, che tutti insieme Nord e Sud del mondo 
ci salveremo o ci perderemo.
Allora il più grande dono che possiamo 

farci a Natale siamo noi. Dobbiamo regalarci 
l’uno all’altro: questo è il segreto del Natale.
Dio è felice perché ama. 

L’uomo, fatto a immagine di Dio, 
è felice quando ama.

Tra di noi il più felice è colui che ama di più.
Natale è riscoprire la gioia del donare, 

è riscoprirsi fratelli cioè bisognosi 
l’uno dell’altro; 
è la riscoperta della dignità di ogni uomo, 
di ogni donna, 
di ogni bambino che abita il mondo; 
è la riscoperta dell’uomo come valore assoluto, 
come vera immagine, in carne e ossa,  
di Dio sulla terra.
E’ Natale: ricordati cioè scrivi nel tuo cuore 

che Dio ti ama. 
che Dio crede in te. 
Ma ricordati anche che Natale non è 
e non deve essere lo stile di un giorno, 
\ma di ogni giorno: 
lo stile dello stupore, della gratitudine, 
della fedeltà, 
della gratuità, della generosità, 
del donare e del donarsi.

(notte di Natale 2003)

 buon


natale!!



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