giovedì 21 dicembre 2017

Buon Natale, il SIGNORE ci viene presentato bambino, ma ora ci attende nella gloria del Padre.


N A T A L E  D E L  S I G N O R E - ANNO B – 25 DICEMBRE 2017
Carissimi amici, Buon Natale! Non ho voluto fare commento alle letture di oggi: leggetele e commentatele ognuno per conto suo o con amici. Sono certo che lo farete perché sapete farlo dopo tanti anni di esercizio.
Con il Natale finisce questo primo ciclo di Avvento. L'epifania ogni festa porterà via, ma non la nostra gioia di ascoltare, meditare la Parola di Dio. Per le prossime domeniche dopo Natale, per favore e per vostra letizia cercate di seguire con attenzione e con fede le letture liturgiche.
Da parte mia , assieme a voi, riprenderemo l'ascolto durante il periodo di quaresima in attesa della Pasqua, del Risorto. Celebreremo così i due momenti forti della nostra fede. Non facciamoci rubare le nostre feste seguendo ciò che il mondo offre con i suoi richiami mondani , affascinanti, di piacere. La nostra  gioia sia serena, allegra consapevoli di una fede in Dio amoroso e misericordioso.

Prima letture ISAIA 9,1-6


Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l'opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Madian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.



Dalla lettera dell'apostolo Paolo a Tt 2,11-14 

Risultati immagini per Il Signore metterà in noi il desiderio di cambiare il cuoreÈ apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquitc 1,2à e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.





Dal Vangelo di Lc 1,26-38
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.


C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».



domenica 10 dicembre 2017

La strada verso Dio


SECONDA DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B- 10 dicembre 2017


dal Vangelo di Marco 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
(dal Vangelo di Marco 1,1-8)

Da dove viene Dio?
Dal cielo? Da una realtà completamente lontana e diversa dalla nostra?
Sembra proprio di sì, anche perché se guardiamo bene bene quello che succede nel mondo degli uomini, compreso il mondo religioso fatto di istituzioni, regole, tradizioni, Dio che è perfezione assoluta e bontà infinita, sembra davvero centrare poco.
Se pensiamo a Dio lo collochiamo lontano e separato da tutto cioè che è umano (la parola “sacro” indica proprio questo, ed è opposta alla parola “profano”) a volte così tanto da pensare che in fondo non esista nemmeno.

Le religioni fin dall’inizio della storia umana si sono fondate su questa convinzione che Dio è “oltre” e “altro” rispetto la dimensione umana. I Templi, luoghi sacri, con i loro riti erano il segno di questa separazione tra le divinità e gli esseri umani, e che solo qualche volta veniva superata.

L’evangelista Marco inizia il suo racconto con questa affermazione che è la sintesi di tutto il suo Vangelo ed è anche la sintesi della rivelazione cristiana su Dio: “inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”.

La parola Vangelo indica “buona notizia”, dove la notizia è proprio che per arrivare a Dio si parte da Gesù e non da Dio. La buona notizia (che è anche al cuore del Natale al quale ci prepariamo) è che Dio parte nel farsi conoscere non da qualcosa che è oltre e irraggiungibile per la mente e l’esperienza umana, ma parte da un uomo, Gesù di Nazareth. Questo uomo nel corso della sua storia si rivelerà prima come Cristo e infine come Figlio di Dio, cioè Dio stesso che si relazione con l’uomo.
Il percorso verso Dio quindi parte dal basso, proprio dalla nostra dimensione umana, dentro la quale è vissuto Gesù.

Giovanni Battista è il primo a entrare in campo nel racconto dell’Evangelista Marco. E’ un profeta, cioè uno che senza paura indica la strada di Dio agli uomini. Il suo invito è quello di cambiare mentalità e modo di agire. Confessare i proprio peccati non è altro che riconoscere che siamo esseri umani e non divinità. Il peccato ci ricorda che siamo fatti di carne e siamo limitati. Ma proprio a partire da questo possiamo riconoscere che dentro la vita umana ci sono segni di speranza che rimandano a qualcosa di più grande, ad un amore che non è del tutto cancellato dalla storia umana. Marco ci dice che tutti gli abitanti di Gerusalemme escono dalla città santa che aveva il grande Tempio e tutti i segni e i riti della religione, per andare nel deserto e iniziare una nuova strada di verso Dio. Giovanni indica la strada senza pretendere di essere lui il fine di questa strada, che è invece l’uomo Gesù.

Questa settimana in parrocchia abbiamo incontrato Paolo che da più di 20 anni si occupa di persone carcerate. Insieme ad un gruppo di volontari entra nel carcere di Verona creando percorsi con gruppi di spiritualità per i carcerati che lo desiderano. Le nostre carceri, anche se siamo nel 2017, sono ancora luoghi dove l’umanità rischia di essere totalmente assente, perché pensate solo come luogo di punizione e non sempre di riabilitazione. 

Ecco allora l’impegno di Paolo e degli altri di entrare e cercare di “riattivare” il bene che c’è in ogni uomo, anche in colui che ha sbagliato. La strada verso il cielo passa anche da una cella, dove il cielo dentro e sopra il carcerato è spesso molto piccolo. Mi ha colpito la testimonianza di Paolo che mette la motivazione in quello che fa in un amore totale per la persona umana, qualsiasi storia abbia, anche fatta di errori e crimini.

La buona notizia è dunque proprio questa del Vangelo di Gesù: la strada verso Dio parte dall’uomo, ogni uomo. Anche da me.
Giovanni don