martedì 28 giugno 2016

Quel fuoco che ti ha portato via così tanto ti darà anche nuova vita...

Il fuoco non è per distruggere l'oro ma per «raffinare» l'oro... toglierli le impurità... e aumentare il suo valore.


  

Ho già pubblicato alcuni articoli di don Luciano. Oggi, spulciando tra i suoi numerosi scritti, questo mi ha colpito e fatto riflettere più di altre volte. Spesso pensando al comportamento di una vita normale diamo più importanza alla creudeltà dei fatti che ci fanno soffrire, dimenticando di volgere lo sguardo verso Colui  che avendoci dato la vita, è sempre presente in noi pronto a spegnere il fuoco che ci tormenta e ridarci nuova vita. Questo è il senso di questo articolo di don Luciano: ci aiuti a risollevarci nei momenti bui con un fuoco che purifica e infiamma l'anima.

Brucio!  (1 Pietro 1, 6-7)

Il mese scorso - come capita ormai quasi ogni anno qui a Nakuru - una parte del Parco Nazionale è andata in fiamme. Dalle colline davanti a Boys Ranch e al Calabrian Shelter il fuoco divorava il bosco e il fumo intossicava l'aria. Di notte poi la visione del Parco che bruciava era dantesca. Quelle fiamme non erano certo una bella cosa. Ma in mezzo a quel disastro c'era pure una nota positiva. È  vero che decine di ettari di bosco andavano perduti - ma è anche vero che, alla lunga distanza, quel fuoco dava spazio a nuova vita. In qualche modo la natura si rinnovava attraverso quel fuoco - vecchi tronchi morti e alberi secchi venivano eliminati, e una nuova vita prendeva il posto della vecchia, più rigogliosa perché concimata dalle ceneri.

Dio sembra usare lo stesso principio nel Suo mondo - il fuoco che distrugge nello stesso tempo anche rinnova. Se ora stai attraversando un periodo di fuoco, è importante che tu faccia memoria di come Dio usa il fuoco. Se non lo fai, tutto quello che riesci a vedere è solo il danno, e finisci col perdere ogni speranza.

Può darsi che un incendio sia scoppiato recentemente nella tua famiglia... forse nella tua comunità... magari in parrocchia... nel tuo lavoro... nelle tue relazioni... o nella tua salute. Ed è fuori di dubbio che quel fuoco ha distrutto parecchio. Non si può non vedere o tacere il danno e la sofferenza che quell'incendio ha causato, ma la storia non è tutta lì.

In 1 Pietro 1, 6-7 Dio ci dice di come Lui vede l'azione del fuoco nella nostra vita. Dio dice: «Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po' afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo».

Dio descrive le nostre prove come «fuoco». E continua dicendo che Lui applica quel fuoco solo a qualcosa che ha veramente valore - l'oro. Inoltre quel fuoco non è per sempre - è per «un po'». E fai attenzione a che cosa serve quel fuoco - non è per distruggere l'oro ma per «raffinare» l'oro... toglierli le impurità... e aumentare il suo valore.

Questo è come Dio vede il fuoco attraverso il quale stai passando in questo periodo. Per Lui sei così prezioso che ti vuole purificare, migliorare, e prepararti per grandi cose. Ma prima c'è il fuoco. Quel fuoco che ti ha portato via così tanto ti darà anche nuova vita, se stai vicino a Dio durante la prova e non ti allontani da Lui.

Che tipo di vita nuova Dio fa emergere dalle fiamme? Per prima cosa, Lui ti aiuta a focalizzare il resto della tua vita sulle cose che veramente contano. Ogni cosa nella vita va in una di queste due colonne - le cose che valgono davvero e quelle che non valgono. E molte volte noi confondiamo le due colonne. I momenti di lotta e di perdita ci aiutano a rimettere le cose nella giusta colonna. Ed è per questo che molte persone emergono dal fuoco ben temprate, più concentrate su Dio che su qualunque altra cosa al mondo.

In secondo luogo il fuoco spesso ti aiuta a capire su cosa hai fondato davvero la tua vita - non sul tuo lavoro, non sulla tua posizione, non sulle tue capacità, non sulla tua apparenza, ma sulla tua "imperdibile" relazione con Gesù. Le altre cose le puoi perdere, quella relazione no! Le fiamme spesso ti portano ad avere un rapporto nuovo con le persone che ami...
a volte tolgono croste che gli anni avevano fatto accumulare... e ti possono portare a una intimità col Signore che mai ti saresti persino immaginato di poter avere.

Sì, il fuoco distrugge. Ma, grazie a Dio, quella non è la fine della storia. Il fuoco anche rinnova!

Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto


  don Luciano


da 
www.incontriconlaparola.com

giovedì 9 giugno 2016

Pregherò per te

Ci stanno a cuore i problemi degli altri?


Pregherò per te!
Questo è il titolo che ho dato io a questo articolo di don Luciano. Pregherò per te, vuol dire che c'è stato un incontro con qualcuno e prima con Qualcuno con lettera maiuscola: Dio. Potrebbe essere la fine di un incontro ovvero l'inizio di una nuova relazione, amicizia. Ma ascoltiamo don Luciano..
In Africa c'è un certo pudore a mostrare i propri sentimenti, è una questione culturale. Ma se c'è una cosa che non ho mai avuto paura di fare con i miei bambini è stato mostrar loro che li amavo veramente, a fatti e a parole - e loro hanno capito e ricambiato. Ogni giorno, a uno a uno, non mancavo mai di dire loro: "Ti voglio bene!" E loro me lo ridicevano. Quotidianamente c'era per tutti un abbraccio, una carezza, un bacio. C'era una intensa relazione di affetto tra noi - e chiunque veniva la percepiva chiaramente!

Quei gesti e quelle parole di affetto tra me e i miei bambini non erano manifestati per impressionare. Esprimevano invece il rapporto che c'era tra noi, e questo toccava il cuore delle persone. C'è qualcosa di potente che si scatena quando mostriamo alle altre persone il rapporto che abbiamo con qualcuno. Specialmente quando si tratta della relazione più importante della nostra vita - il tuo rapporto con Gesú. È una relazione di cui hanno disperatamente bisogno molte persone che ti circondano. La loro vita dipende da quella relazione.
Anche la Parola di Dio ha qualcosa da dirti a questo riguardo. In Atti degli Apostoli 16, 25 e seguenti, abbiamo un luminosissimo esempio di cosa succede quando mostriamo la nostra relazione con Gesú - altre persone vogliono anche loro conoscere Gesú. Dopo che Paolo e Sila sono stati picchiati e buttati in carcere per la loro testimonianza cristiana, sta scritto: «Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i carcerati stavano ad ascoltarli». Poco dopo, quando arriva la crisi sotto forma di un violento terremoto, sta scritto: «Il carceriere si precipitò dentro [la cella] e tremando si gettò ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: "Signori, cosa devo fare per esser salvato?". Risposero: "Credi nel Signore Gesú e sarai salvato tu e la tua famiglia"». Li aveva sentiti cantare inni a Dio e pregare nella crisi della cella - ossia esprimere davanti a tutti la relazione che avevano con Gesú - e ha capito che doveva rivolgersi a quei due testimoni quando è sopraggiunta la sua crisi.

 
In tutti questi anni ho visto gente poco vicina alla Chiesa reagire con gioia a una promessa che quelli "di Chiesa" considerano scontata - "Pregherò per te!". Se hai a cuore il bene di chi ti sta intorno allora sai anche capire quando arriva la loro crisi, il terremoto che scombussola la loro vita. Forse sono venuti a raccontarti la preoccupazione che hanno per una persona della loro famiglia, un problema di salute, una sconfitta, una ferita, un problema economico. 
Quello è per te il momento di promettere loro che parlerai a Dio del loro problema.
E se fortunatamente sei da solo con loro, chiedi se non vorrebbero che cominciaste subito a pregare Dio insieme. Si tratta solo di chiedere gentilmente: "Vi dispiace se comincio a pregare subito, mentre siamo insieme?" L'ho fatto molte volte con chi si riteneva "lontano" dalla Chiesa. Nessuno mi ha mai detto no. Anzi, succede spesso che mentre prego vedo i loro occhi bagnarsi di lacrime.

Quella persona con cui stai pregando probabilmente non ha mai sentito nessuno in vita sua pregare per lui. Non ha mai sentito il suo nome portato davanti a Dio in preghiera. E, come Paolo e Sila, quando stai portando in preghiera quel loro problema davanti a Dio - stai annunciandogli che è possibile avere una relazione con Gesù. Dio può persino accenderti il semaforo verde dello Spirito Santo, e ispirarti a dire le parole giuste per quel momento.

Quando le ferite sono scoperte e fanno male c'è molta più gente disposta che si preghi per loro, che non noi a pregare per loro. A chiedere di pregare con loro non si perde niente, anche se l'altro ti risponde no. In ogni caso, tu hai mostrato che il loro problema ti sta a cuore. E inoltre hai testimoniato che hai una relazione di amore con Dio, quella stessa relazione che tu vorresti che abbia anche chi ami.

Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto. don Luciano .

 

venerdì 3 giugno 2016

Il sogno di Dio per la famiglia

Spiritualità della cura, della consolazione e dello stimolo nella famiglia



Nell'esortazione alla famiglia Amoris laetitia di Papa Francesco c'è questo appunto sulla spiritualità della famiglia. Pochi punti che tracciano un cammino cristiano, al paragrafo 321, che divido per una lettura lenta e meditata, accompagnata da immagini...
Le domande che potremmo farci ad ogni punto potrebbero essere:
quanto vicini siamo,marito e moglie, a queste indicazioni profonde? Siamo covinti di far parte del sogno di Dio per noi?

  • «I coniugi cristiani sono cooperatori della grazia e testimoni della fede l’uno per l’altro, nei confronti dei figli e di tutti gli altri familiari».






  •  
    Dio li invita a generare e a prendersi cura. 

    Ecco perché la famiglia 

    «è sempre stata il più vicino “ospedale”».





  • Prendiamoci cura, sosteniamoci e stimoliamoci vicendevolmente, 
    e viviamo tutto ciò come parte della nostra spiritualità familiare. 




  • La vita di coppia è una partecipazione alla feconda opera di Dio, 

    e ciascuno è per l’altro una permanente provocazione dello 

    Spirito. 





  • L’amore di Dio si esprime «attraverso le 


    parole vive e concrete con cui l’uomo e la 

    donna si dicono il loro amore coniugale»





  • Così i due sono tra loro riflessi dell’amore divino che conforta con la parola, lo sguardo, l’aiuto, la carezza, l’abbraccio. 



  • Pertanto, «voler formare una famiglia è avere il coraggio di far parte del sogno di Dio, il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta solo».