lunedì 28 marzo 2016

Non ci sono tutti, però. Mancano l'asino e il bue



Il paradiso degli animali

San Rocco percorreva le strade del mondo e guariva la gente e le bestie dalla rabbia. Si portava sempre dietro un cane che si chiamava Rocchetto, e gli voleva molto bene perché una volta quell'animale gli aveva salvato la vita. Il cane era santo anche lui, a modo suo.
Un giorno san Rocco morì, perché muoiono tutti, anche i santi. E quando fu morto, il cane si mise a ululare e poi morì anche lui.

Il cane aveva una piccola anima leggera, tanto che arrivò alla porta del paradiso nello stesso momento di san Rocco. San Pietro, gran portinaio del paradiso, si affrettò ad aprire il portale, ma spalancò subito gli occhi dietro le lenti degli occhiali. «Alto là! Non c'è posto per i cani in paradiso!».
«Bisognerà pur trovargli un posto, a questo cane», rispose san Rocco. «Siamo inseparabili».

II Padre Eterno sorrise e disse: «Lascerete entrare l'uomo e il cane. Faccio un'eccezione».

Fu una festa deliziosa. Il cane fu festeggiato e accarezzato da tutti. Ma san Pietro: «Signore, se vuoi che tenga io le chiavi, devi far entrare il mio gallo: sta su tutti i campanili e chiama i peccatori a far penitenza. È anche quello un modo d'esser santi!».

«Facciamo entrare il gallo», disse allora il buon Dio senza smettere di sorridere. «Sarà un'altra eccezione!». A questo punto ci fu un po' di subbuglio. Tutti i santi che avevano voluto bene a qualche animale si misero a protestare e a perorare la loro causa.

«E la mia colomba?», diceva Noè. «La mia colomba che m'ha portato il ramoscello d'ulivo?».
«E il corvo che mi ha nutrito nel deserto?», replicò Elia.

«E il mio cane che mi ha accompagnato?», gemeva Tobia.
«E l'asina che ha profetizzato per me?», diceva Balaam.

«E la balena che mi ha ospitato tre giorni nella sua pancia?», diceva Giona.
«E il porcello che mi faceva compagnia?», diceva sant'Antonio.

«E il cervo», diceva sant'Uberto, «che portava la croce sulla testa?».
«E il fratello lupo e i fratelli uccelli e i fratelli pesci?», diceva san Francesco.

«E la mula che s'è inginocchiata davanti all'ostia?», diceva sant'Antonio da Padova.

Si vide allora una strana processione. Bestie a quattro e a due zampe, bestie con il pelo e bestie da penna, uccelli e pesci, avanzavano lentamente verso il trono di Dio. E c'era una grande bontà in tutti quegli animali, che rendeva più luminoso lo splendore del paradiso.

Gesù abbassò allora lo sguardo che tutto vede su quella moltitudine raccolta che l'adorava in silenzio e disse: «Non ci sono tutti, però. Mancano l'asino e il bue che m'hanno scaldato con il loro fiato quand'ero piccolo».
E l'asino e il bue vennero quasi subito. Perché erano già dietro la porta ad aspettare il loro turno. E Gesù li carezzò sorridendo.

Tutte le creature, grandi e piccole devono essere rispettate. È il Signore che le ha create. Sono un regalo della sua bontà e della sua fantasia. Esse rispettano le leggi della creazione che invece gli uomini spesso trascurano e dimenticano.
Da Bollettino Salesiano marzo 2016

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