martedì 26 gennaio 2016

Ma dell'uomo cosa ne facciamo"...


Arriva Dio!

Un giorno un uomo "single" venne a sapere che Dio stava per venire a trovarlo.
 «Da me?», si preoccupò. «Nella mia casa?». 

Si mise a correre affannato attraverso tutte le camere, salì e scese per le scale, si arrampicò fin sul tetto, si precipitò in cantina. Vide la sua casa con altri occhi, adesso che doveva venire Dio.
«Impossibile! Povero me!», si lamentava. «Non posso ricevere visite in questa indecenza. E' tutto sporco! Tutto pieno di porcherie. Non c'è un solo posto adatto per riposare. Non c'è neppure aria per respirare». Spalancò porte e finestre.

«Fratelli! Amici!», invocò. «Qualcuno mi aiuti a mettere in ordine! Ma in fretta!». E cominciò a spazzare con energia la sua casa. Attraverso la spessa nube di polvere che si sollevava, vide uno che era venuto a dargli aiuto. In due era più facile. Buttarono fuori il ciarpame inutile, lo ammucchiarono e lo bruc iarono. Si misero in ginocchioni e strofinarono vigorosamente le scale e i pavimenti. Ci vollero molti secchi d'acqua, per pulire tutti i vetri. Stanarono anche la sporcizia che si annidava negli angoli più nascosti.

«Non finiremo mai!», sbuffava l'uomo. «Finiremo!», diceva l'altro, con calma. Continuarono a lavorare, fianco a fianco, per tutto il giorno. E, finalmente, la casa pareva messa a nuovo, lustra e profumata di pulito.

Quando scese il buio, andarono in cucina e apparecchiarono la tavola. 

«Adesso», disse l'uomo, «può venire il mio Visitatore! Adesso può venire Dio. Dove starà aspettando?». 

«Io sono già qui!», disse l'altro, e si sedette al tavolo. «Siediti e mangia con me!»


Dio non ci lascia mai soli nel compito di «far pulizia» nella nostra casa-anima. E' con noi, dalla nostra parte. Ci incoraggia con la sua parola, ci affianca e agisce con la sua grazia. Il sacramento della Riconciliazione è opera contemporaneamente di Dio e del cristiano, che si incontrano per star bene insieme e «mangiare alla stessa tavola».
-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~
* Leggi il ritaglio su Qumran!

venerdì 22 gennaio 2016

giovedì 21 gennaio 2016

C'è una sola ragione per guardare indietro al passato...



A cosa può servire un album fotografico? rivivere il passato della nostra vita felice, cose belle, feste, nascite, prime comunioni, matrimoni, parenti, amici, paesaggi... e a conta tante altre cose... Ma il nostro passato è tutto nel nostro album? Vi sono altri momenti della nostra vita che spesso ricordiamo da soli e che confidiamo ad altri? Fa sempre bene ricordare il passato?
Don Luciano ci indicherà le ragioni per ricordare o dimenticare il passato.


L'unica ragione per ricordare il passato (Isaia 43, 16)
da Incontri con la Parola , di don Luciano

Vado a visitare un amico e finisce che mi mette in mano un vecchio album di foto di famiglia. C'è la foto di lui che da bambino a carnevale è vestito da indiano... i pranzi di famiglia a Natale...scene di anni di vacanze con lui sempre più grande... la foto di classe... quella con i compagni della squadra di calcio... con la fidanzata. Ah, quanti ricordi! Ma l'album di famiglia non mostra tutte le cose che gli sono capitate. C'è stato l'incidente con l'automobile, e poi quando si è rotto il braccio, e non c'è nemmeno la foto di quando è stato ammalato per un bel po' di tempo – in qualche modo questi eventi sono stati estromessi dall'album delle memorie.

Tutti noi abbiamo il nostro album di ricordi immagazzinati, non solo in un album di carta, ma nei cassetti della nostra memoria. E alcuni di noi ritornano spesso con la mente alle vicende passate, e ne parlano pure in continuazione. Ma di quali cose? Bene, Dio ha qualcosa di importante, persino di liberante, da dirti riguardo alle cose passate, specialmente di quelle su cui continui a rimuginarci sopra.

Apri la Parola di Dio a Isaia 43, a partire dal versetto 16. Dio sta parlando a un popolo che è passato attraverso un mare di dolore - gente che aveva perso un mucchio di cose e persone a cui tenevano
molto. Ci sono alcune cose del passato che Dio chiede loro di ricordare, e altre che devono dimenticare. Ecco cosa dice Dio: - «Così dice il Signore che offrì una strada nel mare | e un sentiero
in mezzo ad acque possenti». Poi Dio dice di ricordare bene queste parole: - «Non ricordate più le cose passate, | non pensate più alle cose antiche!» Ossia Dio ti dice di non conservare nell'album
delle memorie le foto delle cose negative.

Poi continua dicendo: - «Ecco, faccio una cosa nuova: | proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? | Aprirò anche nel deserto una strada, | immetterò fiumi nella steppa». In altre parole, Dio ti sta
dicendo: "Non voglio che tu ti perda le cose meravigliose che sto per fare per te... solo perché hai gli occhi fissati sulle foto negative
del tuo passato!"

Mi chiedo se il tuo album di memorie è zeppo di foto che inquadrano i momenti dolorosi della tua vita. Mi chiedo se alcune delle persone che ti stanno intorno sono ormai stanche di sentirti raccontare sempre la stessa storia, di quando ti hanno fatto un torto o ti hanno fatto del male. La Parola di Dio è chiara - dimentica quelle cose! Hai mai visto un album fotografico dove ci sono solo le foto delle disgrazie di una famiglia? Sarebbe un album da psicopatici. Se continui a riportare a galla il passato, finisce che vivi NEL passato - e ti perdi le cose meravigliose che Dio sta facendo per te nel presente e nel futuro.

C'è una sola ragione per guardare indietro al passato - per ricordare gli innumerevoli momenti della tua vita per i quali devi LODARE DIO! Ti ha diviso il mare... ha abbattuto gli ostacoli... gli interventi provvidenziali... le liberazioni... strade nel deserto... torrenti che sgorgavano quando la tua acqua finiva. In Isaia 43,20-21 Dio dice:
«Fornirò acqua al deserto, fiumi alla steppa, | per dissetare il mio popolo, il mio eletto. | Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi».

Decidi: qual è il passato che vuoi ricordare? Quello doloroso? Puoi farlo, ma sappi che manterrà vivo il dolore anche nel tuo futuro. O vuoi ricordare il passato che è FONTE DI LODE a Dio - tutte quelle volte che il tuo Dio misericordioso era lì per te? Allora quei ricordi ti prepareranno per il prossimo meraviglioso episodio della tua vita dove Dio ti mostrerà ancora una volta quanto ti ama.

I nostri album di famiglia non sono pieni di disgrazie - le foto che ci mettiamo sono quelle delle cose belle che amiamo ricordare. E così deve essere anche l'album dei ricordi del tuo cuore. L'unica ragione che hai per guardare ancora una volta il tuo passato è per sfogliare le memorie di vita di cui lo ha riempito il tuo Signore!

Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto

don Luciano

giovedì 7 gennaio 2016

Giubileo: cos'è, cosa fare


Parliamo di Giubileo
Alcuni amici mi hanno fatte domande sul giubileo indetto da Papa Francesco. Ho costatato che c'è poca conoscenza del significato vero sul Giubileo e sulla pratica di esso.
Ho pensato di pubblicare in parte la lettera di Papa Fancesco a Mons. Rino Fisichella, in modo da aiutare chi ancora non ha chiaro in che cosa consiste e cosa fare, in modo che ognuno possa anche spiegare ad altri ciò che hanno letto.



LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
CON LA QUALE SI CONCEDE L'INDULGENZA
IN OCCASIONE DEL GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA

Al Venerato Fratello
Mons. Rino Fisichella
Presidente del Pontificio Consiglio
per la Promozione della Nuova Evangelizzazione
La vicinanza del Giubileo Straordinario della Misericordia mi permette di focalizzare alcuni punti sui quali ritengo importante intervenire per consentire che la celebrazione dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio. È mio desiderio, infatti, che il Giubileo sia esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace.
Il mio pensiero va, in primo luogo, a tutti i fedeli che nelle singole Diocesi, o come pellegrini a Roma, vivranno la grazia del Giubileo. Desidero che l’indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso. Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione.
Ugualmente dispongo che nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari si possa ottenere l’indulgenza. È importante che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero.
Penso, inoltre, a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine. Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare.
Il mio pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà. Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà.
Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato. Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare. Di qui l’impegno a vivere della misericordia per ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo per la forza dell’amore del Padre che nessuno esclude. Si tratterà pertanto di un’indulgenza giubilare piena, frutto dell’evento stesso che viene celebrato e vissuto con fede, speranza e carità.
L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta anche per quanti sono defunti. A loro siamo legati per la testimonianza di fede e carità che ci hanno lasciato. Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande mistero della comunione dei Santi, pregare per loro, perché il volto misericordioso del Padre li liberi da ogni residuo di colpa e possa stringerli a sé nella beatitudine che non ha fine...

...Confidando nell’intercessione della Madre della Misericordia, affido alla sua protezione la preparazione di questo Giubileo Straordinario.

Dal Vaticano, 1 settembre 2015
Francesco