mercoledì 17 giugno 2015

Spesso obblighiamo Dio a metterci di fronte ad una scelta obbligata




Non costringerLo alla "scelta obbligata"
di don Luciano in Incontri con la Parola

Fare i genitori non è una scienza esatta. Non è come mischiare insieme certi ingredienti e sai che ti verrà fuori sempre lo stesso prodotto. Fare i genitori è una scienza molto imprecisa. Ma dopo un po' si impara a essere creativi nell'inventare le maniere per far fare ai propri figli le cose giuste. Si possono scegliere varie metodologie: quella dell'urlare, o del minacciare, o dell'intimidire - oppure puoi optare per il metodo che io chiamo della "scelta obbligata".

La "scelta obbligata" consiste nel pilotare il proprio figlio a fare la cosa giusta. Potremmo anche chiamarlo "metodo del scegli tu prima che lo faccia io". Tale metodo consiste nell'offrire a tuo figlio due possibilità di scelta, ma una è così pesante che non gli resta che scegliere l'altra. Per capirsi: "Molto bene, puoi pulire il cortile oggi pomeriggio con il mio aiuto o fartelo tutto da solo tra sabato e domenica". Oppure: "O ti fai da solo un programma di studio durante queste 3 settimane di vacanze, oppure te lo faccio io. Scegli tu". E' sorprendente vedere come il metodo della "scelta obbligata" di solito aiuta tuo figlio a fare quello che dovrebbe fare o a essere quello che dovrebbe essere.

A volte anche Dio è costretto a usare con noi il metodo della "scelta obbligata". Prima della sua ascensione al cielo Gesù aveva dato delle istruzioni ben precise ai Suoi discepoli, in Atti 1,8: «Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». Qual è stata la parte del discorso che più è piaciuta ai discepoli? Ovvio, Gerusalemme. Era casa. Era muoversi a proprio agio.

C'è da chiedersi se e quando avrebbero lasciato Gerusalemme se a un certo punto Dio non li avesse buttati fuori da quella città, applicando il metodo della "scelta obbligata". Atti 8,1 ci dice cosa è successo. «In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaria». Il vangelo è stato annunciato fuori dalla Palestina e nel mondo intero perché Dio ha in qualche modo spinto quei primi cristiani fuori dalla loro zona di sicurezza. Dio ha permesso che il loro spazio sicuro diventasse improvvisamente molto insicuro.

E' come se Dio avesse detto: "Molto bene. Hai due possibilità. Puoi rimanere dove sei soffrendo terribilmente oppure puoi andare dove sto cercando di farti arrivare, prendendoti tutti i rischi connessi". Insomma, noi siamo come quei primi cristiani. Ci siamo adagiati in un certo modo di fare le cose. Ci siamo adattati alla situazione in cui viviamo, non necessariamente perché essa sia la migliore ma perché ci è comoda, familiare. Allora Dio è costretto a usare la "scelta obbligata".

Forse in questo periodo ti stai chiedendo perché mai Dio abbia permesso certe cose nella tua vita, perché le cose stiano andando storte. Non può essere che Dio ti stia chiedendo un cambiamento? Puoi, testardamente, scegliere di continuare a vivere e a fare le cose sempre nello stesso modo - oppure puoi obbedirGli e scegliere di fare quello che Lui sa essere il tuo maggior bene. Forse ti può sembrare rischioso, ma Lui vuole portarti là - ecco perché ti sta spingendo in quella direzione.

Se le cose non stanno andando bene non è perché Dio ti ha dimenticato. Invece è perché ha in mente qualcosa di meglio per te. Vuole che tu esca dalla tua zona di conforto e di sicurezza e scelga il rischio di andare verso il meglio. Ma se tu sei come la maggior parte dei bambini - o come i primi cristiani - allora Dio deve metterti davanti alla "scelta obbligata" perché tu finalmente Gli obbedisca.

Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto

don Luciano

1 commento:

  1. Modulo di contatto Blogger

    00:15 (9 ore fa)

    a me
    Dio, ci mette sempre davanti due strade per la nostra libera scelta,però se ci lasciamo guidare da Lui allora stiamo pur certi che è sempre la migliore individualmente,anche se per noi a volte è difficile capirne il senso,Lui ci vuole guidare come un Padre attento a non farci sbucciare le ginocchia nella caduta,e poi noi contiamo il tempo nel nostro modo di essere terreni. Lui sa anche il nostro futuro e di sicuro dobbiamo fidarci ciecamente anche perché è per il nostro bene futuro ,dal momento che non sappiamo a cosa ci serve quella determinata situazione o tribolazione.Saluti Vincenza

    Cordiali saluti,
    Vincenza |

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