venerdì 22 maggio 2015

Letargo spirituale, tutti potremmo saperne qualcosa...


Un altro articolo di don Luciano, sempre pratico ad esporre le motivazioni cristiane della nostra vita quotidiana. Il letargo spirituale è troppo forte, che estremi rimedi ha usato Dio per svegliare il Suo popolo, quali mezzi usa per svegliare noi?







Qualche tempo fa, durante una festa al Boys Ranch in cui si dava l'addio a una delle ospiti venuta dall'Italia, uno dei miei ragazzi si è addormentato in piedi. Gli altri ragazzi cantavano e lui, nonostante il rumore e la confusione, è riuscito nell'impossibile impresa di dormire in piedi! Ci sono persone che hanno il dono del dormire all'istante, ma non quello di svegliarsi quando dovrebbero.

Mi ricordo un campo scuola in cui mi ero preso personalmente l'impegno di svegliare uno degli animatori. Era una specie di missione impossibile. Bisognava andare in camera sua, chiamarlo ad alta voce per nome e scuoterlo violentemente. E bisognava che stessi lì a controllare che andasse in bagno e sentissi l'acqua della doccia scrosciare, per essere sicuro che il tizio finalmente si fosse svegliato!

Quando qualcuno ha bisogno di essere svegliato, e tu sei quello incaricato di farlo, devi essere disposto a usare tutti i mezzi pur di portare a termine la tua missione: sveglia, telefonate, scossoni, coperchi delle pentole sbattuti, strattonare giù uno dal letto... Lo stesso fa Dio con te. Anche se ti deve buttare giù violentemente dal letto.

C'è una Parola di Dio che riguarda quei periodi in cui il popolo di Israele si era addormentato e aveva bisogno di essere svegliato, periodi nei quali non abbiamo risposto al suo sommesso e gentile invito a risvegliarci che ci veniva dalla lettura della Bibbia, dalle omelie sentite in chiesa, dai consigli di persone buone, dai nostri ideali cristiani. Ma come ho fatto io con quell'animatore, nemmeno Dio ti lascia dormire. Ti aumenta la pressione intorno. Magari qualcuno dei problemi con cui stai combattendo ultimamente forse sono il tentativo di Dio per strattonarti dal tuo sonno spirituale.

Quello che Dio vuole dirti sta scritto in 2 Cronache 7,13. Che è seguito dal versetto 14 in cui Dio ti dice cosa devi fare quando ti sei svegliato: «Se il mio popolo, sul quale è stato invocato il mio nome, si umilierà, pregherà e ricercherà il mio volto, perdonerò il suo peccato e risanerò il suo paese». Tutti noi desideriamo quella guarigione spirituale che viene solo dal potere di Dio, non è vero?

Ma se il letargo spirituale è troppo forte, che estremi rimedi ha usato Dio per svegliare il Suo popolo? Nel versetto 13 Dio dice: «Se chiuderò il cielo e non ci sarà più pioggia, se comanderò alle cavallette di divorare la campagna e se invierò la peste in mezzo al mio popolo, se il mio popolo, sul quale è stato invocato il mio nome, si umilierà...», e il resto lo sai. Dio permette dei problemi nella tua vita non per punirti ma per svegliarti o richiamare la tua attenzione.

Forse Dio in questo periodo sta usando maniere brusche per svegliare dal sonno spirituale tu, la tua parrocchia, il tuo ministero, il tuo gruppo, magari la tua famiglia. Su che cosa Dio sta cercando di farti aprire gli occhi? Forse è perché aumenta sempre di più in te la tolleranza verso un tuo peccato? O stai tralasciando dei doveri? O stai trascurando la tua famiglia? Forse Dio sta cercando di farti aprire gli occhi sulle priorità della tua vita, che non sono quelle giuste. O magari ti sta facendo capire che non puoi più dire di no a un servizio in parrocchia, o che magari sei orgoglioso, o che sei sceso a compromessi con la tua coscienza, o che c'è in te un comportamento che non piace a Lui.

Quando abbiamo bisogno di essere svegliati - e non rispondiamo al sommesso richiamo di Dio - Lui è costretto a usare qualcosa di più decisivo, qualcosa che non puoi più ignorare e che finalmente ti fa aprire gli occhi. C'è solo un modo per far smettere gli scossoni di Dio. Svegliati!

Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto

don Luciano

mercoledì 20 maggio 2015

Non importa quanto lungo sia il viaggio che hai davanti...



Fermarsi prima di cominciare

Spesso, noi uomini del terzo millennio e cristiani da sempre , con buona volontà ci lanciamo per le strade del mondo frettolosamente come se dovessimo conquistare  subito tutti gli uomini e condurli a Dio. Potrebbe essere il difetto di tanti buoni laici, di catechisti/e, di sacerdoti e così via…

Questo articolo di don Luciano ci farà riflettere sull’importanza di una buona preparazione prima del lancio… Cerchiamo di scoprire il nostro lato debole , quello che sommessamente ci dice che abbiamo sbagliato in questo o in quell’altro impegno, insomma quando ci sentiamo dei frustrati non vedendo il risultato che ci siamo proposti. Buona lettura!



 La parola a don Luciano

Luca 24, 47  “…nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme”.


Parlo davvero di parecchi anni fa, era l'Anno Domini 1983, e mi trovavo nel Mato Grosso do Sul, in Brasile. A quel tempo c'era molta povertà in quella zona, e si potevano fare ore di fuoristrada dentro alle "fazendas" e vedere solo qualche manciata di persone o capanne. Se ci fossi stato io al volante, abituato come sono a mettere benzina solo quando vedo il rosso, mi sarei ficcato in una grande problema. Il fuoristrada, alquanto malandato, aveva l'indicatore della benzina rotto, sempre fermo sul livello dei Ÿ del serbatoio. Io non lo sapevo e mi illudevo che fosse quasi pieno, ma per fortuna l'autista conosceva il problema. A un certo punto la macchina diede qualche colpo di tosse e poi si fermò nella pista sterrata, letteralmente in mezzo al nulla. L'autista tolse dal bagagliaio una tanica di benzina e riempì il serbatoio. Tutti gli autisti del Mato Grosso conoscevano una regola elementare di sopravvivenza - riempi il serbatoio o la tanica di benzina prima di cominciare il tuo viaggio!

Quando hai tanta strada da fare e magari hai anche fretta di arrivare, è facile pensare: "Adesso non ho tempo per fare benzina, la metto più avanti!" Ma non è una scelta sensata. Invece, è proprio quando hai tanta strada davanti che devi prendere tempo per riempire il serbatoio.

La Parola di Dio ci dice che anche i discepoli avevano un viaggio lunghissimo da fare. Gesù li stava mandando ad annunciare il Vangelo al mondo intero! Caspita, mica era un viaggio breve! Ma abbiamo molto da imparare da quello che Gesù ha detto loro prima che cominciassero quel loro lungo viaggio spirituale.

Leggiamo in Luca 24, 47 che «nel Suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme». Questa era la missione gigantesca che Gesù aveva affidato loro. Ma prima Gesù vuole che facciano una cosa: «Io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso [lo Spirito santo]; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto» (Luca 24,49).

Conoscendomi, io avrei pensato: "Se abbiamo questa missione immane davanti a noi, meglio che iniziamo subito!" Invece Gesù sta dicendo tutto il contrario: "Vi sto dando una grandissima responsabilità - ma voglio che aspettiate prima di cominciare". In altre parole - "Aspetta prima di metterti al lavoro". Aspetta che cosa? La «potenza dall'alto».

In un passo parallelo che si trova negli Atti degli Apostoli 1, 4-8 Gesù dice: «[Gesù] ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre ... Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme (ossia nel posto dove sei), in tutta la Giudea e la Samaria (ossia nei posti dove non ti piace proprio andare) e fino agli estremi confini della terra (ossia nei posti dove nemmeno ti sognavi di poter andare)».

Le indicazioni del Signore sono molto chiare. Non importa quanto lungo sia il viaggio che hai davanti, devi prenderti del tempo per fare il pieno di benzina prima di cominciare. Cioè, per quanto importanti siano le cose che devi fare, riservati del tempo per fermarti al distributore della «potenza dall'alto» prima di fare qualsiasi cosa. Non metterti subito al lavoro - aspetta.

Ma questo è proprio quello che noi, persone molto occupate, di solito non facciamo. Più sono le cose che abbiamo da fare, più tendiamo ad accorciare il tempo che dedichiamo a Dio. Rischiamo di non combinare nulla senza il "pieno spirituale", e il più delle volte finiamo per restare senza benzina. Così invece di essere ripieni dello Spirito santo per affrontare gli impegni e le responsabilità - siamo invece ripieni di liste di cose da fare, di stress, di preoccupazioni, di noi stessi. Quando abbiamo maggior bisogno della forza di Dio, l'abbiamo esaurita. Quante volte ti è già successo?

Mettiti in ascolto degli ordini del Signore - spendi del tempo con Lui prima di spenderlo per qualsiasi altra cosa. Aspetta davanti al Signore che ti illumini su quello che Lui vuole, non su quello che tu hai già deciso ... Aspetta che Lui ti riempia di «potenza dall'alto» in modo che tu possa far fronte a tutte le tue responsabilità. Stai con Lui prima di fare qualcosa per Lui. Quando hai davanti a te un lungo viaggio, fermati prima a fare il pieno - con la benzina super della «potenza dall'alto»!

Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto

don Luciano



da http://www.incontriconlaparola.com/

martedì 12 maggio 2015

Vedere scendere acqua dal rubinetto è la cosa più normale del mondo ?





    La sindrome da rubinetto



Per la maggior parte della gente girare la manopola del rubinetto e vedere scendere acqua è la cosa più normale del mondo. Il che vuol dire che non vivete in un deserto. Se invece vivete come me in Africa, allora l'acqua è un miracolo sempre nuovo. Si impara a non sprecarla, ad aprire i rubinetti il minimo indispensabile.

 Quando ero adolescente ricordo di aver letto un libro del celebre scrittore Antoine de Saint-Exupéry, in cui raccontava l'esperienza di un gruppo di beduini portati a Parigi e messi in una stanza d'albergo. Lo scrittore mostrò loro come funzionavano i bagni e aprì il rubinetto. I beduini rimasero estasiati nel vedere tanta abbondanza di acqua, e chiesero a Saint-Exupéry: "Ma quest'acqua non finisce mai?" Thomas Edward Lawrence ha scritto un libro di memorie intitolato "I sette pilastri della saggezza". Probabilmente è familiare a pochi come scrittore, ma tutti lo conoscono con il nome per il quale ha lavorato per parecchi anni in Medio Oriente come agente del servizio segreto inglese: Lawrence d'Arabia.

Lawrence racconta che un giorno portò con sé a Parigi alcuni dei suoi amici arabi. E anche loro, dal momento che erano sempre vissuti nel deserto, rimasero stupiti dall'acqua corrente nella loro stanza d'albergo. Il giorno della partenza Lawrence li trovò che stavano tentando di staccare i rubinetti dal bagno. Volevano portaseli a casa - in modo da poter avere tutta quell'acqua a loro disposizione. Lawrence spiegò loro che non erano i rubinetti che davano l'acqua, ma la sorgente fuori città, sulle montagne. I beduini pensavano che l'acqua arrivasse da quello che era semplicemente uno strumento.

A proposito di questo modo di pensare, Dio ha qualcosa da dirti in Deuteronomio 8,2-3: «Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore».

Dio ha guidato il Suo popolo in una situazione nella quale è venuta a mancare la loro abituale sorgente di energia - i rubinetti che erano soliti usare si erano rotti. Ma Lui ha provveduto per loro in una maniera così miracolosa che mai avrebbero immaginato. Si chiamava "manna". Il rubinetto si era rotto - ma la risposta al bisogno è venuta in un altro modo.

La Parola di Dio ti ricorda, come fu ricordato a quei beduini a Parigi, che quello di cui hai bisogno viene dalla Sorgente, e non dal rubinetto. E Dio è la tua Sorgente. Tutto quello di cui hai bisogno ti viene da Lui - i soldi che ti necessitano, gli amici che ti sostengono, il posto dove vivi, i doni che hai, l'amore, l'aiuto spirituale. Dio te lo manda attraverso dei rubinetti terreni - come la busta paga, persone speciali, circostanze provvidenziali - occasioni o persone giuste al momento giusto. Ma quella manna nel deserto - manna significa "che cos'è?" - ti sta a dimostrare che Dio può darti quello di cui hai bisogno in maniera sempre diversa!

Il nostro problema è che soffriamo della "sindrome da rubinetto". Siamo affascinati dal rubinetto, dal mezzo, e finiamo per mettere la nostra fede nei mezzi. Poi succede che i mezzi improvvisamente spariscono - persone che se ne vanno... persone che muoiono... persone che ti buttano giù; lavori che svaniscono... situazioni che ti deludono... rapporti che si infrangono. Non avere paura. Perché in ogni caso l'acqua non viene dal rubinetto.

In Deuteronomio 8,2-3, Dio ti dice che Lui si serve di due modi per fare in modo che la tua fede passi dal confidare nel rubinetto al confidare nel Padre. Il primo modo è quello del «ti ha fatto provare la fame». Dio permette che crolli tutto quello che ti faceva andare avanti. Magari in questo periodo sei in ansia perché hai una necessità e non c'è nessuna soluzione che si prospetti all'orizzonte. Il rubinetto se ne è andato... ma la Sorgente è ancora lì. Dio userà un altro canale. Purtroppo non impariamo a fidarci di Dio se non quando si seccano tutte le nostre abituali stazioni di rifornimento.

Il secondo modo è quello nel quale Dio ti nutre «di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto». Delle cose straordinarie, miracolose, che irrompono nel tuo quotidiano. Dio ti mostrerà un modo nuovo, inimmaginabile, per venire incontro al tuo bisogno. Verrà in modo sorprendente, da un posto sorprendente. E tu ti fermi ammirato a dire: "Mio Dio, è da TE che viene tutto questo, non è vero?"

E allora entrerai in una nuova meravigliosa sicurezza - quella sicurezza che accetta tranquillamente la perdita di ogni rubinetto nella tua vita. Era solo lo strumento del quale Dio si serviva. Dio è la tua sorgente - Lui non si prosciuga mai. Perciò non attaccarti al rubinetto. Dio tuo Padre conosce un'infinità di modi per farti avere ciò di cui hai bisogno.

Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto

don Luciano 

da Catechisti.it
INCONTRI CON LA PAROLA
No. 319