domenica 22 febbraio 2015

Quaresima con Papa Franceco


Quaresima 2015:prima settimana



Superare l’indifferenza
 Ho pensato di proporre per questa quaresima in quattro puntate il messaggio di Papa Francesco, riflettere nel silenzio della nostra anima le sue indicazioni, e prepararci così alla grande festa-avvenimento della Pasqua. Il testo è quello pubblicato da Radio Vaticana il 27 gennaio 2015. Ogni volta una piccola introduzione alle parole del Papa.

 Tempo di quaresima tempo di riflessione: sì, siamo peccatori, è giusto un esame di coscienza profondo in vista delle redenzione che il periodo di quaresima ci ricorda. Spesso pensiamo troppo ai nostri peccati e meno alle radici del perdono invocato, radici profonde nella persona di Gesù Maestro e Redentore.
Tempo di penitenza: ci viene chiesto di rinunciare a qualcosa a cui teniamo, a mortificare le nostre passioni, a fare opere di carità, rivalutare il prossimo in cui si incarna Gesù.
Conversione allo straordinario di Dio: Quaranta giorni davanti a noi  per sperimentare una nuova primavera dello Spirito, quaranta giorni per riscoprire un nuovo equilibrio nella nostra vita.


Rinfrancate i vostri cuori”. È il titolo del Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2015





Introduzione: prepariamoci a trascorrere questi quaranta giorni a rinfrescare la nostra anima, a qualche proposito di rinnovamento, a dare uno sguardo alla nostra indifferenza di fronte ad un mondo che ci trascina nelle sue ingiustizie facendoci suoi complici. Speriamo vivamente che non sia cosi: questo è il tempo, se necessario, di ricredersi e rinnovare il nostro sì a Dio affidandoci alla sua tenerezza amorosa e misericordiosa. L’invito di Papa Francesco oggi è quello di aprire il nostro cuore al nostro prossimo, non cadere nell’indifferenza, di prendere sul serio le sofferenze e le ingiustizie che subiscono tanti uomini, donne e bambini per la cupidigia di pochi.

“Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Soprattutto però è un “tempo di grazia” (
2 Cor 6,2). Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo.
Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade. Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… 

Allora il nostro cuore cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene. Questa attitudine egoistica, di indifferenza, ha preso oggi una dimensione mondiale, a tal punto che possiamo parlare di una globalizzazione dell’indifferenza.
Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare. Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le risposte a quelle domande che continuamente la storia gli pone. Una delle sfide più urgenti sulla quale voglio soffermarmi in questo Messaggio è quella della globalizzazione dell’indifferenza.

L’indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani. Abbiamo perciò bisogno di sentire in ogni Quaresima il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano.
Dio non è indifferente al mondo, ma lo ama fino a dare il suo Figlio per la salvezza di ogni uomo.
Nell’incarnazione, nella vita terrena, nella morte e risurrezione del Figlio di Dio, si apre definitivamente la porta tra Dio e uomo, tra cielo e terra.
E la Chiesa è come la mano che tiene aperta questa porta mediante la proclamazione della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, la testimonianza della fede che si rende efficace nella carità (cfr Gal 5,6). 

Tuttavia, il mondo tende a chiudersi in se stesso e a chiudere quella porta attraverso la quale Dio entra nel mondo e il mondo in Lui. Così la mano, che è la Chiesa, non deve mai sorprendersi se viene respinta, schiacciata e ferita.

Il popolo di Dio ha perciò bisogno di rinnovamento, per non diventare indifferente e per non chiudersi in se stesso.

 

Nessun commento:

Posta un commento