martedì 8 luglio 2014

La chiesa e gli ultimi: il richiamo di Papa Francesco





La chiesa e gli ultimi: il richiamo di Papa Francesco




La chiesa e gli ultimi: Papa Francesco sta ricordando a tutti noi, popolo di Dio sua Chiesa, e anche ai potenti della terra, che esistono i poveri, i diseredati, i disperati, i disprezzati, gli abbandonati, i maltrattati, gli ingannati. Che esiste una parte del nostro mondo egoista, indifferente, omicida, noncurante di chi soffre, di chi subisce. In questo post don Gianni Epifani ci parla di alcune prese di posizioni di papa Francesco.
Attenzione: a molti “piace” questo papa, ma quanti di noi seguiamo i suoi esempi, ci compromettiamo come Lui, siamo capaci di combattere in prima linea, preghiamo per il cambiamento e conversione dei cuori ambiziosi che denunciamo 

I viaggi di Papa Francesco di  don Gianni Epifani 

Vicinanza, perdono e coraggio. Le tappe di un cammino
È trascorso un anno dal viaggio di Papa Francesco a Lampedusa. Lo storico approdo – nella terra che, per prima in Italia, accoglie gli immigrati – è stato la testimonianza di una Chiesa vicina a chi soffre, una Chiesa presente dove ci sono dolore e disperazione, una Chiesa afflitta per l’indifferenza dilagante, figlia della cultura del benessere.
Sicuramente non è stato un caso che il Santo padre abbia scelto di visitare un altro luogo “difficile” del nostro Paese. Il recente viaggio a Cassano allo Jonio si è posto infatti in una sorta di continuità ideale con quello fatto nell’isola degli sbarchi
La presenza di Papa Francesco nella terra in cui sono maturati due efferati omicidi, quello del piccolo Cocò e quello di padre Lazzaro, di matrice diversa – uno legato alla malavita locale, l’altro all’ordinario lavoro di accoglienza e aiuto del sacerdote verso i bisognosi – è stata altrettanto significativa.
Ha dimostrato una volta di più che la Chiesa è accanto a chi ha bisogno, che cammina con i deboli e con le vittime, che li sostiene. Ma anche una Chiesa che è capace di chiedere perdono.
“Vengo per chiedere scusa” aveva annunciato il Papa, riferendosi al fatto di aver sottratto a quella comunità, particolarmente bisognosa, le cure del proprio vescovo, mons. Nunzio Galantino, chiamato a Roma come segretario generale della Cei.
Questa richiesta di perdono però sembra andare oltre la circostanza legata all’incarico conferito al vescovo. Sembra essere l’esemplare e umile attestazione di una Chiesa capace di riconoscere
quando sente di non essere stata presente in modo forte accanto ai suoi fedeli, soprattutto laddove il bisogno è più vivo.
E il concetto del perdono torna anche nel viaggio pastorale in Molise.
“Dio non si stanca di perdonare” è stato il motto scelto per accompagnare questa visita che, al tema della misericordia divina, ha affiancato il messaggio di una Chiesa che predilige i piccoli e che da questi parte per lanciare a tutti la sfida del coraggio nel futuro.
Questi tre viaggi sono parte di uno stesso percorso, di una storia che vede la Chiesa “in uscita” verso i semplici, gli umili, i bisognosi. Una Chiesa vera testimone del messaggio evangelico. Una Chiesa che sa trovare, con Papa Francesco, gli argomenti giusti per essere credibile.

Don Gianni Epifani, sacerdote e giornalista
Dalla Rivista A SUA IMMAGINE

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