domenica 16 settembre 2012

Un uomo che aveva la mano destra inaridita...




È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?”




Dal Vangelo secondo Luca 6,6-11
Un sabato, Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c’era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.
Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano inaridita: “Alzati e mettiti nel mezzo!”.
L’uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.
Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?”. E volgendo tutt’intorno lo sguardo su di loro, disse all’uomo: “Stendi la mano!”. Egli lo fece e la mano guarì.
Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

 

Gesù entrava spesso nelle sinagoghe per insegnare e di questi insegnamenti gli evangelisti riportano soltanto pochi brani,ma singolari. Nel brano di oggi è Gesù che prende l’iniziativa , interroga scribi e farisei.
Luca ci parla di una guarigione, di un uomo che aveva la mano destra inaridita, posto al centro dell’attenzione e ben in vista da Gesù.
Gesù entra nella sinagoga, si guarda attorno e vede quell’uomo ammalato, vede i farisei che lo scrutano e legge nei loro cuori: lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.

Singolare l’intervento di Gesù che interpreta e prende spunto dai fatti della vita per parlare agli uomini ed annunciare il Regno di Dio con dei segni miracolosi: non era venuto in questo mondo per vivere come uomo tra gli uomini, per indicarci la Via, per insegnare la Verità, per donare la Vita?

Quell’uomo era al centro dei pensieri di quei personaggi e della gente, quella malattia non era solo un problema di un povero uomo, forse colpa dei suoi genitori come si credeva, ma diventava quel giorno un problema della collettività, soprattutto per gli scribi e i farisei.
Gesù stava travolgendo il loro modo di vivere, ledendo anche la loro autorità perché la gente, il popolo umile, semplice, in altre occasioni, in molte altre occasioni aveva osannato Gesù credendo in Lui, nel Messia che doveva arrivare. Era credibile e nessuno aveva parlato come Lui prima, era uno che faceva prodigi, guariva molti…uno che voleva bene al popolo, ai poveri… E in questa occasione quale sarebbe stato il comportamento di Gesù era lecito chiederselo.

Gli scribi e i farisei la sapevano molto lunga sulle leggi e il  modo di interpretarle… fino a travolgere le parole e l’operato di Gesù.

Gesù in questa situazione ha pensato anche a quegli intellettuali e dotti uomini di legge, ha voluto dare loro una possibilità, quella di leggere nel cuore della legge oltre a presenziare la guarigione fisica di un uomo provato dalla malattia e dalle dicerie degli altri che lo qualificavano peccatore…

 Gesù dopo aver ordinato all’uomo di alzarsi e di mettersi nel mezzo chiede a quei signori della legge: : È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?”.
Forse pochi attimi di silenzio e, senza attendere risposta, Gesù guarisce la mano di quell’uomo e sicuramente assieme ad una mano guarita dona anche  la fede e una completa fiducia in Lui. I  miracoli, le guarigioni hanno sempre un duplice scopo…

Ogni pagina dei vangeli è stata scritta e tramandata per tutte le generazioni future: non fu Gesù che disse “ Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto?... Quanto grande è la nostra fiducia in Lui?

Altre volte abbiamo visto Gesù guarire nel giorno di sabato: oggi assistiamo ad un confronto diretto: Gesù opera, parla e i suoi interlocutori non rispondono… ma tramano contro di lui: da arrabbiati, perché impotenti di fronte all’evidenza, discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Per capire meglio la domanda di Gesù e il pensiero degli scribi e farisei confrontiamo le due versioni con quanto si legge nella Bibbia a proposito del sabato:

Deut 5,12-15
Osserva il giorno del sabato per santificarlo, come il Signore, tuo Dio, ti ha
comandato. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro;ma il settimo giorno è il
sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né
tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né il tuo
bestiame, né il forestiero che dimora presso di te, perché il tuo schiavo e la tua
schiava si riposino come te. Ricordati che sei stato schiavo nella terra d’Egitto e che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore, tuo Dio, ti ordina di osservare il giorno del sabato.

Es 31,16-17: “ Gli Israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle loro generazioni come un’alleanza perenne. Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti: infatti il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e ha preso respiro”.

Non è da Dio prendersi cura dell’uomo? Un Dio che si prende cura anche del riposo del bue e dell’asino, della schiava e del forestiero può negare che in giorno di sabato si possa fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?”.

Che fine ha fatto per i farisei e gli scribi il comandamento dell’amore? Forse c’è un tempo stabilito per fare del bene o del male, salvare una vita o perderla? Forse Dio, con la sua mano potente e braccio teso vieta di fare del bene nel giorno a lui dedicato?

Il giorno del Signore è un giorno di festa, di lode, di benedizione, di ringraziamento, di riposo, ricordo della nuova alleanza, celebrazione della Pasqua, ma è anche un giorno della comunità, un giorno di fraternità, di comunione, di amore.

Gesù incontrando i farisei non ha voluto forse anche guarire la loro cattiva fede? Guarendo la mano di quell’uomo, non  ha forse voluto richiamare alla loro mente la potenza del Dio degli Ebrei, lo stesso che li ha salvati dalla schiavitù d’Egitto e guarire il loro atteggiamento sbagliato, distorto, nell’osservare la legge del riposo sabatico? Non era un invito serio a credere in lui?

Ci ricorda l’apostolo Giacomo nella sua lettera 4,17 “Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato".

Ci sentiamo coinvolti nelle parole di Gesù? Chi è l’altro per noi? Siamo capaci di creare condizioni migliori per l’altro anche in un  giorno di festa? Amiamo perché siamo cristiani o perché, come cristiani siamo chiamati ad amare? Amiamo perché come cristiani abbiamo ricevuto il dono d’amore di Dio? Siamo convinti che non possiamo dire di amare Dio se nell’amore che professiamo per i fratelli poniamo dei se, dei ma, dei distinguo?...

Anche noi possiamo rischiare di mettere la norma, la legge al di sopra della vita degli altri e di non cogliere il senso vero, il cuore del messaggio evangelico. Ricordiamocelo spesso: la prassi dell’amore supera ogni legge scritta…


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