mercoledì 9 maggio 2012

Il coraggio di una famiglia, testimonianza



Il coraggio di una famiglia della generazione Wojtila (Tratto dall'Osservatore Romano, ripreso da Pastorale&Spiritualità)








Chiara e Enrico, una coppia di sposi romani, hanno testimoniato stamani a Benedetto XVI cosa significa appartenere alla generazione Wojtyla. Sono cresciuti in parrocchia e con una spiritualità francescana. Hanno scelto di dare la vita a due bambini nonostante le analisi prenatali avessero diagnosticato malattie incurabili.

Così hanno accolto Maria, affetta da anencefalia, e l'hanno accompagnata nei suoi trenta minuti di vita. Con lo stesso spirito di fede hanno accolto anche Davide, privo delle gambe e con malformazioni viscerali, standogli accanto nelle poche ore della sua esistenza terrena.

Finalmente è nato Francesco ma a Chiara, in gravidanza, è stato diagnosticato un carcinoma: affrontarlo avrebbe significato mettere a rischio la gravidanza. La decisione è stata di far nascere serenamente Francesco.
Solo dopo il parto la donna ha iniziato a curare il tumore; troppo tardi: è esploso con una violenza tale da non dar più spazio alla speranza.

La serenità, mostrata in piazza San Pietro, è la cifra di questi due giovani sposi: ventotto anni lei, trentatrè lui. Il loro progetto di famiglia Chiara lo esprime così a Enrico: «Ora che io vado di là mi occupo di Maria e Davide; tu che resti di qua cura bene Francesco».
E' una testimonianza che non si improvvisa.

Dicono di avere come maestro nel vivere il valore salvifico della sofferenza Giovanni Paolo II, il Papa della loro infanzia e adolescenza, beatificato proprio un anno fa.

Alla sua scuola, spiegano, si affidano quotidianamente alla consacrazione di Maria, con la spiritualità del Totus tuus; e recitano il rosario ogni giovedì sera con altre famiglie amiche.

A Benedetto XVI, stamani, Chiara e Enrico si sono stretti come figli. Sorridendo, con serenità , consegnandogli la loro storia di giovane famiglia cristiana che si è affidata completamente alla provvidenza e ha preso sul serio il Vangelo e ciò che hanno visto vivere a Giovanni Paolo II.

Il Papa, visibilmente commosso, li ha teneramente accarezzati.

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