sabato 24 settembre 2011

Il cristiano uomo insolito


Il cristiano uomo insolito
di M.Delbrêl, 1962
  




Nella misura in cui un cristiano professa la sua fede e tenta di viverla, egli diviene insolito per i credenti e i non credenti. Il motivo è che il Vangelo, sino alla fine dei tempi, non cesserà di essere la buona novella così per i giudei come per i Gentili.
L’insolito del cristiano è unicamente e semplicemente la sua somiglianza con Gesù Cristo.
La somiglianza con Gesù Cristo inserita in un uomo col Battesimo e che attraversando il suo cuore gli arriva come a fior di pelle....

Questo “insolito” non è conferito al cristiano dall’essere un uomo notevole e notato. Non è la realizzazione clamorosa di un uomo cristiano. É il Cristo, sempre lo stesso Cristo, che mostra il suo volto attraverso quello di un uomo.
Non solo egli crede in Dio, ma deve amarlo come un figlio ama un padre amatissimo e onnipotente, nello stesso modo del Cristo.


 

Non solo dipende da Dio, ma è sovranamente libero nella volontà di Dio.
Non solo è fratello del suo prossimo vicino, ma del prossimo universale.
Non solo è fratello legale, ma fratello reale; al medesimo livello: egli non discende verso alcuno, è senza distanza; egli è il prossimo di tutti, non si alza né si abbassa - è sullo stesso piano; senza privilegio e senza diritto, senza superiorità...




Non solo non rende il male, ma perdona e dimentica; non solo dimentica, ma rende bene per male...
Non solo divide ciò che ha di suo o in sé, ma dà l’unica cosa che Dio gli ha dato in proprio: la sua vita.
Non solo accetta di non somigliare a un eroe ma di non esserlo...
Non solo mette tutte le sue forze nel proprio compito, ma ignora a che serva codesto compito; non solo ignora chi l’ha cominciato e lo continua, ma ignora l’opera di Dio nella quale esso è utilizzato.




Non solo combatte ma è mite, perché ciò che Dio onnipotente e amatissimo ha cominciato o continua, sempre Lui porta a compimento con potenza e amore. Egli attende da Dio con una fiducia inesauribile ciò per cui lavora con tutte le forze e che le sue forze non possono realizzare.

Non solo egli ama la vita perché Dio l’ha creata, ma è felice di vivere una vita che è eterna per tutti gli uomini.




Non soltanto è felice di vivere, ma è felice di morire: perché morire è nascere all’eternità...non soltanto perché la creazione è figlia di Dio, ma perché la sua bellezza, per quanto sabotata, è indistruttibile.



Non soltanto agisce nel tempo, ma attende i frutti d’eternità il cui seme egli semina nel tempo. E questa è la sua speranza.
Non soltanto è felice perché vive a causa di Dio e per Dio, ma perché vivrà e farà vivere i suoi fratelli con Dio per sempre.