sabato 31 dicembre 2011

Buon Anno a tutti voi!

Auguro a me voi tutti che il 2012 sia un anno di speranza umana per un mondo migliore, speranza cristiana che non si fonda soltanto sulle nostre forze ma che tiene gli occhi rivolti verso l'ALTO.

CANTO BRASILIANO
Dio solo può dare la fede;
tu, però, puoi dare la tua testimonianza.
Dio solo può dare la speranza;
tu, però, puoi infondere fiducia nei tuoi fratelli.
Dio solo può dare l’amore;
tu, però, puoi insegnare all’altro ad amare.
Dio solo può dare la pace;
tu, però, puoi seminare l’unione.
Dio solo può dare la forza;
tu, però, puoi dare sostegno ad uno scoraggiato.
Dio solo è la via;
tu, però, puoi indicarla agli altri.
Dio solo è la luce;
tu, però, puoi farla brillare agli occhi di tutti.
Dio solo è la vita;
tu, però, puoi far rinascere negli altri il desiderio di vivere.
Dio solo può fare ciò che appare impossibile;
tu, però, potrai fare il possibile.
Dio solo basta a se stesso;
egli, però, preferisce contare su di te.


martedì 27 dicembre 2011

A Natale non si arriva, dal Natale si parte, di don Tonino Bello




"Vi auguro di capire che Natale non è un punto di arrivo ma di
partenza.
Natale non è un "punto a capo": Natale è "due punti" : si apre, si deve aprire
poi tutto un discorso.
Dobbiamo tutti prendere coscienza con lucidità e determinazione che a
Natale non si arriva, dal Natale si parte. Per troppi cristiani tutto finisce a
Natale, mentre tutto dovrebbe cominciare da lì: conta il giorno dopo Natale.
Gesù è venuto non perché tutto restasse come prima, ma perché cambiasse la
vita di tutti. Natale è rinascere noi e far nascere un mondo nuovo.
Natale è qualcosa di nuovo che nasce dentro di noi, nel nostro cuore, nel
santuario della nostra libertà. E' il nostro cuore che fiorisce, che guarisce e
che fa di noi le vere luci di Natale, le vere stelle di Natale".

Mons. Tonino Bello

martedì 20 dicembre 2011

BUON NATALE dal blog 2011




Buon Natale a tutti voi, persone semplici che avete voglia di Dio, che avete visitato questo blog, Buon Natale, di cuore!!

Spesso ho pregato e  pregherò per tutti voi e per quanti ancora si avvicineranno in cerca di qualcosa di interessante per la loro vita e per il prossimo: Buon Natale a tutti voi!!

Sono sicuro che non è stato un caso l’essere arrivati qui: sono convinto che Dio premia chi lo cerca, chi lo cerca per aumentare il suo amore per Lui e per il prossimo, sua immagine e sua presenza in mezzo a noi. Lui fra alcuni giorni sarà Bambino in mezzo a noi: Buon Natale a tutti voi!!

In questi giorni che festeggeremo il compleanno, genetliaco divino, spero che ognuno di noi abbia qualcosa da offrirgli: Lui, povero, vuole che lo cerchiamo tra i poveri, tra coloro che sono senza voce, bisognosi di tutto soprattutto d’amore. Facciamogli un regalo! Buon Natale a tutti loro!!

Permettetemi una citazione dal libro di Ernesto Olivero, “ PER UNA CHIESA SCALZA”:
“Quanto bene si può fare! Dentro di noi abbiamo delle potenzialità immense, perché siamo figli di
Dio. A contatto con il prossimo abbiamo scoperto che amore non è una parola, non è un bel sorriso, è un fatto.”   
Buon Natale a tutto il mondo, a tutti gli uomini atei, cristiani, buddisti, alla nostra chiesa, comunità di credenti spesso comunità invisibile….Buon Natale!!

I sentimenti belli, emotivamente anche buoni, che proviamo in questi giorni sono un regalo che Gesù Bambino fa ad ogni uomo: non sia fuoco di paglia che spesso si consuma, ma roveto ardente che mai si spegne: Dio ci ama.

Ancora Buon Natale!! Dio guidi i nostri passi anche nel prossimo anno: Buon anno 2012!!

venerdì 16 dicembre 2011

Tu scendi dalle stelle


I canti natalizi rievocano la nostra infanzia...ascolta e canticchia questo canto: ti troverai, senza accorgerti con il sorriso negli occhi ( da YOU.TUBE)




martedì 13 dicembre 2011

Luce di natale, testimonianza


Luce di Natale  
Ciao! 
Ho incontrato una signora che era stata la mia bidella alle medie. Mi ha raccontato una storia vera che voglio condividere con voi, una storia luminosa che io non conoscevo.

Diceva che aveva passato un tempo col marito invalido, 
niente da mangiare e per scaldarsi, lei non aveva lavoro. 
La miseria più nera, la disperazione più assoluta. 
''Ho detto alla Madonna: vado in casa, apro il gas e moriamo tutti''. Entra, chiude la porta... 
Subito qualcuno bussa, va a vedere.
''Era il tuo papà - mi dice - con una borsa con tanto 
da mangiare, anche con cose per vivere un bel Natale!''

Lascia perdere il pensiero del gas, passano un bel Natale... 
''Poi la voce deve essersi sparsa, non ci è mai mancato da mangiare, ho trovato lavoro come bidella...'
' E avvenimenti positivi a cascata. 
Ritorna la fiducia nel futuro, ritorna la speranza!

Nessuno mai mi aveva raccontato questa ''favola'' 
di Natale, men che meno i miei genitori. 
È passato tantissimo tempo, ma lei vive ancora 
quel giorno come se forse l'inizio 
di una grande luce gioiosa. 
Ha una sconfinata gratitudine, ancora adesso, per la mia famiglia. Io penso che il mio papà abbia fatto 
quello che era giusto, niente di speciale... 
Se fosse ancora vivo si meraviglierebbe 
di tanta riconoscenza. 
Io lo ringrazio per essere stato un uomo giusto, 
per avere acceso, in silenzio, 
una meravigliosa luce di Natale.

Con gioia, Alessandra. 
Vi voglio bene ed auguro anche a voi di potere 
accendere una piccola luce nella vita 
di chi si trova nella difficoltà. 
Vi auguro di essere sempre portatori di speranza. 
Con tanto bene, Alessandra.
daPastorale&Spiritualità

Chi scrive è Alessandra, una mia carissima amica:Auguri, Alessandra!

lunedì 12 dicembre 2011

Cantemos Juntos Villancicos Colombianos: Dulce Jesús Mio

Canti di Natale, Villancicos - Música de Navidad

Si avvicina il Natale e come ogni anno il mio pensiero vola ai sei anni passati in sud america. Conservo un ricordo bellissimo del mio primo Natale in quei posti magnifci e con gente allegra e simpatica. Lì il Natale è festa, è allegria che si sprigiona nell'aria e nell'anima, con canti ritmicamente festosi.
Per questo voglio ricordarlo assieme a voi con questo canto.








Campana sobre campana,
y sobre campana una,
asómate a la ventana,
verás el Niño en la cuna.

Belén, campanas de Belén,
que los ángeles tocan
qué nueva me traéis?



Recogido tu rebaño
a dónde vas pastorcillo?
Voy a llevar al portal
requesón, manteca y vino.

Belén, campanas de Belén,
que los ángeles tocan
qué nuevas me traéis?

Campana sobre campana,
y sobre campana dos,
asómate a esa ventana,
porque ha naciendo Dios.

Belén, campanas de Belén,
que los ángeles tocan
qué nueva me traéis?

Campana sobre campana,
y sobre campana tres,
en una Cruz a esta hora,
el Niño va a padecer.

Belén, campanas de Belén,
que los ángeles tocan
qué nueva me traéis?

Navidad, Navidad

Navidad, Navidad
Hoy es Navidad.
Con campanas este día
Hay que festejar

Navidad, Navidad
Porque ya nació
ayer noche, Nochebuena,
El niñito Dios.




domenica 4 dicembre 2011

Natale:tutti insieme Nord e Sud del mondo


NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE 
 Di Don Tonino Bello



Benvenuti a questa  stupenda e magica
notte di Natale, della quale così ha scritto 
Giovanni Guareschi:

“E tra mille anni la gente correrà a seimila km l’ora 
su macchine a razzo superatomico e per fare cosa?
Per arrivare in fondo all’anno e rimanere 
a bocca aperta 
davanti allo stesso Bambinello di gesso 
che in una di queste sere, 
il compagno Peppone ha ripitturato col pennellino”. 
(“Mondo piccolo”)

1.   Questa notte auguro a ciascuno di voi  
tanto e tanto stupore. 
Vi auguro di “rimanere a bocca aperta” 
davanti a un “bambinello di gesso”
Vi auguro “occhi di bimbo”, pieni di meraviglia. 

Occhi che sanno vedere oltre, 
che sanno vedere l’invisibile; 
che sanno vedere Dio, l’infinito in un Bambino.
Vi auguro lo stupore che ha provato a diciotto anni, 

quando era lontano dalla fede cristiana, 
Paul Claudel:
Nel 1886, a Parigi, durante i vesperi di Natale, 
Claudel entra nella cattedrale di Notre Dame. 
Che cosa l’abbia spinto tra le imponenti 
navate gotiche non si sa, 
forse l’irresistibile e delicata attrattiva del natale. 
Il rito inizia. Mentre le preghiere si alternano,
i colori delle vetrate vibrano ai riflessi delle luci 
che le accarezzano. 
Il coro intona il canto del Magnificat: 
“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito 
esulta in Dio mio salvatore, 
perché ha guardato l’umiltà della sua serva”. 
Claudel si arresta e volge in alto lo sguardo, 
conquistato da quelle parole. 
In quell’istante tutto diventa chiaro. 
Claudel rinasce come folgorato da un lampo. 
La conversione, improvvisa, si impossessa di lui 
e prova per la prima volta 
l’esperienza di Dio come un “tu”.

2.  Vi auguro poi di saperdare del tu a Dio”.

Mi piace definire così il Natale:  

Natale è dare del tu a Dio
è parlare a Dio, con Dio, 
non solo parlare di Lui alla terza persona. 
La terza persona dice lontananza, 
separazione, trascina una distanza. 
La seconda persona dice abbraccio, 
incontro, intimità, amicizia.
3.     Vi auguro di capire che Natale non è 
un punto di arrivo ma di partenza.

Natale non è un “punto a capo”: Natale è “due punti”
si apre, si deve aprire poi tutto un discorso.
Dobbiamo tutti prendere coscienza con lucidità 

e determinazione 
che a Natale non si arriva, dal Natale si parte. 
Per troppi cristiani tutto finisce a Natale, mentre tutto 
dovrebbe cominciare da lì: conta il giorno dopo Natale.

Gesù è venuto non perché tutto restasse come prima, 
ma perché cambiasse la vita di tutti. 
Natale è rinascere noi e far nascere un mondo nuovo.
Natale è qualcosa di nuovo che nasce dentro di noi, 

nel nostro cuore, nel santuario della nostra libertà. 
E’ il nostro cuore che fiorisce, che guarisce 
e che fa di noi le vere luci di Natale, 
le vere stelle di Natale.

Mi sto convincendo di anno in anno che il Natale è 

e deve essere 
la festa degli adulti, un’esperienza di adulti. 
Da piccolo ho scoperto che i doni di Gesù Bambino 
li portavano i genitori. 
Da adulto sto scoprendo sempre di più 
che i doni più importanti li porta Lui, Gesù Bambino. 
Auguro anche a ciascuno di voi questa scoperta.





E a Gesù Bambino 
chiedo 
per me e per voi
quest’anno due doni 
in particolare:
     

  la fedeltà e il coraggio della gratuità 
e della generosità



Fedeltà

Fedeltà al vangelo, ai valori cristiani, 
fedeltà ai valori umani della libertà, 
della giustizia e della pace.
Stupenda una testimonianza di una nota leader 

politica italiana 
ed europea, Emma Bonino:
Durante l’oscurantismo talebano molte donne 
sono riuscite a non piegarsi, 
hanno curato malati in ospedali simili a tuguri 
e mandato avanti scuole clandestine, 
convinte che solo l’istruzione poteva 
rendere liberi i loro figli e le loro figlie.
Ne ho conosciute tante, so per certo 

che nelle loro mani è riposta 
la speranza per il futuro. 
Una volta a Kabul una di loro, ex medico, 
mi ha confessato che la sua più grande umiliazione 
era vedere crescere sua figlia ignorante. 
Poi si è sollevata il velo 
e ho visto il suo bellissimo viso truccato. 
“Ma a che ti serve, le ho chiesto, 
se non ti vede nessuno?”. 
“Serve a me, vuol dire che sto resistendo”.

Il coraggio della gratuità, della generosità

Natale è la festa del dono, dei doni. 

Natale è la festa del dono di Dio, 
del grande dono che ci fa Dio: Dio ci regala 
se stesso, in Gesù di Nazareth; 
ci regala la sua vita divina, 
una vita che vincerà la morte.

  A quanti però l’hanno accolto,
  ha dato il potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12)
E il Natale è l’invito a farci dono, 

a farci prossimo, 
a dire meno volte “io”e più volte “tu”, “noi”. 
Come ha cantato con intelligenza Giorgio Gaber:
Sarei certo di cambiare la mia vita 

se potessi cominciare a dire “noi”
(La canzone dell’appartenenza)

Natale è sentire, 

è capire che l’umanità è una sola, 
è unica, che tutti insieme Nord e Sud del mondo 
ci salveremo o ci perderemo.
Allora il più grande dono che possiamo 

farci a Natale siamo noi. Dobbiamo regalarci 
l’uno all’altro: questo è il segreto del Natale.
Dio è felice perché ama. 

L’uomo, fatto a immagine di Dio, 
è felice quando ama.

Tra di noi il più felice è colui che ama di più.
Natale è riscoprire la gioia del donare, 

è riscoprirsi fratelli cioè bisognosi 
l’uno dell’altro; 
è la riscoperta della dignità di ogni uomo, 
di ogni donna, 
di ogni bambino che abita il mondo; 
è la riscoperta dell’uomo come valore assoluto, 
come vera immagine, in carne e ossa,  
di Dio sulla terra.
E’ Natale: ricordati cioè scrivi nel tuo cuore 

che Dio ti ama. 
che Dio crede in te. 
Ma ricordati anche che Natale non è 
e non deve essere lo stile di un giorno, 
\ma di ogni giorno: 
lo stile dello stupore, della gratitudine, 
della fedeltà, 
della gratuità, della generosità, 
del donare e del donarsi.

(notte di Natale 2003)

 buon


natale!!



lunedì 28 novembre 2011

Se mi fosse concesso la notte di natale...aggirarmi per le strade...





Buon Natale: da uno scritto di don Tonino Bello





Se mi fosse concesso di lasciare nella mezzanotte il trasognato rapimento della liturgia, e aggirarmi per le strade della città, e bussare a tutte le porte, e suonare a tutti i campanelli, e parlare a tutti i citofoni, e dare una voce sotto ogni finestra illuminata, vorrei dire semplicemente così:

Buon Natale, gente! Il Signore è sceso in questo mondo disperato. E all'anagrafe umana si è fatto dichiarare con un nome incredibile: Emmanuele! Che vuol dire: Dio con noi. Coraggio! Ai tempi di Adamo, «egli scendeva ogni meriggio nel giardino a passeggiare con lui» (Gn 3,8). Ma ora ha deciso di starsene per sempre quaggiù, perché non si è ancora stancato di nessuno e continua a scommettere su di noi.


                    Mi chiedo, però, se questi auguri,
                     formulati così, magari all'interno di un piano-bar,
                     o di una sala-giochi, o di una discoteca,
                     o di un altro tempio laico dove la gente,
                      tra panettoni e champagne e luci psichedeliche
 sta trascorrendo la notte santa, siano capaci di reggere il fastidio degli atei, lo scetticismo degli scaltri, il sorriso dei furbi, la praticità di chi squalifica i sogni, il pragmatismo di chi rifiuta la poesia come mezzo di comunicazione.
Mi domando se gli auguri di Natale formulati così, magari all'interno della Stazione Centrale dove tanta gente alla deriva trova riparo dal freddo notturno nella sala d'aspetto (ma senza che aspetti più nulla e nessuno)..., faranno rabbia o tenerezza, susciteranno disprezzo o solidarietà, provocheranno discredito o lacrime di gioia.
Mi interrogo come saranno accolti questi auguri dalla folla dei nuovi poveri che il nostro sistema di vita ignora e perfino coltiva. Dagli anziani reclusi in certi ospizi o abbandonati alla solitudine delle loro case vuote. Dai tossico-dipendenti prigionieri di una insana voluttà di autodistruzione. Dagli sfrattati che imprecano contro il destino. Dagli ex carcerati che non trovano affetto. Dai dimessi degli ospedali psichiatrici che si aggirano come larve. Dagli operai in cassa integrazione senza



prospettive.
Dai disoccupati senza speranze.
Da tutta la gente, insomma, priva dell'essenziale: la salute,
la casa, il lavoro,
l'accesso alla cultura, la partecipazione.

Mi domando che effetto faranno gli auguri di Natale, formulati così, su tanta gente appiattita dal consumismo, resa satura dallo spreco, devastata dalle passioni. Sulla moltitudine di giovani incerti del domani, travagliati da drammi interiori, incompresi nei loro problemi affettivi. Sulle folle di terzomondiali che abitano qui da noi e ai quali ancora, con i fatti, non abbiamo saputo dimostrare di esser convinti che Gesù Cristo è venuto anche per loro.

Mi chiedo per quanti minuti rideranno dinanzi agli auguri di Natale, formulati così,
coloro che si sono costruiti idoli di sicurezza:
 il denaro, il potere, lo sperpero, il tornaconto,
 la violenza premeditata, l'intolleranza come sistema,
il godimento come scopo assoluto della vita.


E allora? Dovrei abbassare il tiro? Dovrei correggere la traiettoria e formulare auguri terra terra, a livello di tana e non di vetta, a misura di cortile e non di cielo?
No. Non me la sento di appiattire il linguaggio. Sono così denutrite le speranze del mondo, che sarebbe un vero sacrilegio se, per paura di dover sperimentare la tristezza del divario tra la formulazione degli auguri e il loro reale adempimento, mi dovessi adattare al dosaggio espressivo dei piccoli scatti o dovessi sbilanciarmi sul versante degli auspici con gli indici di prudenza oggi in circolazione.



Andiamo fino a Betlemme
Anzi, se c'è una grazia che desidero chiedere a Gesù che nasce, per me e per tutti,
è proprio quella di essere capace di annunciare,
con la fermezza di chi sa che non resteranno deluse,
speranze sempre eccedenti su tutte le attese del mondo.





Andiamo fino a Betlemme, come i pastori. Il volto spaurito degli oppressi,
la solitudine degli infelici, l'amarezza di tutti gli uomini della Terra,
sono il luogo dove Egli continua a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura. L'importante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità
di un bambino, non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso.
Il volto spaurito degli oppressi, la solitudine degli infelici,
l'amarezza di tutti gli uomini della Terra, sono il luogo dove Egli continua
a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura.
( Mons, Tonino Bello)

martedì 22 novembre 2011

BUON NATALE, amici miei!!

 Aspettando il Natale, incominciamo a creare un'atmosfera in noi e attorno a noi: che sia veramente un BUON NATALE!!


http://youtu.be/LEunxYlJbWc



lunedì 21 novembre 2011

Per cui ci vien quasi la voglia di dire: «Basta, Signore!


 Natale con don tonino bello

Gli uomini moriranno

per la paura

e per l’attesa di ciò

che dovrà accadere sulla terra?

Potrebbe sembrare a prima vista che il Vangelo faccia da cassa di risonanza per le nostre paure.
Per cui ci vien quasi la voglia di dire:
«Basta, Signore!
Adesso ti ci metti anche tu.
Perché mai aumenti la nostra angoscia parlandoci di stelle che precipitano,
di soli che si spengono,
di lune che non danno più luce?
Perché mai amplifichi i nostri incubi collettivi,
quando dici testualmente che gli uomini moriranno per la paura
e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra? (cfr. Lc 21,25-26).

Gli uomini moriranno per la paura!
Come se già non bastassero le nostre paure. Ma ne abbiamo già tante, per conto nostro! Oh, no! Non la paura del buio, del lampo, del tuono, dei terremoti, delle tempeste.
Lo sappiamo, oggi le paure hanno traslocato.
Si sono trasferite dalla fascia cosmica, per così dire, alla fascia antropologica.
Non si articolano più attorno al cuore della natura: si articolano attorno al cuore dell’uomo.
Oggi, cioè, non si ha più paura della carestia provocata dall’avarizia della terra, ma della carestia prodotta dall’avarizia dell’uomo.




È dal cuore umano

che nasce e si sviluppa

la nube tossica

delle paure contemporanee.




Paura dell’AIDS. Paura della droga. Paura di Cernobil. Paura dell’Enichem. Paura del grano radioattivo. Paura delle scorie tossiche. Paura dello squilibrio dell’ecosistema. Paura delle manipolazioni genetiche. Paura del proprio simile. Paura del vicino di casa. Paura di chi mette in crisi le nostre polizze di assicurazione. Di chi mette in discussione, cioè, i nostri consolidati sistemi di tranquillità, se non di egemonia. Paura dello zingaro. Paura dell’altro. Paura del diverso. Paura dei Marocchini. Paura dei Terzomondiali.

Paura di questi protagonisti delle invasioni moderne, che se non chiamiamo barbariche è soltanto perché ci viene il sospetto che questo aggettivo debba spettare a noi cosiddetti popoli civili, che, dopo duemila anni di cristianesimo, siamo ancora veramente incapaci di accoglienze evangeliche.

Paura di uscire di casa. Paura della violenza. Paura del terrorismo. Paura della guerra. Paura dell’olocausto nucleare. Paura di questa apocalisse a rate che ci viene somministrata dalla produzione crescente delle armi e dal loro squallido commercio, clandestino e palese.

Paura di non farcela.
Paura di non essere accettati.
Paura di non essere più capaci di uscire da certi pantani nei quali ci siamo infognati. Paura che sia inutile impegnarsi.
Paura che, tanto, il mondo non possiamo cambiarlo.
Paura che ormai i giochi siano fatti.
Paura di non trovare lavoro.
Quante paure!


                                              Paura? Frustrazione? Disperazione?






   

Ebbene, di fronte a questo quadro così allucinante di paure umane, che cosa ci dice oggi il Signore? Intinge anche Lui il pennello nei barattoli neri dello scoraggiamento per aiutarci a dipingere questa nuova, tragica tela di Guernica?
Certamente no. Non è così.
Anzi il Vangelo di oggi è proprio il Vangelo dell’antipaura. Sì, perché il Signore rivolge a ciascuno di noi la stessa esortazione che l’angelo rivolge alla Vergine dell’Avvento e dell’attesa:


  

“Non temere , Maria”


Paura ha la stessa radice di pavimento. Viene dal latino pavére; significa: battere il terreno per livellarlo. Anche terrore ha la stessa radice di terra.
Paura, quindi, è la conseguenza dell’essere battuto, appiattito, livellato, calpestato..
Ora, che cosa dice il Signore di fronte a queste paure? Rimani lì steso sul pavimento? Rimani appiattito, atterrato? No! Mi dice la stessa cosa che ha detto a Maria: “Non temere!”
E adopera due verbi bellissimi:

Alzatevi e Levate il capo.

 

Alza gli occhi al cielo

solo li troverai

qualcosa più grande

di te.

Sono i due verbi dell’antipaura. Sono i due verbi dell’Avvento. Sono le due luci che ci devono

accompagnare nel cammino che porta al Natale.
Alzati significa credere che il Signore è venuto sulla terra duemila anni fa, proprio per aiutarci a vincere la rassegnazione.

Alzarsi significa riconoscere che se le nostre braccia si sono fatte troppo corte per abbracciare tutta intera la speranza del mondo, il Signore ci presta le sue.
Alzarsi significa abbandonare il pavimento della cattiveria, della violenza, dell’ambiguità, perché il peccato invecchia la terra.
Alzarsi significa, insomma, allargare lo spessore della propria fede.
Ma alzarsi significa anche allargare lo spessore della speranza, puntando lo sguardo verso il futuro, da dove Egli un giorno verrà nella gloria per portare a compimento la sua opera di salvezza.

E allora non ci sarà più pianto, né lutto, e tutte le lacrime saranno asciugate sul volto degli uomini.

Levare il capo significa fare un colpo di testa. Reagire, muoversi. Essere convinti che il Signore viene ogni giorno, ogni momento nel qui e nell’ora della storia, viene come ospite velato. E, qui, saperlo riconoscere: nei poveri, negli umili, nei sofferenti.
Significa in definitiva: allargare lo spessore della carità. Ecco il senso di questo Avvento di solidarietà, ben espresso dall’augurio fortissimo che san Paolo ci ha formulato:


«Il Signore vi

faccia crescere nell’amore

 vicendevole e verso tutti»

 (1 Ts 3,12).


Verso tutti. Magnifico il lavoro di tanti gruppi e associazioni che si mettono accanto ai malati cronici, agli handicappati, agli anziani, ai malati terminali, ai dimessi dal carcere e dai manicomi per condividere tempo, gioie e speranze.

Verso tutti. Splendido ciò che fanno tante comunità cristiane a favore dei Terzomondiali, non soltanto dando loro un letto e la buona notte, ma incalzando soprattutto le pubbliche istituzioni perché i provvedimenti di legge siano meno disumani delle norme vigenti.

Verso tutti. Incredibile quel che stanno facendo tanti movimenti di volontariato per promuovere una maggiore giustizia sulla terra, per combattere quelle che il Papa ha chiamato coraggiosamente le strutture di peccato, per aiutare i popoli che soffrono la fame nell’Eritrea e nel Sudan, per difendere i diritti umani dei Palestinesi, per coscientizzare la gente sui discriminati dalle leggi di segregazione razziale nel Sudafrica, per diffondere una nuova coscienza di pace, per smilitarizzare non solo le coscienze, ma anche i territori.

Coraggio. Alzatevi e levate il capo. Muovetevi. Fate qualcosa, il mondo cambierà. Anzi, sta già
cambiando. Non li vedete i segni dei tempi? Gli alberi mettono già le prime foglie. E sul nostro
cielo il rosso di sera non si è ancora scolorito.
Vissuto così, l’Avvento non sarà il contenitore delle nostre paure, ma l’ostensorio delle nostre speranze.

domenica 20 novembre 2011

Proposte per aiutare il volontariato internazionale


Volontariato Internazionale ANNO 2012


PROPOSTE PER I SOCI CISV e per chi vuole diventarlo




               


I modi per aiutare CISV sono molti
e diventano ancora di più aprendo la mente alla fantasia
e ai contatti che ciascuno di noi ha.
Il modo più diretto per aiutare CISV è senz’altro quello di fare una donazione
on line su www.cisvto.org
su cc postale n. 26032102, intestato a CISV
su cc bancario di BANCA ETICA IBAN IT25 K 05018 01000 000000110668
con assegno bancario non trasferibile intestato a CISV - Torino
ma a volte, facendosi i conti in tasca, la donazione non è sostenibile. Allora chiediamoci: c’è
qualcuno che conosco sensibile ai valori CISV che potrebbe donare? Se sì, parlagli della CISV o
proponigli di partecipare a qualche attività CISV che potrebbe interessargli. Dai piccoli contatti
possono nascere grandi donatori.

Ci sono molti altri modi per donare. Eccone alcuni:
Dona il 5x1000
Anche quest’anno è possibile devolvere il 5x1000 del proprio reddito a CISV. Le modalità di
donazione sono molto semplici, basta scrivere il codice fiscale CISV 80101280016 nell’apposito
spazio del modello 730,740, Unico e CUD, e firmare, in occasione della dichiarazione dei redditi.
Non ti costa nulla.
Ma puoi fare di più: suggerisci ad amici, famigliari e conoscenti di devolvere il loro 5x1000 a CISV,
oppure contatta il tuo commercialista, presentategli la CISV, chiedigli se può tenere in studio i
volantini del 5x1000 CISV.
O ancora aiutaci a distribuire in più luoghi possibile i nostri volantini: in ufficio, in negozio, nel
locale preferito, nello studio medico. Manda email ai tuoi contatti e convinci chi non dà alcuna
preferenza a scegliere CISV.

Hai un’azienda?
Sei un imprenditore, un libero professionista, hai un negozio o lavori in un’azienda? Ci sono tanti
modi per sostenere i progetti CISV o per coinvolgere dipendenti e colleghi in attività di raccolta
fondi e sensibilizzazione: proponi un appuntamento faccia a faccia o presenta CISV alla Direzione
attraverso una lettera, suggerisci per Natale di fare una donazione o di scegliere i regali aziendali
dal catalogo dei regali solidali CISV.
Ospita un messaggio della CISV sulla newsletter aziendale o l’house organ, distribuisci volantini
CISV attraverso il tuo punto vendita, proponi alla dirigenza di sviluppare insieme iniziative di comarketing.
Hai un sito?
Se hai un sito tuo personale o gestisci un sito aziendale, hai un blog o una pagina facebook,
pubblica un banner CISV istituzionale o mirato ad una campagna (es. Natale Solidale, 5x1000, …)
così da creare una vetrina promozionale ed essere testimone di solidarietà. I nostri contatti
aumenteranno grazie a te a sarà più facile trovare nuove persone interessate a sostenerci.
Hai tanti amici?
Se ti sembra che i tuoi amici siano il tuo tesoro, se sei una persona di compagnia o se hai un buon
motivo per radunarli tutti, dedica una cena o un aperitivo alla CISV: devolvi una quota su quanto
raccolto (5, 10 € a testa oltre alla quota della cena, oppure raccogli cifre tonde) per sostenere un
progetto in Africa o America Latina a tua scelta.
Parrocchie
Se sei legato alla tua parrocchia o se conosci preti e suore, chiedi loro di sostenere la CISV:
presenta i progetti ad una delle funzioni domenicali e chiedi che quanto raccolto vada a sostegno
della CISV; coinvolgi i gruppi parrocchiali e organizza un banchetto di beneficienza o una vendita
torte o altre attività.
Ma soprattutto durante la Quaresima, presenta i progetti CISV, approvati dalla Quaresima di
Fraternità della Diocesi, alle parrocchie, che possono così scegliere di sostenerli, tra i tanti presenti
nel catalogo QDF 2011 (nel 2011 CISV presenta il Guatemala, il Benin e il Burundi, vedi il sito
www.sdtm.it).
Stai per vivere un momento importante? Battesimo, cresima, laurea…
CISV propone bomboniere non tradizionali, realizzate in carta pregiata e stampate con testi e
grafica personalizzata a seconda delle tue esigenze: un regalo simbolico, al posto del tradizionale
oggettino, che attesta la donazione. Se non sei tu a vivere questo momento di festa in prima
persona, puoi sempre suggerire questa modalità di regalo alternativo: trovi tutte le informazioni
nella sezione “fare insieme” del sito www.cisvto.org
Ti sposi o ti hanno chiesto di fare da testimone ad un matrimonio?
Scegli CISV per una lista nozze non tradizionale. Oggi molte coppie non devono più affrontare le
spese per l’arredamento di una nuova casa, pertanto è possibile adottare un progetto CISV
devolvendo una quota intera o parziale della lista nozze, per dare un significato davvero concreto
ad un momento di festa tanto importante.
E se sei testimone? Suggerisci agli sposi questa modalità o prenditi come incarico la realizzazione
delle bomboniere o della gestione della lista nozze solidale CISV, sollevando gli sposi da
un’incombenza e regalando un dono che va lontano.
Fai una festa?
Fortunatamente nella vita ci sono un sacco di motivi per festeggiare. Non servono regali, carte da
pacchi, biglietti d’auguri preconfezionati: basta invitare i propri amici alla festa ed esplicitamente
chiedere loro di non fare regali, ma di trasformare quanto avrebbero speso per il regalo in una
donazione. Una cassetta nella sala della festa può essere sufficiente, il resto verrà da sé.
Cerchi un regalo?
Ci sono mille occasioni per fare regali. Oltre alla possibilità del regalo alternativo, CISV ha sempre
qualche oggetto particolare che i cooperanti di ritorno in Italia portano dal paese in cui lavorano. O
ancora, per Natale soprattutto, CISV propone una serie di regali solidali (cesti biologici, vino,
prodotti di bellezza ecosostenibili, libri, cartoline animate digitali), da donare agli amici o per la tua
azienda.

La musica o il teatro sono la tua passione?
Metti a disposizione il tuo talento artistico per CISV: musica, arte… L’ufficio promozione seguirà gli
aspetti organizzativi e di comunicazione, tu avrai la possibilità di esibirti, CISV raccoglierà fondi
grazie ad una quota sui biglietti d’ingresso. O se ti interessi di ricamo, cucina, pittura, artigianato o
sei esperto in un ambito specifico puoi mettere a disposizione la tua professionalità e il tuo talento,
organizzando uno spettacolo, una cena o una mostra con i tuoi lavori.
Oppure preferisci lo sport?
Organizza una gara per CISV: se vuoi, potremo occuparci di tutti gli aspetti organizzativi,
chiedendo a te di coinvolgere il tuo circolo e i tuoi compagni sportivi, così da realizzare un torneo,
una gara, una maratona facendovi sponsorizzare per CISV.
Volontariato
Se hai tempo e voglia di fare qualcosa per gli altri o ti interessa il mondo della cooperazione,
diventa volontario CISV.
Ci sono molte occasioni in cui CISV ha bisogno di volontari: sia per gli eventi di raccolta fondi in cui
si richiede qualche ora di mansioni pratiche (aiuto carico/scarico, presenza al banchetto,
allestimento sale, distribuzione volantini) solitamente in eventi piacevoli, come concerti, spettacoli,
fiere, cene, ecc, sia per aiuto in consulenza, principalmente grafica, di comunicazione, di
ampliamento contatti.
Oppure se sei un notaio, avvocato, ragioniere, tecnico informatico, giardiniere, cuoco, imbianchino:
lasciaci il tuo numero, sapremo a chi chiedere quando ci troveremo in difficoltà.
Sostenere la raccolta fondi CISV
significa sostenere le attività portate avanti da CISV in Italia, Africa e America Latina:
tu che sei socio sai quanto è importante.
Può essere anche un’occasione divertente, quindi perché aspettare?
Contatta l’ufficio promozione:
scrivi a promozione@cisvto.org
o telefona allo 011 8993823, chiedendo di Marta o Sara
Grazie di cuore,
noi cisv t’amo.





(Riprodotto dal Notiziario CISV)


Si avvicina il Santo Natale: facciamo un gesto di solidarietà verso chi ha meno di noi…