martedì 20 luglio 2010

Un futuro da progettare, costruire: una scvelta di vita

Scelta di vita: cos’è? Cosa fare?



Ogni uomo o donna, è proiettato verso un futuro da progettare, costruire, renderlo visibile, relazionare con gli altri. Le domande più frequenti: chi sono, cosa vorrò fare della mia vita?

Per il cristiano rispondere a questa esigenza di affermazione nel futuro, chi essere? non può prescindere di mettere nel piatto la sua fede e come conformarsi ad essa. Il cristiano non segue un’ideologia ma una persona, uomo-Dio, la sua parola, la sua vita, Gesù di Nazaret. Inoltre ha a che fare col suo prossimo, gli altri uomini, per comandamento divino.
Il cristiano si riconosce uomo, creato ad immagine e somiglianza divina, creatura speciale dotata di intelligenza e volontà, libero nelle sue scelte: prima uomo e poi cristiano convinto che la sua fede in Dio deve essere espressa con una risposta di fiducia e di speranza per raggiungere l’ultimo scopo della vita, la beatitudine eterna in Dio.
Si tratta di un progetto, di una scelta di vita.

- Progettare: cosa fare?
- Costruire: come fare?
- Rendere visibile: come fare sapere agli altri chi sono
- Relazionare: non possiamo fare a meno degli altri

Penso e credo che per un cristiano rendersi conto di tutto questo è importante, ma anche è utile per ogni uomo onesto anche non credente: esistono valori etici a cui tutti per solidarietà, onestà, giustizia dobbiamo attenerci.

Hans Kung scriveva: “ Fiducia di fondo e fede cristiana, morale di fondo e morale cristiana, éthos mondiale e éthos cristiano stanno in rapporto tra loro. Il secondo termine è sempre l’approfondimento del primo. Quello che il primo ha, non deve incondizionatamente avere anche il secondo. Io penso: chi possiede un éthos mondiale, una fiducia di fondo e un éthos di fondo non ha assolutamente bisogno di essere credente in Dio e cristiano.
Sono contento di essere cristiano e di avere questo fondamento. Io so perché in una determinata situazione devo agire incondizionatamente così e non solo condizionatamente…
…Io devo prendere conoscenza che c’è gente che dice: “ Io non credo in Dio, ma cerco di attraversare la vita da onesto”. Io accetto ciò. In questo senso l’éthos mondiale dà la possibilità a tutti gli uomini di diventare giusti, anche agli atei e agli agnostici…
… L’éthos non è tutto nella vita dell’uomo, ma una dimensione del tutto decisiva”. (Hans Kung in “Perché un’etica mondiale” Queriniana).

Ecco la base di partenza per le nostre decisioni prima di programmare la nostra vita e relazionarci agli atri.
Ciò che appartiene alla natura dell’uomo è stato voluto da Dio nel suo atto creatore e Lui stesso, Dio, rispetta questa normativa fin da quando nei secoli ha cercato, nella sua pedagogia divina, di far tornare a lui l’uomo disobbediente, creato libero.
Su questa natura e su questa libertà dell’uomo dobbiamo contare per progettare la nostra scelta di vita umana e di vita cristiana.

Non sarò vero cristiano se non sono un autentico uomo: uomo giusto, uomo pio che vive in comunità con i suoi simili con i quali condivide diritti e doveri in un regime di solidarietà universale.
Nulla togliamo agli altri, ma come cristiani abbiamo una marcia in più: l’esempio e le parole di Gesù, inviato dal Padre per rivelarci l’amore di Dio per l’uomo, l’amore per Dio dell’uomo, l’amore tra gli uomini. L’amore è la più grande rivelazione di Gesù.

Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo. Se uno dice: << Io amo Dio e odia suo fratello, è un bugiardo>>. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che no vede. E’ questo il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello”. (1 Giov 4,19-21)

Seguendo i Vangeli dobbiamo rispondere alle domande iniziali e trovare risposte adeguate convinti che l’amore può cambiare il mondo. Scegliere per il cristiano vuol dire uniformarsi all’amore di Dio.

Il comandamento che avete appreso da principio è questo: camminate nell’amore!" ( 2 Giov, 6.)

Camminare con una scelta precisa nella via dell’amore: è il primo di molti passi, il primo atto da rinnovare ogni giorno.


Progettare

M7 7,24-27) "Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa ed essa cadde, e la sua rovina fu grande".

Costruire

Luca 14:28-30
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.

Rendere visibile

Lc 15, 8-10: "O quale donna, se ha dieci dracme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dracma che avevo perduta. Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte".

 Mt 13, 31-35 Un'altra parabola espose loro: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami".
Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti". Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: "Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo".


Relazionare:

Matteo 25, 14-30 “Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.  A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.  Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.  Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.  Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.  Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.  Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.  Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.  Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.  Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.  Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.  Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.  Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.  Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.  E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.


Abbiamo una nostra storia da costruire, dobbiamo essere disponibili a rischiare a metterci in gioco, investire, dare il meglio di noi stessi impiegando il massimo delle nostre capacità, portare frutto e avere cura di ciò che siamo, di ciò che abbiamo e di ciò che dobbiamo.


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