lunedì 14 giugno 2010

Maria, la madre di Gesù pregava?

La preghiera di Maria, Madre di Gesù

Confesso che ho una certa trepidazione a scrivere questo capitolo su Maria, madre di Gesù e madre nostra. Vorrei parlarne con le più belle parole ed espressioni che si addicono ad una madre. Trattandosi di una madre speciale ci vorrebbe qualcosa di speciale. Vorrei parlarne per far piacere a Gesù, suo figlio, con le sue parole di figlio speciale, che nel momento più tragico della sua vita ce la donò come madre, come aiuto e supporto immediato agli apostoli e discepoli disorientati, e a noi come riferimento per intercedere a nostro favore presso il Padre.

Potrò solo balbettare qualcosa come figlio devoto: lei solo sa ciò che è stata per me da giovane, da adulto e anche adesso che mi avvio e mi preparo verso la fine di questa vita, a raggiungerla per gustarne di più il suo affetto, la sua bellezza, per ringraziarla soprattutto e lodare assieme a lei Colui “che muove il sole e le altre stelle”.

Immagino la preghiera di Maria soprattutto nel silenzio profondo della sua anima: il mistero di Dio ,che a noi sembra lontano e di là da venire, per lei era presente, era con lei, nel suo grembo, fra le sue braccia, davanti a lei. Il solo parlare con Gesù era preghiera perché ogni parola era presenza, ogni gesto attuale, ogni sguardo un incontro genuino con Dio. Stare alla presenza di Dio, davanti a lui, è continua preghiera: nel regno dei cieli sarà lode e gloria continua.

Il suo silenzio non era disturbato dall’esterno, con pensieri, come accade a noi uomini moderni, Maria , come dice l’evangelista Luca “custodiva tutte queste cose nel suo cuore”. Custodire è la preghiera silenziosa di chi si apparta e cerca l’intimità con Dio, sapendo che Lui “vede nel segreto”.

L’evangelista Luca sicuramente conobbe Maria; è l’unico che ci racconta dell’infanzia di Gesù.

“Rallegrati, Maria, piena di grazia: il Signore è con te. A queste parole fu molto turbata e si domandava, che “senso avesse un saluto un saluto come questo”. Lei turbata perché donna semplice, umile, timorata di Dio. Per noi che ripetiamo queste parole nell’Ave Maria sanno di ammirazione per Lei: piena di grazia, piena vuol dire che non ci sta più niente. Per noi, che non comprendiamo spesso il valore della grazia che Dio ci dona nei sacramenti, è stimolo a fare meglio; non può che turbarci e meravigliarci contemporaneamente, se riconosciamo la nostra debolezza. In Maria quel turbamento è umiltà, è riconoscimento del suo stato di serva del Signore, è prostrasi, preparazione alla preghiera, è adorazione.

“Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo”.

Il turbamento diventa meraviglia, non titubanza, dubbio ma dialogo, richiesta di chiarimento: Come è possibile?

L’angelo risponde, chiarisce; e umile e chiara la risposta di Maria: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”.

Maria, ci insegna che nella preghiera bisogna ascoltare, domandare, capire, e rispondere, a volte aspettare e poi rispondere.

Maria ci indica come pregare, la condizione della preghiera: umiltà e servizio prima di ogni altra cosa per dire di sì al Signore, preghiera che fa grandi dinanzi a Dio

Come fanno tutte le future mamme, Maria nell’attesa del Figlio si trasforma nel corpo e nell’anima: ogni pensiero è per il Figlio. Beata Lei che aveva in sé il suo Dio: ogni parola, atto, pensiero, era dialogo, poesia, contatto d’amore: sì, perché l’amore è sempre poesia.

La preghiera di Maria, prima di umile serva, ora è preghiera di mamma, e sappiamo che parole trova una mamma per un figlio.

Nell’attesa Maria continua la sua vita normale: non più da giovane donna da sposare, ma di madre in attesa. La sua gioia, possiamo immaginarlo, aumenta di giorno in giorno; la sua preghiera, a dirlo con parole nostre, diventa più frequente, più intensa, più consapevole, più gioiosa, più motivata. Non la penseremmo così se non ci fosse pervenuto quel meraviglioso cantico nell’incontro con la cugina Elisabetta.

Nel Magnificat di Maria si vede la sua anima, la sua gioia, la sua beatitudine in Dio, la grandezza dell’Onnipotente, la santità di Dio, il pensiero di Dio misericordioso in favore di tutti gli uomini per sempre, la missione del Messia. Non è da invidiare?

A sua imitazione il cantico di Maria è diventata nostra preghiera di lode e ringraziamento, devozione di tutte le generazioni, un miracolo della preghiera. Eccolo:

L’anima mia magnifica il Signore

E il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

e santo è il suo nome;

di generazione in generazione la sua misericordia

per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore,

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva detto ai nostri padri,

per Abramo e la sua discendenza per sempre.

Maria continua a seguire Gesù che “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”.

Se la nostra fede fosse come quella di Maria, anche i nostri figli crescerebbero… come il suo;

ma i nostri figli non sono Gesù, obbietterebbe più di uno. Ma la nostra fede convinta potrebbe aiutarli… non vi pare?

Spesso mi fermo a guardare le mamme vicino ai loro bambini, mentre li guardano, li seguono: non ci sono aggettivi per descriverle. Sento solo tanta commozione dentro di me…poi penso alla mia mamma…alzo gli occhi in cielo, invoco la Madre “umile e alta più che creatura”, la Madre di Gesù e nostra.

“Il padre, Giuseppe, e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui”. Dio stupisce sempre chi lo ama.

Simeone li benedisse e a Maria, sua madre disse:

“Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione; e anche a te una spada trafiggerà l’animo, affinché siamo svelati i pensieri di molti cuori!.

Cosa suggerirono queste parole di Simeone a Maria? Io torno a pensarla così come l’abbiamo vista quando seppe che sarebbe diventata madre del messia: la serva dl Signore. Pronta nella gioia, pronta anche alla sofferenza. Maria porterà nella sua vita il destino del suo popolo. Con Gesù sarà al centro delle contraddizioni di un popolo che oggi osanna e domani condanna.

Come Gesù anche Maria vincolerà la sofferenza alla volontà di Dio, vissuta nell’amore per l’uomo. Come Gesù, affronterà la sofferenza con la preghiera. Non potrebbe essere altrimenti per la piena di grazia.

La ritroviamo presso la croce per ricevere ancora una missione, quella di essere la madre di tutti gli uomini nella persona di Giovanni: “Donna, ecco tuo figlio!”

“E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé!” Giovanni rappresenta tutta l’umanità e in Maria si avvera la profezia uscita dalla sua stessa bocca: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.

Di generazione in generazione donne, uomini, bambini la guarderanno come Madre di Gesù e madre propria, dispensatrice di grazie.

Ricordiamo Maria alle nozze di Cana? La sua preghiera di intercessione per le necessità degli sposi?

La sua fede, così grande, non aspetta nemmeno la risposta di Gesù . Disse ai servi: “Fate quello che vi dirà”.

Dopo la morte e risurrezione di Gesù la troviamo assieme agli apostoli: “Tutti (gli apostoli) questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui”.

Come aveva seguito Gesù nel suo apostolato, Maria assiste nel silenzio i suoi discepoli, la chiesa nascente. Non ci sono state tramandate altre sue parole o gesta. Sappiamo che era presente. Sicuramente continuava a meditare in cuor suo gli ultimi avvenimenti della vita di Gesù, la sua risurrezione gloriosa.

Lascerà la comunità di Gerusalemme assieme a Giovanni.

Per completare il quadro parliamo della gloria di Maria per gioire con lei e con lei glorificare Dio: la sua assunzione al Cielo. Così la descrive Giovanni nell’Apocalisse:

“Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”.

Ho solo balbettato qualcosa , ma sono convinto che ognuno di noi, se devoto di questa Madre speciale, nel silenzio di un angolo della chiesa o chiuso nella propria stanza sa come parlare con Lei, sa trovare quelle parole speciali, quegli abbracci teneri, sguardi dolci che sanno di affetto sincero convinti che mamme come lei non ce ne sono.

Nel silenzio del nostro angolino è più facile incontrarsi perché il dialogo della nostra anima ha bisogno di deserto, il nostro spirito non si nutre di solo pane: fatti ad immagine e somiglianza di Dio abbiamo sempre bisogno di una mamma speciale che ci procuri l’incontro con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

( Dal libro “L’uomo biblico alla ricerca del Volto di Dio Cap.XIII di enzo riili)

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