lunedì 14 giugno 2010

Chi è il catechista?

Il catechista, operatore di catechesi

Chi è il catechista?

Proviamo, più che a dare una definizione del catechista, a capire a cosa è chiamato il catechista.

Perché il catechista? Quali motivazioni ha un cristiano per fare il/la catechista?

San Paolo, scrivendo ai Romani 10,13-15, si domanda, ci domanda:

“ Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.

Ora come invocheranno colui nel quale non hanno potuto credere?

Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?

Come ne sentiranno senza qualcuno che lo annunci?

E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?

Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!”.

Chiunque: tutti gli uomini devono arrivare ad invocare il nome del Signore. L’amore di Dio è rivolto ad ogni uomo, tutti hanno il diritto-dovere di credere nel suo amore attraverso l’annuncio di coloro che sono stati inviati ad annunciarlo: gli apostoli e i discepoli che per primi hanno ricevuto il messaggio per mezzo di Gesù e tutti coloro che crederanno senza aver visto Gesù e senza avere ascoltato direttamente le sue parole e sono stati o saranno inviati, chiamati ad annunciare, spiegare il Vangelo.

L’annuncio: cosa o chi annunciare perché tutti possano credere?

Anche per questa domanda ci risponde l’apostolo Paolo: 1 Cor 2,1-3 “ Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo Crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza con molto timore e trepidazione”.

L’annuncio del mistero di Dio per mezzo di Gesù Cristo, e Cristo Crocifisso: mistero per tutto quanto non ci è stato rivelato, mistero perché la nostra mente non può comprendere, mistero che, se conosciuto, escluderebbe la nostra libertà, mistero a noi rivelato solo in parte attraverso gli interventi di Dio nella storia e per ultimo da Gesù, figlio di Dio fatto uomo.

Ma ciò che ci è stato rivelato possiamo capirlo e abbracciarlo con libertà e diffonderlo come dovere e impegno.

Il mistero di Dio in Gesù Cristo e Cristo crocifisso, ecco l’annuncio. Gesù, ultimo dei profeti, figlio di Dio, completa tutte le rivelazioni precedenti. Rivelazioni che possiamo riassumere nella rivelazione del comandamento dell’amore, (Dio è amore e vuole essere amato), e nella rivelazione della Croce, (Gesù ci amò fino a dare se stesso completamente fino alla morte in croce).

Amore e croce sono le due rivelazioni su cui ruotano tutte le altre, subordinate ad esse. La Risurrezione di Gesù ci conferma tutto ciò che Gesù ci ha trasmesso, è garanzia della nostra fede.

L’amore anche se grande, preferisce il silenzio, la porta stretta, la sofferenza condivisa, la croce.

L’amore è gioia, luce, perla, tesoro, fratellanza.

Amore e croce, Dio e uomini, una storia da scrivere prima dell’eternità felice.

Inviati

Ogni cristiano é chiamato a diffondere queste due realtà, Dio Amore e Gesù Crocifisso, con molto timore e trepidazione, con rispetto, con religiosità, sapendo di dover consegnare , trasmettere con la propria vita qualcosa di importante, prezioso, sacro, essere lui stesso manifestazione vivente dell’amore di Dio e delle sofferenze amorose di Gesù.

Nell’esercizio della sua missione profetica, la Chiesa si lascia guidare dalla pedagogia di Dio. Egli, fin dall’inizio, ha condotto il suo colloquio con gli uomini “con eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, e le parole dichiarano le opere e chiariscono il mistero in esse contenuto”.

Con provvida gradualità, ha svelato il mistero del suo amore, muovendo gli uomini attraverso la storia e l’antica alleanza verso l’incontro con Cristo. Ha soccorso gli uomini con eventi e con parole ad essi familiari, parlando al suo popolo secondo il tipo di cultura proprio delle diverse situazioni storiche, mostrando la sua “condiscendenza ” al massimo grado nel Figlio suo fatto carne”.( Rinnovamento della catechesi )

Dio ha sempre scelto nella sua pedagogia divina degli uomini che si facessero portatori della sua volontà salvifica iniziando con Abramo, Isacco, Giacobbe e poi con Mosè e i profeti.

Gesù chiama gli Apostoli e i suoi discepoli e successivamente i vescovi e i loro collaboratori, per “piantare e irrigare”. Collaboratori vuol dire lavorare con, assieme: diversi ministeri ma tutti partecipi responsabili all’azione di redenzione voluta da Gesù.

1 Cor 3,10-13 “ Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento,si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile”.

1 Cor 3,8-9 “ Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio e voi siete il campo di Dio, edificio di Dio”.

Il campo di Dio, l’edificio di Dio sono tutti coloro che ricevono la parola di Dio. A chi pianta e a chi irriga corrispondono tutti coloro che, per chiamata speciale di Dio, sono chiamati ad annunciare Dio amore e Gesù Cristo crocifisso, a far crescere, crescere assieme, i fratelli nella fede e nell’amore di Dio.

I catechisti, gli operatori di catechesi vengono ad inserirsi tra i collaboratori dei vescovi e sacerdoti, dei genitori; sono coloro che “irrigano” e fanno crescere l’edificio di Dio, rendono fruttuoso e bello il campo di Dio, secondo lo stile Gesù.

Il catechista possiede l’amore di Dio e da lui è spinto (2Cor 5,14); “ In nome di Cristo siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta” (2Cor 5,20); fa di sé il: “Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno”(Fil 1,21).

Il catechista, l’operatore di catechesi, vive nella carità per i fratelli, è cosciente che la Parola va incarnata nella vita di ogni uomo e da questa vita partire per un cammino non solo verso Gesù, ma con Gesù, seguendo il suo esempio.

Il catechista, l’operatore di catechesi, vive nell’amore di Dio con fiducia. “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Cristo è morto, anzi è risorto e intercede per noi”(Rom 8,35). Quanti problemi dovrà superare?

Il catechista, l’operatore di catechesi, in un mondo che deve ritornare a Dio, quale messaggero di Dio, annuncia con gioia la salvezza e a questo deve conformasi attento alla sua formazione, alla ricerca e approfondimento di ciò che è utile per una corretta trasmissione del Vangelo di Gesù

Questo compito, molto importante deve essere svolto anche dal parroco, convinto “ che qualsiasi attività pastorale, che non faccia assegnamento per la sua realizzazione su persone veramente formate e preparate, mette a rischio la sua qualità. Gli strumenti di lavoro non possono essere veramente efficaci se non saranno utilizzati da catechisti ben formati. Pertanto, l’adeguata formazione dei catechisti non può essere trascurata in favore dell’aggiornamento dei testi e di una migliore organizzazione della catechesi”. ( direttorio generale della catechesi)

Il catechista, operatore pastorale, è uno che si scopre dentro il progetto di Dio e dà la sua disponibilità a seguirlo, si sente mandato ad annunciare l’amore di Dio, agisce nella comunità e per la comunità e in essa verifica e confronta costantemente la sua azione pastorale,

Come sono belli sui monti

i piedi del messaggero di lieti annunzi

che annunzia la pace,

messaggero di bene che annunzia la salvezza,

che dice a Sion; “ Regna il tuo Dio”.

Senti? Le tue sentinelle alzano la voce,

insieme gridano di gioia,

poiché vedono con gli occhi

il ritorno del Signore in Sion.

Prorompete insieme in canti di gioia,

rovine di Gerusalemme,

perché il Signore ha consolato il suo popolo,

ha riscattato Gerusalemme”(Is 52,7-9).

“ In ogni epoca il Signore si affida a qualche coraggioso,capace o meno, a qualcuno che non pensa a se stesso, che non bada a se stesso ma va, senza sapere dove, guidato dal Signore. Il Signore espande il suo amore proprio attraverso quest’uomo o questa donna che accettano di andare.

La nostra epoca difficile ha bisogno di persone semplici, caparbie, che forse hanno capito meno di altre, ma che hanno permesso al Signore di entrare nel loro cuore, si sono fidate e sono andate”. Ernesto Olivero in “Il lungo cammino verso Dio”

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