venerdì 18 giugno 2010

Che barba questa predica!!!

Non mi piace come predica quel sacerdote…

Quando ero più giovane anch’io la pensavo così. Ricordo che più di una volta uscii dalla chiesa perché “quel sacerdote “ martellava i fedeli con le sue invettive contro i peccatori, parlava spesso di evitare, non dover fare questo o quell’altro…

Avevo ragione? Con gli anni capii che non l’avevo per niente. Mi trovai a leggere queste righe dell’apostolo Paolo, nella prima lettera ai Corinzi:

Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire.

Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: “ Io sono di Paolo”, “ Io invece sono di Apollo”, “ Io invece di Cefa”, “ E io di Cristo”.

E’ forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?”.

Mi accorsi che quei cristiani la pensavano un po’ come me. Mi sentii anch’io rimproverato dall’apostolo. Andavo a messa per ascoltare una bella predica, che piacesse a me, fatta per me e non per ascoltare la Parola di Gesù che mi giungeva dalla voce di quel sacerdote. Sì, forse quel sacerdote sbagliava, ma sbagliavo anch’io.

Io non dovevo appartenere a quel sacerdote, ma a Gesù che era stato crocifisso per me, che aveva operato e parlato per me. Quel Gesù che perdonava i peccatori, mostrandosi misericordioso; Gesù che parlava d’amore perché il Padre suo era amore; Gesù che prima di morire perdonò i suoi carnefici, scusandoli perché non sapevano quello che facevano…

Ero io che dovevo riconoscere nelle parole di quel sacerdote ciò che Gesù voleva dirmi, vedere l’aspetto positivo, ribaltare le frasi:

non rubare per donare;

non uccidere per curare;

non desiderare per rispettare;

non dire il falso per mostrare la verità;

non odiare per amare;

non piangere per i peccati per cercare misericordia;

non disprezzare per comprendere;

non criticare per scusare…

Ancora l’Apostolo Paolo: Nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio”.

Da allora, sono passati tanti anni, mi sono dedicato alla lettura e studio della Bibbia, incominciando dai vangeli, ho letto dei commenti: volevo capire meglio Gesù attraverso la sua storia, le sue parole, le sue opere, le opere del Padre per la salvezza dell’uomo,volevo capire la Chiesa di cui faccio parte e sono membro.

Tutti i giorni rileggo, rifletto qualche pagina della Bibbia e ogni volta scopro cose nuove perché la Parola di Dio ha sempre qualcosa da trasmettere alla nostra mente limitata. Ho studiato la storia della Chiesa e, nonostante gli errori di alcuni dei suoi figli, ho imparato ad amarla, perdonarla come ci indica il secondo comandamento, ama il prossimo tuo come te stesso.

La Parola di Dio avvicina a Lui, ci rende più simili e somiglianti a lui come Lui ci volle all’inizio della creazione: ci fece “a sua immagine e somiglianza” e tali vuole che noi torniamo ad essere, santificati dalla Redenzione del figlio Gesù.

Dio si serve dei sacerdoti, uomini come noi, affinché essi servano noi, uomini come loro: a loro il ministero del sacerdozio, a noi come a loro la fedeltà all’amore di Dio e al prossimo per mezzo di Gesù.

Da quel giorno sono più ottimista perché Gesù mi vuole positivo come il suo amore per tutti noi, suoi discepoli.

“ Beato chi è integro nella sua via

e cammina nella legge del Signore.

Beato chi custodisce i suoi insegnamenti

e lo cerca con tutto il cuore. ( salmo 119,1-2)

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